Visto che rientra nel circuito dell’EXPO di Milano, una ragione in più per visitare Bergamo. Specialmente per la riapertura il 23 aprile della prestigiosa Accademia Carrara. A farne la presentazione all’Istituto di Cultura la delegazione appunto culturale della città con illuminante descrizione e appetibili immagini.
L’Assessore Nadia Rodeschini ha introdotto L’Accademia come lo specchio dell’identità culturale di Bergamo insieme all’altra gloria cittadina, Gaetano Donizetti. La più grande pinacoteca nata per lasciti privati, l’Accademia, che deve il nome e il nucleo della collezione al conte Giacomo Carrara, è stata chiusa per 7 anni per necessari restauri al museo e alle opere. Non è stata tuttavia inattiva perché ha promosso con queste il Rinascimento italiano in esposizioni all’estero con enorme successo, vedi le trasferte in Russia, Stati Uniti e in Australia, come ha sottolineato la direttrice Maria Cristina Rodeschini, ricordando fra l’altro i prestiti alla Royal Academy per la splendida mostra su Giovan Battista Moroni.
L’inghilterra riaffiora spesso a Bergamo, specie quando un direttore della National Gallery si fece avanti per comprare i gioielli della collezione Lochis, altro mecenate della città, ma questo mise come condizione l’acquisto della collezione in blocco o nulla e allora i capolavori in questione sono rimasti alla Carrara.
Si parla di opere inestimabili di Raffaello, Mantegna, Tiziano, Botticelli, Pisanello, Bellini, Tiepolo, Lotto, Canaletto e tanti altri maestri del rinascimento che adesso il pubblico potrà rivedere nelle 28 sale su 4 piani di un museo totalmente rinnovato anche con tecnologie avanzate, insieme a disegni e sculture, fra cui quelle dell’ultima importante donazione di Federico Zeri nel 1998. Brera di Milano e Opificio di Firenze hanno contribuito ai meticolosi restauri delle principali opere e molte di queste hanno una storia curiosa o affascinante da raccontare sull’autore o sul collezionista.
Fra queste, il fortunoso acquisto al Banco dei Pegni di Firenze del ritratto di Giuliano de’Medici eseguito dopo la sua morte da Botticelli.
MMC