«Riscoprire i sapori che hanno accompagnato la nostra infanzia sarà la sfida del futuro. – continua Villazzi – Mi ritengo fortunato rispetto alle giovani leve perché il mio cervello e ilo mio cuore hanno registrato profumi, odori e gusti che purtroppo le ultime generazioni hanno perso o non hanno avuto la possibilità di sperimentare.
Con DolceIta desidero fortemente condividere anche all’estero l’eccellenza dell’enogastronomia italiana».
Concreto il messaggio di Gianluca Villazzi, fondatore di DolceIta, alle nuove generazioni di chef e imprenditori del Food and Beverage world.
Classe 1967, di origini piacentine, Villazzi ha già dietro di sé ben quattro generazioni nell’ambito della ristorazione. Come maitre in una struttura del suo territorio si fa le ossa personalmente con l’opportunità di conoscere molti volti noti ed emergenti del mondo dello spettacolo.
Erano gli anni’80 – ‘90 e nomi come Vasco Rossi, Patti Pravo, Gianna Nannini… hanno gravitato nei luoghi natii di Villazzi.
«Ricordo che una mattina presto –racconta Villazzi – mentre stavamo allestendo la sala, Vinicio Capossela improvvisò per me e un cameriere una suonata al piano scordato che era lì e mai usato. Fu un’esperienza unica e indimenticabile».
E fu proprio la musica, e nello specifico il jazz, che gli suggerì il salto nel mondo della ristorazione come imprenditore: alla fine degli anni ‘90 Villazzi, infatti, aprì il pub Jazz cafè a Roveleto di Cadeo e da lì l’ascesa continua fino ad oggi.
Poter riconoscere la filiera produttiva di ciò che mangiamo è la garanzia che ci dà un valore aggiunto
Dal suo maestro Franco Ilari, fondatore dell’Antica Osteria del Teatro a Piacenza, dove Villazzi ha lavorato per i primi anni della sua carriera alla gestione attuale della ristorazione del circolo del MAE, del Circolo canottieri Lazio e del Polo Lazio, Villazzi ha affinato le sue doti come imprenditore e come ricercatore del buon gusto: «Amo il mio lavoro e soprattutto amo far gioire le persone con il cibo. Riuscire a farlo con le eccellenze italiane e mantenendo elevati standard è per me una missione culturale».
L’equilibrio tra gli ingredienti e la loro qualità sono l’asso vincente di un piatto secondo la filosofia DolceIta. Il rispetto del territorio e della stagionalità, inoltre, sono i principi della carta di identità del cuoco del terzo millennio: Innovazione e tradizione in un connubio di trionfo di eccellenze di sapori.
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