Nuovo progetto italiano: Migrant Women (Noi, donne Migranti)

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London- Oggi vi parleremo di un progetto ideato da due psicologhe italiane, Eleonora e Lucia, che hanno deciso di realizzare un progetto in madrelingua per donne italiane che vivono a Londra.

Presentatevi, chi siete? Siamo Eleonora e Lucia, due psicologhe italiane, viviamo a Londra da quasi due anni. Ci siamo conosciute a Roma durante il periodo dell’università e dopo aver fatto percorsi di vita e professionali abbastanza differenti ci siamo ritrovate qui in questa grande metropoli. A partire dai nostri percorsi personali e professionali, simili e al contempo diversi, abbiamo deciso di realizzare il progetto Migrant Women.

Come è nata l’idea di creare Migrant Women e di cosa si tratta? Ad oggi sono circa 500.000 gli italiani che vivono a Londra. Non vi sono però spazi per pensare in gruppo la migrazione. É per questo motivo che abbiamo deciso di unire le nostre competenze professionali per realizzare questo progetto. Migrant Women è al momento un progetto indipendente e autofinanziato con il quale intendiamo fornire un servizio di supporto alle persone che lo desiderano. Per ora il nostro interesse si rivolge a donne italiane emigrate a Londra, ma in futuro potremmo realizzare attività che coinvolgano anche uomini.

Perchè Migrant Women? Perché siamo due donne e vorremmo creare un servizio che possa essere di riferimento soprattutto alle donne che emigrano, da sole o insieme ad altri o altre, per trovare una forma di indipendenza e uno spazio che in Italia è diventato sempre più difficile avere. La migrazione al femminile è un fenomeno complesso, che porta con sé difficoltà legate non solo a differenze culturali, ma anche all’essere donna in un paese straniero. Sono già molte le donne che, dopo essere venute a conoscenza del progetto, ci hanno scritto anche semplicemente per dirci di quanto sia importante e necessaria per loro la nostra iniziativa.

Quali sono gli obiettivi del progetto? L’obiettivo è fornire uno spazio aperto a tutte le donne che arrivano a Londra e si ritrovano a fare i conti con una realtà completamente nuova. Migrando si fa i conti con emozioni e difficoltà legate all’abbandono del proprio paese, della propria casa, all’assenza di punti di riferimento quali famiglia, amici e affetti. Allo stesso tempo si entra a far parte di una nuova società. A contatto con una cultura differente ci si trova ad affrontare un insieme di novità positive, ma anche di ostacoli e difficoltà, a partire dalla lingua, la ricerca della casa e del lavoro, con la difficoltà di accedere alle necessarie informazioni per raggiungere con più semplicità i propri desideri ed obiettivi. Ci si trova così tra due realtà, e a volte si ha la sensazione di non appartenere a nessuna di esse. Si sperimentano quasi necessariamente sensazioni di smarrimento e perdita, e la sfida è ricostruire un nuovo e personale, ma anche conosciuto, senso di sè nel “nuovo mondo”. Sicuramente questo percorso può essere favorito dalla presenza di spazi nei quali poter parlare di come ci si sente.

Donne migranti 2Ora state lanciando la vostra prima iniziativa, di cosa si tratta? Il laboratorio “Noi, Donne Migranti” è un percorso guidato di riflessione in cui donne italiane che vivono a Londra possono parlare liberamente delle loro emozioni, difficoltà e speranze correlate alla condizione dell’essere migrante. Si tratta di un percorso di crescita personale e condiviso per ripensare e ridefinire sé stesse in relazione ad un nuovo contesto, alla nuova cultura e alle relazioni interpersonali trovate e costruite nell’ambiente londinese. Un percorso da intraprendere nella propia lingua madre.

Perchè in lingua italiana? Crediamo che dare la possibilità a donne di esprimersi nella propria lingua madre permetta di creare pensieri più fluidi, meno filtrati e che risultino più spontanei. Narrare la propria storia e i propri vissuti emotivi legati alla migrazione in italiano significa anche avvalorare un processo di integrazione tra nuovo e originario, presente e passato, memoria e futuro.

È un percorso personale e di gruppo, in che senso? È un percorso personale in quanto durante gli incontri le partecipanti saranno invitate a narrare la propria storia. Tale percorso di riflessione individuale viene condiviso e acquista così una dimensione collettiva perché fatto all’interno di un gruppo che ha l’esperienza della migrazione in comune. Questo può aiutare la persona a superare un certo senso di solitudine e supportarla nell’affrontare una serie di emozioni e situazioni. Il gruppo è un modo per fare nuovi incontri e ci auguriamo anche nuove amicizie, in quanto l’idea su cui si fonda il progetto Migrant Women è ricostruire un senso di appartenenza e comunità che funga da tessuto sociale per donne italiane emigrate a Londra.

Quando inizierà il laboratorio “Noi, donne migranti?” Il laboratorio si articola in sei incontri, che si teranno ogni lunedì a partire dall’8 giugno, dalle ore 18.15 alle 19.45, presso la Victoria Library (160 Buckingham Palace Road – SW1W 9UD, London, UK). La partecipazione al laboratorio prevede una quota di iscrizione di £90 che è possibile pagare in un’unica soluzione o in due rate.

Donne migrantilogoVolete aggiungere qualcosa? Abbiamo un sito internet sul quale è possibile reperire maggiori informazioni: www.migrantwomen.co.uk. Potete contattarci scrivendo una e-mail all’indirizzo info@migrantwomen.co.uk e unirvi al gruppo di Migrant Women su Facebook, che dire ancora, vi aspettiamo. [ in foto il logo]

 

 


Eleonora Bottini e’ una psicologa clinica, laureata presso l’Università La Sapienza di Roma, correntemente PhD student presso Birkbeck University, dove si sta occupando della condizione delle donne in Italia e del lavoro dei centri anti-violenza. Ha esperienze lavorative nel settore della salute mentale e nei centri-anti-violenza, dove ha condotto il gruppo di auto-aiuto. Ha svolto la sua tesi di laurea specialistica sul Concorso Lingua Madre, concorso nazionale di scrittura per donne migranti. Collabora con Il Birkbeck Institute for the Humanities, il Birkbeck Institute for Social Research ed il MaMSIE, giornale accademico su soggettivita’ femminili e maternità.

Lucia Macchiusi ha conseguito una laurea in Psicologia e un dottorato in Neurofisiologia (Università La Sapienza di Roma). Ha lavorato come ricercatore associato presso l`ISTC del CNR di Roma, dove ha collaborato a una ricerca per la valutazione dei servizi di salute mentale e ad una ricerca finanziata dalla regione Lazio per studiare i vissuti emotivi, le credenze e gli stati d’animo legati al fenomeno della povertà. Durante il dottorato ha lavorato presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, dove ha collaborato allo sviluppo di Brain Computer Interface per la riabilitazione dei disturbi cognitivi e motori. Nell’ultimo anno ha collaborato come psicologa presso Expressions with Art, gruppo di auto-aiuto situato in East London.


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