Londra – In questi ultimi mesi il sottosuolo di Londra ha catturato l’attenzione di tutti, diventando il centro di numerosi progetti volti al riutilizzo intelligente di spazi sottoutilizzati e alla costruzione vera e propria di nuove infrastrutture (come ad esempio il percorso pedonale e ciclabile da realizzare in tunnel già esistenti e il Crossrail che attraverserà Londra).
Tuttavia, forse non tutti sanno cosa si nasconde sotto il quartiere di Clapham, nel sud-ovest londinese: a poco più di dieci metri di profondità si cela una vera e propria fattoria che produce micro-vegetali utilizzando la tecnica di coltivazione idroponica e luci LED, come parte del progetto Growing Underground.
Dietro a questo rivoluzionario progetto di agricoltura urbana ci sono Richard Ballard e Steven Dring, due giovani imprenditori che, dopo aver progettato per anni la loro fattoria sotterranea, hanno finalmente trovato lo spazio congeniale nei tunnel di Clapham costruiti negli anni 40 come rifugio antiaereo e ora inutilizzati.
Così, un anno fa, alla modica cifra di £1 a metro quadro (prezzo neanche lontanamente comparabile agli standard londinesi di superficie), Ballard e Dring hanno affittato i tunnel da Transport for London e cominciato ad allestire la fattoria alla cui costruzione hanno contribuito numerose organizzazioni che operano nel campo dell’ecosostenibilità.
L’idea di fondo, infatti, è quella di creare una fattoria ecosostenibile che riduca al minimo l’impatto umano sull’ambiente attraverso l’utilizzo intelligente delle risorse, la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione energetica: queste sono le condizioni per una fattoria con emissioni di carbonio pari a zero.
Con una temperatura stabile di 16°C e l’assenza di parassiti, questi tunnel si sono rivelati essere l’ambiente ideale per la coltivazione di piccoli vegetali, non richiedendo né riscaldamento aggiuntivo né pesticidi, a differenza della coltivazione all’aperto o in serra.
La tecnica di coltivazione ‘fuori suolo’ utilizzata nella fattoria sotterranea si chiama idroponica e veniva utilizzata addirittura già nell’Antica Grecia.
Essa consiste nel riporre i semi su una matrice inerte attraverso la quale, una o due volte al giorno, si fa passare dell’acqua ricca di nutrienti minerali, acqua che poi sarà drenata e raccolta per evitare sprechi.
Per compensare l’assenza di luce solare, sopra le colture sono state installate delle speciali luci LED che forniscono alle piantine l’esatta quantità di luce di cui hanno bisogno.
I vantaggi di un ambiente totalmente controllato come Growing Underground sono evidenti: innanzitutto la coltivazione non risente di maltempo e cambi di stagione, mantenendo tutto l’anno ottimi standard produttivi e qualitativi, riducendo l’importazione e supportando così il commercio a km zero.
Inoltre la tecnica idroponica consente di usare il 70% in meno di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale, e tutta l’energia utilizzata per l’illuminazione e il trasporto dell’acqua è energia verde, ossia fornita da providers impegnati a contribuire allo sviluppo sostenibile.
Ma Growing Underground non si ferma qui: nuovi progetti per eliminare del tutto l’impatto umano sono al vaglio, come ad esempio l’ipotesi di autoprodurre l’energia necessaria convertendo il calore prodotto dalla linea della metropolitana adiacente ai tunnel o utilizzando pannelli solari in superficie.
Per il momento nei tunnel di Clapham crescono micro-vegetali quali erba cipollina, mizuna, ravanello, germogli di piselli, crescione, rucola e mini-rucola, acetosella, coriandolo, amaranto rosso, basilico Thai e senape indiana, ma la collezione si allargherà presto. In questa fase, ancora iniziale, del progetto, i prodotti di Growing Underground possono raggiungere i ristoranti della zona M25 di Londra in sole quattro ore, tempo record che ne garantisce l’assoluta freschezza ed il gusto prelibato, come afferma lo chef televisivo Michel Roux Jr, che si è unito al progetto in qualità di direttore.
Growing Underground si inserisce nel contesto di un movimento culturale globale incentrato sulla salvaguardia dell’ambiente e sull’ecosostenibilità infrastrutturale e produttiva, movimento che sta trasformando il ciclo di produzione stesso, come questo progetto dimostra.
Gestione intelligente delle risorse, efficienza energetica e riduzione degli sprechi sono le tematiche fondamentali che i nuovi progetti urbani e le nuove tecniche di produzione devono affrontare attraverso una riflessione e pianificazione che portino ad innovazioni ecosostenibili.
Growing Underground unisce, nella teoria e nella pratica, la consapevolezza della necessità di una agricoltura ecosostenibile all’importanza che la riscoperta della freschezza e del gusto naturali hanno nella vita di tutti i giorni, specialmente in una città come Londra che troppo spesso non ha tempo di accorgersene.
La speranza che muove Growing Underground, infatti, è che attraverso le nuove tecnologie il progetto non solo contribuisca a salvaguardare l’ambiente, ma anche risvegli nei londinesi il senso della natura e del benessere che ne deriva.