NUOVA LEGGE SULL’IMMIGRAZIONE POTREBBE ARGINARE L’IPOTESI BREXIT

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Londra – Al via l’offensiva del premier Cameron nei riguardi dell’Europa. Obiettivo a breve termine: ottenere concessioni sul fronte dell’immigrazione e del lavoro.

È stato infatti stimato che in Gran Bretagna il numero di persone i cui visti sono ormai scaduti e quelle la cui collocazione è attualmente ignota è arrivato a 300.000.

Trecentomila migranti di cui non si ha informazione alcuna relativa alla loro situazione lavorativa.
I dati ufficiali, d’altronde, parlano chiaro: nell’ultimo anno il numero di immigrati è cresciuto di 94.000 unità, mentre l’emigrazione si mantiene stabile.

Cifre che indignano l’elettorato di Cameron, cui egli stesso ha ribadito la sua volontà di intervenire efficacemente, e quanto prima, con una legge in materia di immigrazione.

Trattasi di riforme indispensabili – sostiene il Premier britannico – la cui formulazione non può essere procrastinata ulteriormente. L’opportunità di discutere la questione si è presentata lo scorso 22 maggio, in occasione del Summit di Riga dove Cameron non ha perso tempo ad avviare colloqui bilaterali con i leader degli altri Paesi dell’Unione.

Ciò che il Premier richiede è una nuova regolamentazione degli incentivi europei quali i sussidi di disoccupazione o i contributi per i figli a carico, che negli ultimi anni hanno fatto della Gran Bretagna un’attrazione irresistibile per i cittadini di altri paesi. Ne va dell’uscita dall’Europa – ha dichiarato Cameron: solo se si provvederà ad un riordino delle normative vigenti in materia di immigrazione sarà possibile impedire il Brexit. D’altro canto, il Premier britannico è sicuro che le sue richieste non cadranno nel vuoto: molti altri Paesi dell’Unione, infatti, sono costretti a fronteggiare flussi migratori pari a quelli della Gran Bretagna, soprattutto i paesi nordici quali Germania e Finlandia.

Lo stesso Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato di essere disposto a raggiungere un compromesso equo, benché la libertà di movimento quale principio chiave dell’Unione non sia soggetta a negoziati.

Dulcis in fundo, il discorso della Regina. Nei suoi ultimi interventi, infatti, Cameron ha assicurato che in occasione della cerimonia di apertura del Parlamento la Regina parlerà del nuovo progetto di legge finalizzato alla riduzione dei flussi migratori.

I migranti che lavorano in nero saranno perseguibili per legge secondo le direttive dell’Immigration Act 1971 e punibili con una condanna detentiva e/o una multa.

Misure restrittive che rassicurano gli elettori di Cameron, ma che suscitano anche molte perplessità. Che una regolamentazione dell’immigrazione sia necessaria è un dato di fatto.

D’altro canto, il lavoro in nero è una piaga che affligge la Gran Bretagna come innumerevoli altri Paesi dell’Unione. Occorre muoversi nella giusta direzione, guardando ai doveri ma soprattutto ai diritti di cui ogni cittadino dell’UE gode.

 

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