Londra dalla nostra inviata dal parlamento)- La giornata di Mercoledì 22 luglio è stata molto intensa alla House of Lords, per quanto riguarda la questione dei migranti in Italia e Grecia.
Alle ore 10 e 30, Steven Symonds, co-direttore del Refugee and Migrants Rights programme di Amnesty International, e David Mepham, UK director of Human Rights Watch, hanno discusso delle pessime condizioni umanitarie dei migranti nel Mediterraneo con Elizabeth Collett, direttore del Migration Policy Institute Europe, e Franck Düvell, Associate Professor e Senior Researcher dell’Università di Oxford.
Mepham ha esposto come la prima causa della crisi dei migranti sia di fatto il contrabbando. Questo problema sta crescendo in maniera esponenziale e diventa un problema sempre più grave, sui cui bisogna focalizzare per eliminare la cosiddetta “migrazione irregolare”.
Secondo il rapporto di Mepham, il 60% dei migranti proviene da Siria, Eritrea, Somalia e Afghanistan. La situazione politica dell’Eritrea, in particolare, non riceve abbastanza attenzioni, ma è fra le più delicate in quanto ad episodi di tortura, violenza e crimini contro l’umanità.
Per quanto riguarda la situazione della Libia, Steven Symonds ha dichiarato come, prima della crisi, fosse a sua volta una destinazione dei migranti. Adesso però si ritrova ad essere una vera e propria trappola per gli stessi libici, costretti ad abbandonare le loro case a causa dei conflitti.
Il fatto di non avere altra scelta è il primo elemento da comprendere di questa crisi umanitaria e per affrontare la questione in modo critico, Mepham e Symonds suggeriscono di ridurre innanzitutto il contrabbando, partendo da quelle stesse persone che ne traggono profitto.
Passando alla Main Chamber, invece, la baronessa Usha Kumari Prashar ha ripreso in un suo interessante intervento pomeridiano, le proposte di aiuto verso Italia e Grecia avanzate Martedì 14 luglio da Lord Roberts of Llandudno.
L’Inghilterra si ritrova, difatti, ad essere fra i paesi dell’Unione Europea a non avere affatto considerato la proposta di ricollocazione dei rifugiati attualmente ospitati da Italia e Grecia, espressa il 20 luglio da parte del Consiglio Europeo e accolta, per ora, unicamente da Germania, Lussemburgo e Malta.
Le proposte del Governo Britannico, secondo l’opinione della baronessa Prashar, non sono affatto convincenti e si limitano solamente a proporre la riduzione, se non il blocco totale del flusso dei migranti attraverso il Mediterraneo. Delle considerazioni inaccettabili da parte di uno stato membro dell’Unione Europea, il quale dovrebbe innanzitutto basarsi sui principi di solidarietà internazionale.
La crisi umanitaria, nel frattempo, diventa sempre più grave, ma la baronessa non si arrende e persiste nel chiedere al Governo Britannico di rivalutare la propria decisione, prendendo parte allo schema proposto dal Consiglio Europeo.
Dibattito alla House of Lords sul problema dei migranti in Italia e Grecia
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