Dall’Itaca immaginaria uno slancio verso il mondo

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Londra -Presentazione all’Istituto di Cultura Italiamo , dell’ultimo libro di Vinicio Capossela: Il mondo dei Coppoloni L’ultimo libro dell’eclettico e noto artista Vinicio Capossela, Il mondo dei Coppoloni, si appresta ad essere una delle punte di diamante per quanto riguarda la promozione della cultura italiana nel resto del mondo.
La sola presentazione, avvenuta nella suggestiva sede dell’Italian Cultural Institute, denota la volontà del Capossella di voler espandere, al di fuori delle limitate frontiere italiane, le proprie vedute artistiche e musicali.
Noto per i molteplici brani musicali , il cantautore qualche anno addietro decise di lanciarsi nel mondo della scrittura.

Presi carta e penna già con il suo primo libro intitolato: In Clandestinità uscito nel 2009, ottenne un discreto successo per essere un debuttante nel mondo della carta stampata, tuttavia il Capossela era avvezzo, da buon cantautore quale che é, alla produzione di profondi ed elaborati brani pertanto il passaggio all scrittura fu più naturale ed automatico possibile.


Avendo preso gusto nello scrivere, continuando parallelamente la sua carriera da musico, oggi lo troviamo nuovamente alla presentazione del suo quarto ed ultimo elaborato scritto: Il mondo dei Coppoloni per l’appunto.
Prendendo in prestito dal suddetto libro, un passo che lo stesso autore menziona nella copertina, il Capossela afferma che c’è una musica per tutto, sia per bere in allegria con gli amici di sempre, che per i funerali che in fine per uccidere il maiale, insomma, con ciò l’intento dell’autore consiste nel far scoprire agli italiani stessi ma in particolar modo a chi italiano non é, le varie musiche e canzoni popolari che costellano le nostre cittadine medievali, i nostri rioni, i nostri comuni.

Questo variegato universo di canzoni, musiche e tradizione é e deve essere considerato a tutti gli effetti un patrimonio culturale che deve essere promosso all’estero.

Un viaggio nella memoria della nostra quotidianità peninsulare, un viaggio che come afferma l’autore prende piede da un Itaca immaginaria ma allo stesso tempo concreta che non sarebbe altro che il nostro posto di provenienza dal quale dovrebbe prendere piede questo ipotetico viaggio verso l’esterno, verso il mondo.

Ambientato nell’Italia meridionale del dopo Risorgimento, l’autore si immagina un mendico che vagabondando fra i molteplici paesini arroccati della regione Irpinica, un po come un moderno Enea, inizia una letterale e profonda scoperta di que montuosi , boschivi e quasi impenetrabili luoghi della Campania più interna e misteriosa.

Traendo ispirazione da un pensiero del medesimo Capossela “ per non essere provinciali non bisogna negare il nostro luogo d’origine, ma proprio facendo cardine su quest’ultimo dovremmo intraprendere i nostri slanci verso ed oltre i confini delle moltitudini contrade italiane.