Incontro con Luca Medici, il ragazzo che sogna di fare il pianista jazz
Il Checco Zalone nazionale, l’attore comico che ha sbaragliato tutti i record dei botteghini sfondando il tetto dei 65 milioni di euro, attirando lo stupore e anche l’invidia (lui direbbe dei “rosiconi”) degli altisonanti nomi del cinema tricolore e surclassando anche pellicole ammiraglie del cinema a stelle e strisce, durante la nostra chiacchierata, cede il passo a Luca, il ragazzo dagli occhi grandi e scuri, riservato, attento e generoso. Ed è stata la sua disarmate semplicità a condurre la nostra chiacchierata.
Probabilmente sorriderà leggendo l’appellativo di che ho pensato per lui dalle prime battute dell’ intervista, ma è quello che dal mio punto di vista lo caratterizza di più: “Occhi belli”. Attraverso quello sguardo noi tutti possiamo osservare il mondo che ci circonda.
Perché Luca Medici, fotografa con estremo realismo ciò che glorifica e annichilisce quotidianamente la nostra società, donandoci quello che pochi altri grandi della storia del cinema italiano sono stati capaci di cogliere e trasmettere, centrando il cuore della gente.
Uno sguardo, quasi malinconico il suo, che accende sorrisi genuini e spontanei ma anche riflessioni amare paragonabili solo all’eredità della grande commedia all’italiana, caposaldo della nostra migliore tradizione cinematografica, dove la satira pungente si alterna amabilmente alla riflessione più acuta, per dare ampio respiro alla battuta comica che sgorga senza forzature, seppure ben strutturata nel donare maggiore enfasi al tema del racconto. No, non abbiamo parlato di come ha realizzato il suo film e delle tante cose già scritte e lette.
Planiamo leggiadri sulle sue emozioni, di come vive questo momento e del suo sogno nel cassetto che confessa difficilmente realizzerà, ossia quello di fare il pianista jazz come il suo mito e amico Stefano Bollani.
Mentre lo dice il suo sguardo viene attraversato da un velo di tristezza perché: “non potrò mai suonare jazz su un palco seriamente perché ad un certo punto la gente mi dirà vabbè ok, adesso però facci ridere e dì una cazzata”.
Qualcuno direbbe che non si può avere tutto nella vita e forse è questo il prezzo che deve pagare per la popolarità del suo personaggio che, se da un punto di vista lo ha consacrato star indiscussa del cinema italiano, dall’altro lo ha sovrastato, segnando di fatto quel confine ibrido alcune volte troppo ingombrante nel quale inevitabilmente Luca e Checco si sovrappongono.
Qui di seguito l’intervista integrale.
Benvenuto a Londra Luca, che effetto ti fa questa Premiere UK e che rapporto hai con Londra?
– Premiere vuol dire che c’è un premio?… Non lo sapevo. Londra è una città così grande che mi spaventa. Io sono abituato a camminare per strada con la gente che mi riconosce, qui c’è troppa gente, avverto il senso di smarrimento, però è un bagno di umiltà…
I tuoi film hanno un trend di crescita continuo, quest’ultimo ha superato i 65 milioni di euro, hai abbattuto tutti gli altri incassi italiani, ma non è che lo abbiamo già trovato il tuo posto fisso?
– Ma no, non è cosi. Perché poi è difficilissimo ripetersi, il prossimo sarà un flop, voglio rassicurare i miei detrattori. No scherzi a parte, c’è sempre la paura di sbagliare e di non incassare più nulla. La sfida invece è di portare fuori dall’ Italia i miei film, o gli italiani si moltiplicano o il prossimo film non potrà superare o anche eguagliare questo.
Il tuo rapporto con il produttore Pietro Valsecchi è un sodalizio del tipo: “squadra che vince non si cambia?”
– Sì, io e Pietro siamo molto amici. Ci sentiamo dalla mattina alla sera, facciamo insieme serate al di là del lavoro. Lui è una persona totalmente diversa da me, fa il produttore ed è giusto così, perché ci sono attori che si sentono anche produttori. Lui è pragmatico riesce a trovare la sintesi delle cose, io invece sono un po’ più poetico, poi lui mi riporta al succo delle cose, ecco perché il nostro rapporto funziona.
Hai dichiarato che vorresti fare un’ esperienza internazionale, questo vuol dire che il prossimo film lo fai in inglese?
–Certo che no, non so l’ inglese. Mi vergogno veramente, sono andato a girare anche in Norvegia, ma niente. Non so nemmeno se i miei film funzionano in inglese. Sento di avere un grande limite con questa lingua che conosco solo a livello scolastico. Certo in futuro il mio obbiettivo è di farlo un film in inglese…che sarà quello del flop sicuro.
Sappiamo che hai comprato un pianoforte a coda di recente
– Sì, è vero. Il piano è la mia passione inoltre, ora che ho più tempo, passo tre ore al giorno a suonare, e tento di fare le cose del grande pianista Stefano Bollani , di cui sono un fan accanito e amico. So che non porterà a nulla perché non posso certo andare a suonare sul palco serio la gente non approverebbe. Ecco questa è un po’ il punto, le persone vogliono vedere sempre il lato comico di te e non vedono altro.
Sì, hai ragione, e tu sei sensibile –
Ma non tutti lo sono, e mi è capitato in aereo di fare un commento sulla situazione di una donna che era stata decapitata, e mi sforzavo a dire al mio vicino in che mondo di merda viviamo…. e lui sia aspettava una battuta ecco io mi trovo spesso in queste situazioni.
Questo è un po’ il “dramma dei comici” che, in certi casi, non vengono poi presi sul serio
– Sì, in certi casi fa piacere perché non bisogna mai prendersi troppo sul serio, ma spesso si tende a mettere una maschera, ecco perché poi si dice che il comico è triste: perché l’aspettativa del pubblico è quella di vederti sempre a far battute, mentre io sono una persona normale con i “cazzi sui”, che pensa alle bollette e ha i problemi come tutti.
*Un sentito ringraziamento a Luca Medici, alla produzione Taodue Film, a Vue Cinemas (distributori UK) e a CinemaItaliaUK. Nelle sale UK dal 22 aprile*.
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