SEI MOTIVI PER CUI GLI ITALIANI FANNO BENE AL REGNO UNITO

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London-  Quando si parla di emigrazione molto spesso la si considera come un problema da risolvere e un costo per il Paese ospitante. Secondo un recente sondaggio dell’Eurobarometer il 38% degli Europei considera l’immigrazione come il problema più’ impellente per l’Europa.

Bene, questo non e’ sempre vero. Soprattutto quando parliamo si un tipo di emigrazione, quella italiana in UK che sta aumentando rapidamente ( 57,600 nuovi italiani solo nell’ultimo anno secondo l’Office National Statistics-ONS, dati ufficiali). Alla luce del pressante dibattito politico e soprattuto delle ultime dichiarazioni del Ministro degli Interni Britannico Theresa May che auspicano una restrizione delle barriere anche per i migranti che vengono dall’Europa, risulta doppiamente interessante capire i costi e i benefici dell’immigrazione italiana nel Regno Unito e analizzare chi ci guadagna cosa.

I dati che seguono sono il risultano di un’indagine condotta durante i miei studi presso Richmond, the American University of London. Ecco un lista di motivi per cui gli Italiani che si trasferiscono in UK sono un beneficio per l’UK.

1. Gli italiani contribuiscono all’economia britannica più’ di quanto ricevono.

Come tutti coloro che vivono e lavorano in UK, anche gli italiano pagano ovviamente le tasse.Contributi che servono a coprire le spese per il welfare, per la sanità, per l’educazione, pagano il debito pubblico inglese ecc…Uno studio condotto dall’Università’ di Milano in collaborazione con UCL mostra il contributo fiscale degli immigrati europei in UK. Gli Europei (tra cui anche gli Italiani) hanno pagato 22,1 miliardi di sterline nelle casse del governo inglese nel periodo 2000-2011.Un Italiano in media contribuisce 34% in più’ di quanto costa allo Stato.In contrasto, i dati medi degli inglesi risultano abbastanza negativi.

Nello stesso periodo un inglese ha ricevuto 89% in più’ di quello che ha contribuito con un netto fiscale negativo di 624,1 miliardi.

2. Gli italiani spendono in UK.

Oltre al contributo fiscale, gli immigrati italiani contribuiscono all’economia inglese per il semplice fatto di vivere e quindi acquistare in UK.

E’ facile capire come questi fondi vadano ad alimentare l’economia, aumentando la domanda per beni e servizi ovvero ci sono piu’ persone che affittano case, piu’ persone che fanno la spesa, che vanno al ristorante ecc..E quindi ci sono piu’ soldi rimessi in circolo nell’economia. Se consideriamo la spesa media per individuo nella fascia piu’ bassa di reddito che secondo l’ONS e’ di 218,30 sterline a settimana, ovvero 946 al mese, e moltiplichiamo per il numero ufficiale di Italiani a Londra secondo il Consolato italiano ovvero 250 mila, otteniamo 236,5 milioni di sterline immesse nell’economia ogni mese come minimo.

3. Gli italiani sono più’ giovani e più’ istruiti.

Che dall’Italia i cervelli fossero in fuga, già lo sapevamo. Sono i piu’ giovani e i laureati ad andarsene e,sorpresa, sono piu’ giovani e piu’ istruiti rispetto agli Inglesi. Secondo il mio sondaggio, il 48% di quelli che se ne vanno hanno almeno una laurea triennale contro la media nazionale inglese di laureati che e’ del 24%. Il 50% degli intervistati ha meno di 30 anni contro l’eta’ media della forza lavoro inglese che secondo le proiezioni ONS supererà’ i 50 anni prima del 2020.

 

4. Gli Italiani apportano capitale umano a costo zero.

La maggior parte degli italiani arriva con un’ istruzione di cui l’Italia si e’ fatto carico.

Arriva un punto il cui un individuo come contribuente passa da passivo ad attivo ed e’ proprio quello il momento in cui gli Italiani se ne vanno, voltano le spalle al Paese che ha pagato la loro istruzione ma che non può’ offrirgli un lavoro. Secondo uno studio condotto dall’ Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) tra il 2008 e il 2014 l’Italia ha perso un capitale umano di 23 miliardi di dollari che non tornerà’ più indietro, e’ come se il Governo Italiano decidesse di devolvere all’estero dei fondi o di costruire infrastrutture, reti ferroviarie ecc…in altri Paesi.

Si calcola che l’Inghilterra avrebbe dovuto spendere 6,8 miliardi di sterline nel sistema scolastico per istruire la forza lavoro apportata dagli immigrati europei arrivati dal 2000 al 2011.

5. GlI Italiani investono in UK.

Sempre più’ Italiani decidono di investire nel Regno Unito allargando o ricollocando un’azienda già esistente oppure aprendo una startup. Secondo la Camera di Commercio Italiana per il Regno Unito, l’Italia e’ tra i migliori investitori Oltremanica con un flusso totale di 1,2 miliardi in tre anni e un incremento del 44%. Le motivazioni sembrano essere legate al minore peso fiscale, alla semplicità burocratica, alla flessibilità del mondo del lavoro, alla possibilità’ di conoscere e farsi conoscere attraverso una rete fissa di eventi, seminari, coworking ecc…

6. Gli Italiani creano lavoro in UK.

Sarebbero 11,500 i nuovi posti di lavoro creati dalle azienda italiane in tre anni per la Camera di Commercio Italiana per il Regno Unito. Secondo Caterina Cotugno – Innovation, Investments and Communications Manager – “il trend è principalmente nell’ICT e nelle molteplici sfumature che il digital può avere: dal mobile, al mercato florido delle app, all’advertising, a piattaforme di ecommerce, all’innovazione nei processi di fruizione dell’arte” Non solo food a spingere gli italiani Oltremanica, quindi.

In conclusione il quadro generale che ne viene fuori e’ certamente positivo. Gli Italiani fanno più che bene all’economia inglese che a differenza di quella italiana sa attrarre talenti e capitali in una realtà’ multietnica e multiculturale. L’immagine dell’Italiano medio in Gran Bretagna e’ ben lontana dallo stereotipo dello scansafatiche che vive di sussidi : e’ giovane, laureato, imprenditore e contribuisce attivamente alla società’ in cui vive.

 


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