Nanni Moretti legge «Caro Michele» All’ Istituto di Cultura Italiana un omaggio a Natalia Ginzburg

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Londra -Sarà che «le parole sono importanti» – e che lui è sempre riuscito a trovare quelle giuste, nei suoi film. Sarà che alla critica politica e sociale non ha mai rinunciato («io, anche in una società più decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di persone») e solo chi prende partito, alla fine, sfugge all’oblio del tempo.

O sarà che crescere a cinema e sacher torte si viene su bene. Difficile decifrare l’alchimia del successo di un grande narratore. Sta di fatto che Nanni Moretti ha già un posto d’onore nella galleria della cinematografia italiana.

Dai tempi del primo lungometraggio («Io sono un autarchico», 1976) la sua produzione ha partorito quasi trenta titoli (tra i più celebri «Ecce Bombo», «Bianca», «Caro Diario», «La stanza del figlio», «Il caimano», «Habemus Papam») ed è stata pluri-premiata a livello internazionale, confermandone lo status di maggiore cineasta italiano nel mondo.

Il 24 febbraio, l’Istituto di Cultura Italiana a Londra lo ospiterà per un evento in celebrazione del centenario dalla nascita di Natalia Levi Ginzburg. Consacrata ufficialmente come scrittrice dal Premio Strega per «Lessico famigliare» (1963), la Ginzburg è stata un’attiva intellettuale fin dalla II Guerra Mondiale (evento che la coinvolse drammaticamente in quanto di origine ebraica), frequentando i circoli antifascisti torinesi e l’intellighenzia raccolta intorno alla Einaudi. Tra le più prestigiose protagoniste femminili del dibattito politico della I Repubblica, collaborò, tra gli altri, con il Corriere della Sera e divenne deputata della Repubblica nelle fila del Partito Comunista Italiano (1983).
Per celebrare la donna scrittrice, e in occasione dell’uscita del suo «Caro Michele» (1973) in formato audio-libro (EMONS Edizioni, 2016), sarà la voce dal vivo di Nanni Moretti a ripercorrere alcuni passi di questo romanzo epistolare. Al cuore della narrazione, le vicende di ordinaria gioventù e immigrazione di un italiano a Londra nel post ’68 e – dall’altra parte – della sua famiglia rimasta nel Bel Paese. 

A dialogare con il regista la scrittrice Chiara Valerio, autrice di «A complicare le cose», «La gioia piccola d’esser quasi salvi», «Spiaggia libera tutti» e «Almanacco del giorno prima». Valerio ha già collaborato con la RAI e ha curato la traduzione del romanzo di Virginia Woolf «Flush».