Per molti versi – comunque vada a finire a questo punto – la Grecia è la goccia che fa traboccare il vaso, rovesciando a terra la credibilità dell’Unione Europea come “entità di governo”.
Ricordiamo che sono ancora freschi i trionfi Ue della “Primavera araba”, del frettoloso e sconsiderato tentativo di allargamento dell’Unione all’Ucraina e il suo esito, della tragedia libica – in non poca parte sostenuta e voluta da Bruxelles.
C’è il comportamento dell’Unione nell’ultima guerra balcanica, conclusa – per il momento – solo perché americani e tedeschi, agendo in concerto, hanno deciso di chiuderla.
Passiamo sopra l’improbabile e impresentabile “protettorato” Ue del Kosovo. Non se ne parla perché è meglio di no. Sorvegliamo anche sul tema dei migranti nordafricani, di cui si è già detto tutto il male possibile.
La brutale e semplice verità è che questo secolo ha messo il ruolo di stato unitario embrionale dell’Unione alla prova: in ogni importante occasione ha palesemente, innegabilmente fallito.
Ha dimostrato un talento particolarmente negativo per la gestione delle cose economiche. Pensate come Bruxelles debba vivere con risentimento il successo economico della Gran Bretagna, l’unico grande paese europeo con l’economia sicuramente in crescita – e l’unico ad avere respinto in blocco sia l’euro, sia i “consigli” in arrivo dalla capitale belga.
E quei maledetti americani… Come si permettono di avere l’economia in salute? Dobbiamo almeno azzoppare Google, Amazon, Apple, Uber, Netflix, Facebook et al, pure a costo di trovare che ci siamo mozzati il coso per far dispetto alla moglie. L’Italia, debole politicamente, quei consigli Ue li ha invece dovuti seguire pedissequamente… Ma è la Grecia il capolavoro.
Non ne facciamo una questione morale. I greci, trovando la stalla aperta, hanno portato via cavalli e finimenti, asini, buoi, balle di fieno, forconi e tutto quanto non era inchiodato saldamente per terra. Si sono indebitati, fischiettando e brindando, fin sopra gli occhi – ma solo perché qualcuno gli aveva permesso di farlo. Sicuramente i greci se la sono cercata.
Va bene, ora che si fa? Quello che ha fatto l’Unione Europea è stato di agire in funzione “recupero crediti”, minacciando di far fare una brutta fine a chi non restituiva alle sue banche i soldi che erano già stati spesi, che semplicemente non c’erano più.
Ricordiamo, con precisione, che la Grecia ha inizialmente provato a fare esattamente ciò che Bruxelles chiedeva – l’austerità à go-go – riuscendo solo a mandare drammaticamente a picco la sua economia.
Ora il Paese non ha i soldi per far fronte ai suoi debiti, se li ha mai avuti. Non ci sono, e tutte le minacce del mondo non cambiano quel fatto. Visto che, senza tanti giri di parole, la grana proprio non c’è, l’utilità dell’accanimento Ue diventa un tantino oscura – a meno che lo scopo dell’esercizio non sia quello di fare vedere cosa succede a chi non porta rispetto… Possiamo riassumere? I greci sono quelli che sono.
L’autorità superiore preposta, almeno teoricamente – il governo dell’Unione – non se n’è accorta, e quando è giunto il momento di fare i conti, ha dimostrato di non avere alcuna vera risposta da dare, a parte ovviamente quella ragionieristica di insistere che i debiti andassero in ogni caso e ad ogni costo ripianati, anche se la cassa greca fosse completamente vuota – com’era e com’è. [in foto Wolfgang Schauble e Yanis Varoufakis]
Il danno va oltre la distruzione dello Stato ellenico.
C’erano buoni e validi motivi per la costruzione della “casa comune” europea. E’ stata un efficace meccanismo di pace su un continente che pacifico non è per mezzo secolo. Sono senz’altro state fatte molte cose buone.
Tutto questo ora rischia di andare a pezzi perché, visti gli incredibili pasticci degli ultimi anni – di cui la Grecia è solo l’ultimo – sappiamo di non potere fare conto su Bruxelles per le cose serie, le cose che deve sapere fare un’entità che aspira a essere uno stato sovranazionale.
Non tutti gli spot televisivi del mondo “per informare, non influenzare” potranno cambiare la sostanza del problema. Quel problema è la hýbris, un termine e tema ricorrente della (antica) tragedia greca con un significato che unisce “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”, “orgoglio” e “prevaricazione”… E’ una forma di peccato che, una volta commesso, si trasmette alle generazioni a venire.