Intervista ai Subsonica – European tour 2015

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London- Una pressa di corpi e di emozioni. Questo e’ stato il concerto dei subsonica all’ O2 Shepherds Bush Empire.


Prima le corse per  arrivare primi sotto il palco, e dopo i primi a scattare per  la prima foto dell’ingresso di Samuel e la band.

Concerto semplicemente straordinario.

Dall’inizio alla fine tutti hanno cantato, saltato, ballato, sudato ma divertiti al massimo. Come al massimo era il volume che portava al cuore le canzoni deiSubsonica.

Alcune persone come Carolina e Francesca sono venute da Torino per vedere il concerto organizzato daTIJ Events, che non ha mai deluso le aspettative degli italiani e dei loro concerti a Londra.
Le tastiere di Boosta dondolavano al ritmo da loro stesso generato, posti su una molla hanno ballato tutta la serata e le centinaia di persone con loro. Impossibile stare fermi alle sonorita’ deisubsonicache orami ci hanno abituato a ritmi particolari e ricercati, e spesso unici nel loro genere.
Samuele ha scherzato con il pubblico che era quasi sempre con le braccia al cielo per applaudire o per scattare una foto per essere i primi a postarla su Facebook. Tutto e’ andato alla perfezione, i tecnici di sala aggiustavano di continuo le macchine per ottenere sempre il suono migliore. Le casse rombavano, e le emozioni volavano per il teatro. Simpatia, professionalita’, e l’onesta’ della musica fanno deisubsonicauna band che ha fatto la storia della musica di Torino e naturalmente di Italia. La rabbia, i sentimenti cantati dalla Band Torinese vanno dritti allo stomaco e per poi depositarsi per sempre nel cuore.
Abbiamo incontrato Davide Dileo tastierista, detto “Boosta”

( l’intervista completa la potete sentire alla radio degli italiani a Londra LondonONEradio.) 

 

Dopo sette album, circa 18 anni di grandi successi, come si sta insieme 18 anni in un gruppo con 5 elementi?
Con un pó di intelligenza. E’ una sorta di balletto: si imparano i passi, qualcuno avanza, qualcuno arretra, cercando sempre di mantenere il tempo.

Poi durante il tempo che passa tra un disco o un tour e l’altro, ognuno fa un pó le proprie cose , e questo é la linfa per poi ricominciare il discorso.

L’ultimo album é intitolato “Una nave nella foresta”, come mai questo titolo?

Perché é un disco che racconta un senso di non appartenenza, una nave nella foresta é versione traslatae amplificata di un detto piemontese “una barca nel bosco” che racconta questa sensazione,  diffusa al giorno d’oggi, per cui non ci si sente a proprio agio nel contesto sociale, non ci sentiamo piu rappresentati. Il disco e’ una raccolta di ritratti: le 10 canzoni sono 10 ritratti di situazioni di personaggi in cui questo mancatosenso di appartenza esplode e c’e anche la consapevolezza che se vogliamo muovere dei passi non dobbiamo aspettarequalcuno che li faccia per noi ma siamo noi a doverli fare.

Questo disco é dedicato a Don Gallo, lo vuoi ricordare?

Il don é una vera nave nella foresta, si é sempre mosso contro corrente sempre seguendo il bene assoluto.
E’ sempre stata una persona vicino agli ultimi , per questo ha sacrificato un’esistenza intera. E’ una di quelle persone che ci consentono di credere in un mondo migliore

C’é una canzone in ques’ultimo album che identifica l’Italia di oggi?

Probabilmente Lazzaro.

Non é un’esortazione, ma é l’asserzione per cui tu finalmente scopri questa verita’ che se devi fare qualcosa lo devi fare tu e non hai piu tempo diaspettare che qualcuno ti tenda la mano. In un periodo di difficolta ognuno cammina con i propri passi.

European Tour 2015. Com’é l’incontro con gli italiani all’estero?

E’ divertente, é un momento di comunione come tutti i concerti.
Il fatto di stare insieme, dividere il palco, la platea, con persone che conosci o non, é un momento bellissimo e rimane irripetibile.

Ma la bellezza é anche di portare un pó di italianilta’ all’estero , e riconoscere la sorpresa degli stranieri quando sentono una gruppo italianoche non e’ come lo steretipo che hanno in mente della musica italiana.

L’ultima canzone “terzo paradiso” dell’album nasce con la collaborazione Michelangelo Pistoletto. come é nata questa collaborazione?

Michelangelo Pistoletto é uno dei piu grandi artisti mondiali di arte contemporanea e arte povera. E’ un personaggio che ha fatto la storia del 900 nel mondo dell’arte.

Ci aveva contattato per curare un progetto insieme a lui e renderci partecipi di questo Terzo paradiso la sua opera piú grande. Ci siamo sentiti e a noi piaceva l’idea che lui venisse a collaborare al nostro disco: lui non é un cantante ma é stato bello utilizzare la sua voce, e sentire il terzo paradiso raccontato dalle sue parole.

La musica si puo fare non solo con musicisti, e in questo senso la musica diventa davvero un fatto d’arte.

Cosa vi emoziona ancora della musica?

Farla, viverla. Siamo dei privilegiati, possiamo vivere delle nostre passioni.

Cosa vorresti dire ai giovani che intraprendono la vostra carriera?

Bacchette magiche non ci sono.

Fare il musicista nasce da un’esigenza: una cosa é voler fare il musicista per diventare famosi, una cosa é voler fare musica perche hai bisogno di fare musica.
E se hai bisogno di fare musica,  é perché hai bisogno di raccontare qualcosa; quindi essere attenti, avere un sacco di occhi per quello che succede intorno ed avere le capacitá.
Forse essere onesti é quello che paga di piu sempre.

Nascono prima i testi o le sonoritá? come nascono le prime note?

Solitamente lavoriamo ormai sempre piú random. I testi li scriviamo dopo, con una modalitá complicata, perche ci affidiamo al finto inglese in una fase di scrittura perché comunque c’e una musicalitá di vocali che aiuta la melodia e poi vengono addirittura dettati i testi con questo inglese, sui quali poi formiamo il testo in italiano.

 ( l’intervista completa lcone le musiche e curiosita’ la potete sentire alla radio degli italiani a Londra LondonONEradio)