Astrologia e Destino la storia

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Usate ora i vostri incantesimi e la moltitudine dei vostri malefici; che ora gli osservatori dei cieli, coloro che fissano le stelle e pronosticano i mesi dell’anno, si oppongano a ciò che vi cadrà addosso!  Isaia – Il Libro dei Profeti.

 

Nella Bibbia con queste parole era stata vaticinata la caduta di Babilonia. Sin dall’inizio della storia la predizione è stata raramente contestata, sebbene gli ebrei, come i cristiani, avessero posto le previsioni divine ben al di sopra di quelle degli indovini pagani. Sant’Agostino diceva: “ Il bravo cristiano deve tenersi lontano dai matematici e da chi fa vuote profezie.”

Siamo appena entrati in un altro anno e nuovi oroscopi sul nostro futuro personale e collettivo sono previsti dai moderni astrologi in un ampio raggio di pubblicazioni generiche e specifiche.
Tutti noi siamo ormai definiti non solo da nome, sesso, luogo di nascita, professione, ecc., ma anche dal segno zodiacale che regnava in cielo al momento della nostra nascita.
Negli affari e nello sport ci sono managers che fanno le loro scelte in base alle coordinate zodiacali di chi deve essere assunto o impiegato nelle competizioni.

Dobbiamo addentrarci nel nostro lontano passato per capire come l’astrologia sia germogliata dall’astronomia. I miti astrali hanno avuto origine in Mesopotamia, l’odierno Iraq, con la credenza che gli dei scrivevano in cielo i messaggi da inviare al genere umano. Così la chiave di lettura di ciò che stava per accadere qua in terra era da ricercare lassù in cielo. Secondo la religione astrale dei popoli della Mesopotamia nessun peccato poteva essere punito senza un ammonimento.
L’assenso o il dissenso degli dei per il comportamento del genere umano si manifestava quindi in forma di portenti, sogni, oracoli, inviati come premonizioni.
Osservando con attenzione il cielo, i nostri studiosi antenati avevano appreso le leggi che governano il cambio delle stagioni, arrivando così a predire il tempo delle inondazioni del Nilo, del Tigri e dell’Eufrate che rendevano fertili i campi dell’Egitto e della Mesopotamia. Nella stessa maniera avevano decifrato i tempi delle eclissi che inorridivano le antiche popolazioni.

Non appena gli osservatori delle stelle, oltre a registrare sulle tavolette d’argilla i cicli astronomici, iniziarono a tener conto anche dei fatti strani e rari che accadevano al genere umano, nella supposizione di una relazione causale fra questi due tipi di fenomeni, allargarono lo spettro delle loro ricerche e diventarono astrologi.
Attraverso l’esame delle serie di “ Scritture ” di innumerevoli e sconnesse osservazioni, registrate da generazioni di scribi, fu così costruito un sistema di interpretazione di un mondo dominato da dei e demoni.
Mediante questa arcaica e ingenua correlazione statistica i babilonesi arrivarono a dare nome alle stelle e alle costellazioni. La Stella del Mattino, essendo il più brillante dei pianeti, fu considerata la signora del cielo e chiamata Ishtar in Mesopotamia.

Poi divenne conosciuta come Afrodite in greco antico e Venere in latino. Alla stessa maniera presero nome Marte, Saturno, Mercurio e Giove, insieme a Venere gli unici pianeti conosciuti nell’antichità. E come gli dei del cielo erano assoggettati alle leggi matematiche della necessità nei loro invarianti moti siderali, così i cinque pianeti giocavano un ruolo predominante nel destino degli uomini.

Gli astrologi reali babilonesi consigliavano i loro re sulle decisioni da prendere in questi termini: “Se Marte, retrocedendo, entra nello Scorpione, non dimenticare di restare vigile; il re non dovrebbe uscire in un giorno nefasto.”…. “Se Giove è dietro la luna, ci sarà conflitto nel paese.” Malgrado la maestria nelle arti astrologiche dei magi babilonesi, la Mesopotamia fu sempre conquistata da nuovi invasori. E l’astrologia continuò a essere praticata, e a fiorire.

Nel suo libro, Almagesto, l’astronomo Tolomeo ( ca. 100 – 178 A.D.) aveva architettato una meccanismo celeste con la Terra al centro dell’universo, in grado di prevedere adeguatamente i cicli astronomici nel corso di più di 13 secoli. Tolomeo aveva anche scritto “ Tetrabiblos ”, che doveva rimanere la pietra miliare dell’astrologia sino al Rinascimento.

In questo libro i mezzi di predizione meramente astronomici sono integrati dai profili psicologici, sociologici, etnici e geografici: “ Le predizioni qualche volta falliscono, a causa della disparità degli esempi sui quali si basano… i temperamenti individuali non sono di poca importanza… e i luoghi di nascita apportano variazioni non minime sul risultato finale. Inoltre talune cose accadono al genere umano a causa di circostanze generali e non come risultato di individuali propensioni naturali. ”
Tolomeo aveva fatto una chiara distinzione fra l’astrologia generale e quella particolare. La prima tratta delle influenze astrologiche sul genere umano, nazioni e razze, la seconda riguarda le nascite degli individui.
Fra il XVI e XVII secolo la rivoluzione copernicana doveva distruggere la visione tolemaica con la Terra al centro dell’universo. Così il grande trattato dell’antichità, l’Almagesto, perse ogni importanza per l’astronomia, come pure il Tetrabiblos per l’astrologia.

Ci si potrebbe domandare perché, da quando si hanno evidenze scritte, tanti profani, nonché distinti studiosi abbiano potuto credere che la scienza della predizione fosse possibile. Carl Gustav Jung in tempi molto recenti ha dato la sua risposta: “ Sono rimasto sbalordito nel constatare quante persone avessero avuto esperienze di predizione e con quale cura le avessero mantenute segrete… Ma nell’ambito di quantità molto piccole la predizione scientifica diviene incerta, se non impossibile, perché queste quantità non operano secondo le leggi naturali che si ottengono mediante macro-aggregati statistici.”
La ragione per la quale gli astronomi, i primi scienziati della storia, siano scivolati nelle pratiche divinatorie può essere considerata come una sorta di malattia professionale. Nell’osservare a lungo il cielo buio dovevano essere caduti in uno stato mentale di estasi, che avrebbe loro consentito di “vedere” talvolta al di là dei limiti di spazio e tempo. Jung avrebbe detto che erano precipitati nella “ conoscenza assoluta dell’inconscio collettivo ”, dove spazio e tempo sono contratti sino a quasi zero. Lo stesso meccanismo mentale dovrebbe intervenire in altre tecniche divinatorie come chiromanzia, cartomanzia, geomanzia, etc.
Il matematico Ivar Ekland ha detto che la profezia si realizza se c’è un numero sufficiente di persone che ci credono. Ma cosa intendiamo per “sufficiente” ?… Giusto, dovremmo forse consultare un astrologo.

foto 1 caminhosdosol.com.br

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