London- Si concluderà oggi alle 17 pm il più grande sciopero della storia del National Health Service: l’ «all-out strike» indetto dai Junior Doctors del NHS. Aiutati dai loro colleghi consultant (in italia diremmo strutturati) e supportati da numerosi politici dell’opposizione – tra cui il sempre più popolare leader laburista Jeremy Corbin – i Junior Doctors stanno guadagnando ampia risonanza mediatica e gettando luce sullo stato di difficoltà in cui versa l’NHS.
Il punto. All’origine della drastica decisione presa dai JD vi è la riforma del governo – e in particolare dall’Health Secretary Jeremy Hunt – di modificare unilateralmente il contratto dei Junior Doctors per garantire un «vero NHS sette giorno su sette». Ovvero: adducendo come pretesto la maggiore mortalità ospedaliera registrata nei week-end, Hunt ha deciso di aumentare le ore (ma non le paghe) in cui i Junior Doctors devono essere disponibili per coprire turni nel week-end.
In sostanza, i Junior Doctors sarebbero costretti a lavorare per più ore e senza un adeguamento salariale. Secondo il Governo questo sarebbe il miglior modo di garantire un servizio «sette giorni su sette».
Secondo i Junior Doctors – e tutti coloro che li supportano – questa decisione è ingiusta non solo perché è stata presa unilateralmente dal governo senza alcuno spazio di dialogo con i medici, ma anche perché comporterà una diminuzione netta dei salari dei JD (intorno al 30%) e – soprattutto – perché non è fatta nell’interesse generale del sistema sanitario nazionale. «Tired doctors make mistakes» è uno degli slogan branditi dai manifestanti. «Not Fair, Not Safe» sintetizza ancora più icasticamente le ragioni della grande protesta di questi giorni. Le previsioni.
Con un governo schierato su posizioni di risoluta fermezza nelle proprie decisioni, è difficile prevedere se lo sciopero riuscirà a bloccare la implementazione della riforma dei contratti. La mobilitazione, però, sta coinvolgendo la maggioranza dei Junior Doctors, la cui azione di protesta ha trovato la netta solidarietà dei Consultant Doctors. Con una decisione che non ha precedenti nella storia del NHS, infatti, lo sciopero ha coinvolto, per la prima volta, anche l’«emergency care», che è stata coperta dal lavoro dei consultants. Nella stampa c’è chi paragona gli scioperi di oggi a quelli dei minatori in era thatcheriana.
Hunt ha già smentito un’ipotesi del genere, ma il nervosismo aumenta e quel che è certo è che se il governo non si aprirà al dialogo le proteste continueranno. E come recitano gli slogan dei manifestanti: «The NHS will last as long as there are folks left with the faith to fight for it».