CinemaItaliaUK- A molti, forse, il film – documentario –La Trattativa– di Sabina Guzzanti, sara’ sembrato un’altra retorica sulla situazione tra stato e mafia in Italia. Le solite storie che hanno fatto parte della storia di una Italia tra gli anni 80 e 90, e che ha portato i suoi scalcinati risultati fino ai giorni d’oggi.
Ma non é proprio cosí. La Trattativa racconta di personaggi mafiosi, politici corrotti, servizi segreti italiani tessuti nel telo sporco delle trattative tra lo stato e la mafia. E fin quí nulla di nuovo. Ma Sabina Guzzanti, con il suo modo ironico, racconta in maniera oggettiva, non dando risposte, ma ponendo interrogativi e soprattutto imponendo riflessioni.
Il documentario crea delle connessioni riassuntive tra i personaggi che tennero negli anni 90 il potere e le fila del potere in italia, e che ancora continuano ad avere potere.
Il film studia il caso dell’assasinio di Falcone e Borsellino, chi sono stati i mandanti? si é sempre pensato che fossero delle persone, e invece si capisce che fu proprio lo stato, la massoneria, gli uomini che sembravano amici e poi sono diventati i primi mandanti. Un documentario intrigante che ha incollato al telo del cinema Genesis moltissime persone.
Non c’é stato il tempo di sbattere le sopracciglia, non c’é stato il tempo di parlare con quello accanto, perché gli occhi e la mente seguivano la strada di un labirinto senza uscita.
Nomi come Gaspare Spatuzza, Giancarlo Caselli, colonnello Mori, Marcello Dell’Utri, Vito Ciancimino, Berlusconi, Scalfaro ecc sono portati con coraggio e determinazione sulla scena senza paura, ma con veritá sostenute da testimonianze e fatti concreti che sono sempre stati sotto gli occhi degli italiani, ma mai visti.
Il risultato é l’indignazine, la rabbia. Capisci quanto queste persone hanno rovinato l’Italia, e che quelli che ci sono ora non sono altro che un tentacolo ricresciuto di una piovra, mai morta.
Ci siamo alzati dalle poltrone del cinema scuotendo la testa, parlando a bassa voce, borbottanto e masticando amare parole, come una caramella amara mai andata giú.
La trattativa é un documentario forte e vale molto di piú di tanti libri di storia: porta in superficie i fatti, come anime che risalgono dagli abissi lontani di situazioni e corrosioni che sembrano finite, ma che in realtá si sono solo rinnovate. Come quel contadino che taglia il ramo vecchio per far ricrescere il germoglio, e fortificare l’albero.
Sembrano storie lontane, e forse i giovani di oggi non ci credono neppure, si annoiano a sentire nomi che un tempo non si potevano nemmeno pronunciare.
Forse oggi la rete é talmente piú fitta, piú profonda che non ci si accorge nemmeno che l’Italia é ancora una volta intrappolata, soffocata, in una morza tiranna, orribile e schifosa di una trattativa che ieri come oggi é il lasciapassare dei mali e del non decollo del paese Italia.
Non ci illudiamo che tutto é finito, tutto semmai é rinnovano: cambiano i nomi, ma l’ago che cuce le trame delle trattative tra stato e mafia, é il solito, e la coperta é piu’ lunga, piú pesante, tanto da essere scesa sul fondale di un’abisso immenso e irriconoscibile.
Rabbia, e indignazione, ma anche la speranza di far luce su temi che ci riguardano tutti quanti, che hanno e faranno parte del nostro essere umani. La speranza come un faro nella notte, una speranza che tutto possa essere ripulito. Una speranza effimera forse, una speranza disillusa, inutile. Ma é la speranza di un paese, é la speranza degli italiani che non si arrendono allo schifo, non si vogliono abbattere, non vogliono anche con la morte rinunciare alla speranza di vita.
Ecco questo é la trattativa, questo si é letto sui visi degli italiani a Londra che hanno visto il film stasera, e noi, tutti noi, che siamo immigrati a Londra, siamo una piccola parte di quella speranza per dimostrare alla piovra che non ci arrendiamo davanti alla rabbia, resistiamo, e lottiamo sempre e comunque con l’amore di essere italiani.