“In the Age of Giorgione” alla Royal Academy of Arts

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Londra – Tanto si è scritto e tanto si continuerà a scrivere su Giorgione, un personaggio della storia dell’arte quanto mai poliedrico, misterioso e complicato, un uomo che nonostante la sua vita breve rivoluzionò per sempre i canoni della pittura mondiale.

Vista la mole di scritti ma purtroppo di poche prove a suffragio sulla sua vita terrena, Gabriele D’Annunzio ammaliato dalla sua arte , lo paragonò a Prometeo e Bernard Berenson pensava addirittura che ogni critico avesse il proprio Giorgione in quanto quello vero probabilmente non esistette mai.

La mostra ospitata alla Royal Academy of Arts di Londra senza rappresentarne una mostra monografica su di lui ricostruisce la vicenda artistica del pittore di Castelfranco Veneto in una Venezia agli inizi del sedicesimo secolo, fiorente centro artistico e culturale ed influente potere marittimo.

Attraverso il confronto con delle altre opere di pittori a lui coevi, come il suo“allievo”Tiziano, Giovanni Bellini, Giovanni Cariani, Albrecht Dürer e Sebastiano dal Piombo, si scopre come Giorgione fu realmente l’inventore della “maniera nuova” nel dipingere , mai definizione questa piu’ azzeccata riguardo la sua vicenda terrena, egli infatti rappresentò quella completa antitesi alla pittura allora in voga e al suo capostipite Giovanni Bellini, il padre padrone della pittura veneta fino a quel momento.

Giorgione avrebbe spodestato questo patriarca a suon di rinnovata umanità e sensibilità pittorica , cose che Bellini seppure grande non era riuscito a profondere nelle sue tavole.

La figura di “Zorzi da Castelfranco” aiutato dalla nuova invenzione della pittura ad’olio , si adatta ad un formato domestico, intimo ed introspettivo che ben si sposava con la fertile commissione artistica regnante in quel periodo nella città lagunare , l’ inafferrabilità della sua opera in termini di attribuzione diventerà a seguito della sua morte, la sua cifra stilistica, i critici dal ‘600 in poi infatti si divideranno sulla paternità delle sue opere (sempre meno quelle acrivibili alla sua mano), gli appassionati ,critici e collezionisti si contenderanno i suoi quadri vedendo in loro un elemento magico, misterioso ed esoterico.

Si racconta che addirittura Isabella d’Este essendo venuta a conoscenza della prematura morte dell’ artista si vide rifiutata la sua offerta di comprare un suo quadro a qualsiasi prezzo, un interessa da parte di chi lo ha amato, di chi lo ha capito, da chi lo ha venerato quasi inedito fino ad allora per un artista. 

La mostra alla Royal Academy si divide in quattro sezioni: “Ritratti”, “Paesaggi”, “Opere Devozionali” e “Ritratti Allegorici”. Nella sezione “Ritratti “si percepisce chiaramente l’inizio di una nuova stagione pittorica il cui buon esempio è il ritratto Giustiniani , in esso il pittore si decide di lasciare intenzionalmente neutro il paesaggio per immergere il ritrattato in una sorta di luogo della concentrazione e del raccoglimento , l’uomo qui non ha nemmeno il beneficio di un giardino o di una vallata che possono allietare il suo tormento interno, l’introspezione ed il mistero cominciano a permeare così la “nuova maniera” di dipingere.

La sezione “Paesaggi” tratta invece della nascita proprio in Veneto di questo genere fino a quel momento sconosciuto, quadri come La Tempesta e Concerto Campestre sono degli esempi ma in realtà il primo paesaggio della storia inteso come elemento a se stante è grazie alla mano del tedesco Albrecht Dürer , personaggio di certo non sconosciuto a Venezia, di cui in mostra troviamo il suo disegno Il Mulino . Nella sezione “Opere devozionali” spicca un grande quadro di un Tiziano ventenne :Papa Alessandro VI presenta Jacopo Pesaro a San Pietro ,qui il cadorino ancora non conscio delle sue potenzialità è ancora in bilico tra più maestri: la figura del papa infatti ha i modi un po’ antiquati della pittura di Gentile Bellini, il san Pietro ha invece le caratteristiche di approfondimento psicologico proprie del secondo maestro dell’artista, Giovanni Bellini, mentre il terzo ritratto, quello del Pesaro, colpisce per il vigoroso realismo, inconfutabilmente di Tiziano, il quale ci dà un primo assaggio della pienezza della sua arte.

Infine l’allegoria è il tema nell’ ultima sezione “Ritratti Allegorici”con il celeberrimo La vecchia di Giorgione, amata da quel Michelangelo Buonarroti che la volle riproporre sotto le vesti di Sibilla Cumana nella sua Cappella Sistina. Nel periodo precedente alla morte di Giorgione il tema dell’aspetto caduco, passeggero e fugace della vita è al centro del suo interesse e di rimando dei suoi coevi, in tale fase della sua vita, egli viene “stregato” da Leonardo soprattutto nell’uso del chiaroscuro e per l’amore di soggetti come la tela :Le tre eta’ dell’uomo, anch’esso in mostra.

Per una immersione nella pittura di Giorgione e di Venezia agli inizi del’ 500 si consiglia dunque la mostra “In the Age of Giorgione” nella Sackler Wing della Royal Academy of Arts fino al 5 Giugno.