Londra – La storia ci racconta molto bene quanto sia stata fondamentale l’aeronautica britannica nel corso della storia ed in particolar modo durante quei cruciali 4 mesi del 1940 nel corso della “Battaglia d’Inghilterra”.
In quegli anni il genio britannico dell’ingegnere aeronautico Reginald Joseph Mitchell, produsse un vero ed autentico prodigio nel campo dell’aviazione: il prestazionale Spitfire traduzione italiana che sta letteralmente per: “sputafuoco”.
Il prodigioso velivolo Spitfire è entrato ufficialmente a far parte della mitologia moderna della Gran Bretagna in quanto la velocità del prestazionale motore Merlin e soprattutto la grande maneggevolezza, garantita dalle ali ellittiche, lo resero l’unica ed autentica “bestia nera” per la Luftwaffe che, in quell’epoca, deteneva un vantaggio numerico e tecnologico ragguardevole.
Tuttavia dopo il secondo conflitto gli inglesi hanno continuato ad investire nel settore aeronautico ed ad oggi hanno mantenuto stabilmente la loro leadership. Il passo dal settore aeronautico a quello aerospaziale è stato diretto ed automatico tanto che negli anni della guerra fredda, durante la competizione fra i due blocchi, anche l’Inghilterra, come altre potenze europee, entrò a far parte dei programmi spaziali internazionali.
Nel 1985 presso Polarised House di Swindon, città situata nel South West England, fu fondata la BNSC, acronimo che sta per British National Space Centre; questa incredibile agenzia governativa è stata la colonna portante intorno alla quale l’Inghilterra ha costruito, anno dopo anno, missione dopo missione, la sua storia nell’ambito aerospaziale.
Contribuendo per il 17,4% alle spese per l’agenzia spaziale europea ESA, la BNSC ha giocato un importante ruolo nell’ambito dei vari programmi spaziali europei.
Tuttavia ogni storia di successo arriva prima o poi alla fine di un ciclo, e così dopo ben 25 anni di attività, il primo Aprile del 2010, è stato ufficialmente annunciato il cambio del nome di questa prestigiosa agenzia governativa in UKSA, acronimo che sta per: United Kingdom Space Agency.
foto [ David Parker, director of space science at the UK Space Agency]
Questo non è stato un semplice cambio di nome quanto, piuttosto, il tentativo di proiettare UKSA verso il domani focalizzando la propria attività sia sullo sviluppo di tecnologie innovative che sullo studio delle missioni spaziali del futuro.
Riorganizzare questa importante agenzia spaziale governativa per essere pronti ad affrontare le sfide che il futuro presenterà: questo è il must attorno al quale i dirigenti di UKSA, ed in particolare del suo Chief Executive Dr. David Parker, hanno voluto concentrare il lancio della nuova agenzia UKSA.
L’ultimo grande lavoro alla quale la UK Space Agency ha preso parte è stata la missione LISA Pathfinder, l’intero progetto ha visto un coinvolgimento molto forte dell’ agenzia spaziale britannica che non ha solamente fornito grande supporto durante la progettazione e costruzione di questo innovativo spacecraft del futuro, ma ha svolto un vero e proprio ruolo leader nei mesi di preparazione ed allestimento antecedenti al lancio di questo velivolo spaziale. LISA Pathfinder, grazie all’ intenso lavoro di UK Space Agency, aiuterà i ricercatori di oggi e gli esploratori del domani a comprendere meglio le leggi che regolano l’universo, in questo caso quelle relative alle onde gravitazionali.
Ricordoiamo che il 15 settembre alle ore 11 di mattina dalla base di lancio di Baikonur in Kazakistan, l’astronauta britannico Tim Peake a bordo del razzo Soyuz, È il primo cittadino britannico ad essere stato selezionato come astronauta. Questo importantissimo evento contribuirà ad aggiungere un tassello in più alla già prestigiosa storia dell’attività spaziale britannica; per rendere omaggio a questo storico evento la UKSA organizzerà a Londra, presso il Science Museum nella mattinata di martedì 15 dicembre, la diretta dalla base di lancio in Kazakistan, da dove partirà questa storica missione spaziale.
La missione, alla cui organizzazione hanno preso parte paesi provenienti da quasi tutti i continenti come: Canada, USA, Russia e Giappone, ha visto un investimento da parte del governo britannico di ben 80 milioni di sterline.
Concludo prendendo spunto dall’intervista rilasciata dal ministro inglese delle università e della scienza Jo Johnson, secondo cui “il prossimo lancio di martedì 15 dicembre sarà il punto culminante della collaborazione fra il Regno Unito e la base orbitante internazionale”.
L’Inghilterra si appresta, dunque, a raggiungere un importante obiettivo e i risultati che questa missione fornirà non verranno segretamente conservati ma condivisi in quanto non esiste scienza senza condivisione.
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