Un team italiano ha vinto 100 mila $ in un informatics contest in California

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Caterina Vidulli

Nel settore dell’informatica e delle startup gli Stati Uniti hanno raggiunto una sicura ed affermata leadership mondiale, molte delle più importanti aziende d’informatica al mondo si affrettano per aprire anche loro le proprie sedi presso la oramai celebre Silicon Valley.

Tuttavia le cose non prendono sempre una piega unidirezionale, al contrario siamo felici di riportare la notizia che un team di italiani ha appena vinto un importante informatics contest che si è tenuto in San Jose, California, nelle 24 ore che separavano il 15 ed il 16 Novembre.

Il premio finale del Battle Hack Prize, che ammontava a 100 mila dollari, è stato vinto da un team di Venezia che gareggiava in rappresentanza dell’Italia. Dopo aver esaminato I lavori di tutti i concorrenti, I giudici hanno deciso di premiare il lavoro e l’ingegno del team italiano di Venizia, composto da Caterina Vidulli, Cristy Gutu, Cristiano Griletti (Mastro Gippo) e Sara Spadafora

 

Sponsorizzato da PayPal e Braintree, il team ha sviluppato un dispositivo App che promette di cambiare in meglio la driving experience di ogni conducente.

Raccogliendo ed analizziamo un gran numero di dati durante il percorso , l’automobile con questa App fornisce tutta una serie di informazioni utili al guidatore come: condizioni meteo e situazione del traffico e della viabilità.

Tutta questa mole di news servono a garantire una guida più confortevole e sicura, inoltre va ricordato che questo dispositivo permette di controllore in tempo reale la situazione della propria automobile parcheggiata, un dettaglio molto importante per chi ama le automobili, è disposto a spendere somme elevate per comprarle e vuole pertanto assicurarsi la massima garanzia di sicurezza.

La forza di questo prodigioso team, che è riuscito a vincere su concorrenti agguerriti provenienti da tutte le parti del mondo come Singapore, TelAviv, Stoccolma, Londra, Berlino, Los Angeles, Chicago, New York, Melbourne e Toronto, è stata probabilmente il fatto che non fossero tutti programmatori ma che fossero al contrario un gruppo eterogeneo di professionisti con punti di vista e visioni d’insieme più ampi.

Tommaso Vicarelli