“Londra? Per me è energia pura” – Margherita Zanin, dalle session a Camden e Soho al primo album

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margherita zanin

 

Per il suo album d’esordio la cantante ligure Margherita Zanin sceglie l’inglese e ci racconta di quando a Londra si è sentita “a casa”.

A pochi giorni dall’uscita del suo primo album su tutte le piattaforme di digital download, (26 maggio) abbiamo intervistato Margherita Zanin, ventitre anni di Savona, che ci ha raccontato del suo legame con la capitale del Regno Unito, dove negli ultimi due anni ha cantato spesso.

Il suo album di debutto, “Zanin”, contiene otto brani inediti, sei in inglese e due in italiano, che raccontano la storia dei suoi esordi.

Com’è stata la tua esperienza a Londra, dove sappiamo hai cantato spesso? Come sei stata influenzata dal fermento artistico londinese?

Londra mi ha entusiasmata e mi ha fatto provare emozioni grandi. Giravo per i blues bar di Camden e di Soho, dove ho conosciuto molti musicisti, alcuni dei quali sono diventati grandi amici. Ho un bellissimo ricordo del Blues Kitchen (storico locale di Camden n.d.r.): ero sul palco e improvvisamente ho sentito una meravigliosa sensazione di felicità. Tutti i musicisti suonavano ed erano così bravi che mi veniva da piangere. Sono sempre stata affascinata da questa città. Per me è energia pura.

Il tuo album è un mix di lingue e di generi – dal pop al folk/rock, al soul. Sei soddisfatta del risultato?

Certo, questo album racconta un pezzo di me, la mia esperienza, un bagaglio di situazioni in cui mi sono trovata e che grazie alla musica mi hanno illuminata. Mi piace raccontare storie che mi appartengono, ma che possono riguardare anche altre persone. Come dicevo prima, la musica ha un potere incredibile.

È più facile emergere in Inghilterra o in Italia?

Domanda difficile. Penso che oggi non sia facile per nessuno. Esistono tante realtà interessanti in Italia, così come all’estero. Bisogna sempre crederci, cercare di fare bene il proprio lavoro e rimanere se stessi. Ho imparato tanto da tanti artisti. Quando hai la fortuna di ricevere buoni consigli da persone che fanno questo lavoro da tanti anni puoi permetterti di non porti dei limiti.

Uno dei due brani in Italiano del tuo album è la cover di “Generale” di De Gregori. Perché?

Per gioco. Ero a casa, era tarda notte e avevo la chitarra in mano. Stavo strimpellando un pochino, volevo lasciarmi trasportare dalla musica, era una notte difficile. Suonando è uscita “Generale” e in seguito ho deciso di registrarla in studio.

 

Tornerai a Londra a cantare?

Assolutamente sì. È la città in cui vorrei sempre ritornare. Ogni volta che torno qui mi sento a casa.