Intervista a Aminata Fofana connubio di sapori e spiritualita’ Afro-Italiani

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Chi e’ Aminata? un’insolito connubio di sapori e spiritualita’ Afro-Italiani…un matrimonio
perfettamente riuscito. Al pari del vino “Amerai” che inconsapevolmente abbiamo scelto per
aromatizzare l’incontro. Giovane, fresco, intenso. Anch’esso connubio perfettamente riuscito ma di
vitigni Italiani e stranieri. Magia o coincidenza?

Aminata Fofana nasce in Guinea. Trascorre l’infanzia immersa nella vita tribale del suo piccolo villaggio. Appena
adolescente, Aminata lascia con la sua famiglia la vita incontaminata del villaggio e si trasferisce a Kindia, una città alle porte della capitale Conakry. Qui, dopo aver affrontato i primi difficili adattamenti alla nuova vita, fa un salto ancora piú grande; lascia tutto indietro e si trasferisce da sola in Europa. A Roma, città dai cui ritmi e usi si dice catturata, e che ha scelto per scrivere. La luna che mi seguiva è il suo primo libro ed è scritto direttamente in italiano, che è la lingua da lei adottata. 

Perche’ Bristol?
<<E’ una realta’ armonica, che mette d’accordo le esuberanze creative e culturali del viverecontemporaneo>>.

Cosi’ Aminata trova Bristol, una citta’ dove si e’ sentita da subito accolta,
compresa. Un’ancoraggio fatto di sogni e spiritualita’ non territoriale.

Quando ti sei immaginata per la prima volta in un posto diverso dall’Italia?
<<Quando ho raccolto per la prima volta le forze dopo “un’amore amputato” ed ho aperto
nuovamente la tenda dell’ignoranza, che aveva schermato la vista dei miei sogni>>.
Quello che sento e’ un tono composto e deciso. Un ricordo cosi’ intenso da poter essere paragonato
al sentimento di stupore di una bambina, a cui si e’ posata inaspettatamente una piuma nel palmo
della mano che guardava aperta in quel momento. Dell’Aminata bambina, che si salva sempre, che
crede tutto possibile.

Che porta hai chiuso dietro di te e cos’hai lasciato in Italia?
<<La porta di una battaglia vinta contro l’ansia, e…una straordinaria amica, Martina. Un’amicizia
sconfinata, lontana solo geograficamente. Ho portato tutto con me, anche la sua amicizia>>.
Ascolto, ascolto ed ascolto senza intervenire, non mi capita spesso. Forse e’ Venerdi’, forse stiamo
sorseggiando un bicchiere di vino o semplicemente non voglio. Non voglio mettere fine all’armonia
di un fiume in piena di sogni, di parole. Dense, significative che riscaldano il cuore (conveniente per il
clima temperato oceanico Inglese) e nutrono la mente (conveniente per far fronte alla mia eta’).

Qual e’ il tuo sogno?
Aminata, sorride. <<Ho molti sogni. Vorrei aiutare i bambini in Africa, nel mondo. Aprire una scuola.
Vedi, questa e’ la mia parte che si ribella, che si ribella al fatto di non essere stata aiutata da
bambina a mia volta. I miei sogni, sono dei fuochi non spenti>>.
Mi inonda con una risata. <<Senza sogni siamo come delle bucce di banana senza frutto>>.
Non avrei potuto chiudere piu’ in bellezza di cosi’, metaforicamente parlando. E sempre rimanendo
in tema di slanci metaforici, una similitudine che ho fatto mia e mi piacerebbe condividere.

Grazie Aminata e benvenuta a Bristol. Un augurio speciale affinche’ possa completare e pubblicare
con successo in UK il tuo prossimo libro. [Maria Pia Tropepe da Bristol]