L’Everest, Mecca degli scalatori, è diventato un cimitero a cielo aperto.
Lo scorso 25 Aprile due scosse fortissime, con epicentro a Lamjung, a distanza di 35 minuti una dall’altra, hanno letteralmente sconvolto il Nepal, il Bangladesh, l’India e il Tibet.
E’ un periodo favorevole per le escursioni, il clima è perfetto, la festività aiutava, parecchi erano gli scalatori quel giorno.
La situazione è davvero tragica. Il numero dei morti sale ogni giorno e si stima che si potrebbe arrivare ad un numero di circa 10000 decessi, senza considerare i feriti e gli sfollati.
Purtroppo le vittime non sono state solo quelle provocate dalle scosse. Parecchi palazzi storici sono crollati, diversi monumenti si sono distrutti addosso ai passanti. La colonna di Dharahara, un colosso di 62 metri, considerato patrimonio dell’UNESCO, è crollato al suolo facendo 250 vittime.
Le città sono distrutte come se fossero state bombardate, c’è difficoltà nelle comunicazioni, nei trasporti di merci, cibo e acqua. Le condizioni meteo sono avverse e per questo il recupero dei corpi o dei feriti è difficile. È stata data allerta di emergenza nazionale e solidarietà internazionale e chi può sta aiutando in qualsiasi modo i bisognosi.
Anche dall’Italia arriva un aiuto per i primi soccorsi, 300.000 euro tramite la Federazione Internazionale della Croce Rossa.
Tra le vittime ci sono 4 italiani: Renzo Benedetti, Marco Pojer, Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli. Tra i nostri connazionali ancora 40 sono irreperibili e altri sono bloccati in un rifugio a circa 3000 metri di altezza. Nei rari momenti in cui riescono a comunicare con i familiari, implorano le autorità di fare il prima possibile perché le loro condizioni sono pessime.
Tra le vittime c’è anche Daniel Fredinburg, manager del team privacy di Google.
Tra i sopravvissuti inglesi, invece, hanno testimoniato Alex Chappette e Sam Schneider. Erano in luna di miele quando il terremoto li ha travolti e hanno temuto di non farcela.
Per fortuna, almeno per loro, tutto si è risolto nel migliore dei modi.
Secondo gli esperti un forte sisma era stato previsto sulla linea tettonica MHT ma la realtà è andata oltre le aspettative. C’è ancora una volta da chiedersi se davvero sia stato fatto il possibile, se con tutta la tecnologia a nostra disposizione, nel 2015, non sia ancora possibile evitare queste tragedie, se nessuno ancora sia in grado di avvisare le popolazioni di prendere le dovute precauzioni per evitare che una scampagnata o la vita di tutti i giorni si trasformi inevitabilmente in catastrofe.
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