Scandalo Panama . Il pressing della stampa inglese e l’imbarazzo di Cameron

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Scandalo Panama Papers La élite globale trema E’ stata lanciata solo qualche giorno fa la bomba Panama Leaks e qualche poltrona di governo è già saltata.

E’ di ieri sera, infatti, la notizia che il primo ministro islandese, coinvolto nello scandalo globale, ha rassegnato le proprie dimissioni, dopo che Reykjavík si è trasformata in una grande, rabbiosa piazza di protesta. Ma il caso islandese è, come noto, solo la punta dell’iceberg.

Il primo grande imputato, che ha già invocato il complotto, e’ Vladimir Putin. Ma non è il solo importante politico travolto dallo scandalo. Tra i numerosi coinvolti troviamo capi di stato o ministri di Ucraina, Siria, Arabia Saudita, Marocco, Azeirbaigian, Argentina, Cina e altri stati ancora. Anche la leader della destra anti-sistema francese, Marine Le Pen, sarebbe coinvolta in una storia di lingotti d’oro e soldi intestati al maggiordomo di famiglia.

Ma non solo. Tra gli accusati ci sono anche tanti VIPs dello star system, come il calciatore Messi o il regista spagnolo Almodovar. Il capo di imputazione comune: aver occultato patrimoni multimillionari in paradisi offshore per sottrarli alla fiscalità del proprio paese. La fuga di notizie sarebbe iniziata da una soffiata partita dall’ufficio legale panamense Panama Mossack & Fonseca. La sinergia congiunta di oltre 300 giornalisti coordinati dall’ ICIJ (International Consortium of Investigative Justice) avrebbe fatto il resto.

Con un volume di oltre 11 milioni di documenti sensibili trapelati, il Panama Leaks sarebbe il piu’ grande scandalo finanziario della storia mai registrato. Nell’occhio del ciclone – come ben noto – è finito anche il Premier britannico Cameron. Il padre del Primo Ministro, Ian Cameron, è accusato di possedere fondi che sarebbero stati occultati in paradisi fiscali per oltre 30 anni. Cameron Senior, dunque, sarebbe reo di una maxi evasione ai danni del fisco britannico. Un vero e propio piccolo esercito di prestanome sarebbe stato assoldato da Cameron padre per gestire le proprietà offshore.

E l’imbarazzo è grande, visto che uno dei punti forti della campagna elettorale di Cameron era stato proprio quello della trasparenza finanziaria. L’opposizione laburista attacca il Premier e chiede un’inchiesta per fare chiarezza.

Il pressing della stampa inglese sta mettendo a dura prova il Premier britannico che, finora, ha fatto deboli dichiarazioni sulle sue personali proprietà, malcelando a stento l’imbarazzo suscitato dallo scandalo.

E sull’onda di queste notizie, dichiarazioni importanti provengono dalla Casa Bianca. Obama ha lanciato un appello per una «global tax reform». «L’evasione fiscale è un grande problema» – ha dihiarato. «E non è un fenomeno che riguarda solo gli altri paesi». E anche se e legale, è proprio questo il problema. La regole fiscali sono così mal congegnate da permettere ai più ricchi di sottrarre risorse a tutto il resto della comunità – a livello nazionale e globale. Perché qui non stiamo parlando di evasioni da scontrino, ma di milioni, miliardi, che – magicamente – finiscono scudati dalla sovranità fiscale di stati che, in cambio di qualche briciola, permettono alle loro banche di secretare l’identità dei super-ricchi (e spesso super delinquenti) evasori.

Niente di nuovo sotto il sole. E a questo punto la vera questione è: appurate le debite responsabilità – penali e morali –, ci sarà la volontà politica di riformare il riformabile? Verranno stabilite delle regole per evitare che il fenomeno della super evasione offshore continui a proliferare indisturbato a livello trans-nazionale? Difficile: perché, come abbiamo visto, tra i primi e più grandi beneficiari di questo sistema vi erano molti di quelli che alcuni hanno definito come i membri di una «élite globale».

E allora il dilemma rimane insoluto: chi controllerà i controllori? Come arrivare alla «global tax reform» invocata da Obama? E per il Regno Unito: quali conseguenze ci saranno per le imminenti elezioni? Ancora troppo presto per azzardare previsioni, ma una cosa è certa. Siamo di fronte ad uno scandalo che rimarrà nella storia.

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