Il Partido Popular del premier Mariano Rajoy ha vinto le ultime elezioni ottenendo 123 seggi alla camera dei deputati su 350, ma questo corto margine di vantaggio nei confronti dei suoi concorrenti politici non gli permette di creare il governo.
In effetti o scende a compromessi tentando di trovare una coalizione anche con i suoi avversari di sempre, i socialisti, oppure la situazione politica in questo paese dell’Europa mediterranea potrebbe complicarsi ulteriormente.
Dalla morte del Caudillo Francisco Franco, avvenuta il 20 novembre 1975, dopo tre anni di transizione democratica sotto il governo di Adolfo Suarez, in Spagna al potere si sono sempre alternati o i Socialisti o i Conservatori. C’è stato per decenni un bipartitismo perfetto che ha garantito a chi avesse vinto le elezioni una solida e sicura maggioranza per governare. Ma in queste ultime elezioni i Socialisti hanno ottenuto 90 seggi, corrispondenti al 22% dell’elettorato, il partito anti-austerity Podemos 69 posti, corrispondenti al 20.06% degli elettori, mentre Ciudadanos ha eletto 40 deputati, corrispondenti ad il 13.9% dell’elettorato.
Se il Partido Popular avesse ottenuto almeno 176 alla camera dei deputati avrebbe potuto formare la maggioranza, ma vista la situazione contingente, Mariano Rajoy è stato messo alle strette: o tenta una coalizione impossibile con i socialisti, oppure sarà difficile creare il governo.
In effetti gli alleati naturali di Rajoy e del suo partito potrebbero essere i deputati di Ciudadanos, tuttavia anche se si alleassero la maggioranza non sarebbe ancora sufficiente per garantire un governo stabile e duraturo.
Per converso i socialisti trovando in Podemos il loro alleato naturale potrebbero coalizzarsi con i suoi deputati ma anche in questo caso non si raggiungerebbe la maggioranza. L’unica soluzione possibile sarebbe che i due principali partiti, Partido Popular e Socialisti, trovassero un “accordo all’italiana”, solamente in questo modo verrebbe garantita una sicura maggioranza.
Tuttavia in un paese che è stato fortemente bipartitico per decenni sembra alquanto difficile vedere i due maggiori partiti che, per anni si sono fatti la “guerra”,riunirsi in una coalizione di governo.
In ogni modo da queste elezioni emerge un dato importante, il partito anti-austerity Podemos, guidato dal giovane professore di Scienze Politiche dell’Università Complutense di Madrid Pablo Iglesias, è stata la vera ed unica spina nel fianco per i due maggiori partiti, se non ci fosse stato questo “terzo incomodo” il bipartitismo il Spagna avrebbe proseguito senza problemi ed il Partido Popular ed i Socialisti avrebbero continuato ad alternarsi al governo.