Londra – (recensione By Katya Marletta) Che i critici si siano accorti della bravura del regista e sceneggiatore indipendente Todd Solondz, lo testimoniano le positive e puntuali recensioni alla sua filmografia.
Che le sue opere siano state apprezzate in tutto in mondo, lo raccontano le innumerevoli nominations, tra queste – per citarne una tra più prestigiose – quella ai Golden Globe, e una valanga di premi che ha collezionato nella sua carriera partecipando ai Festival più importanti.
Quello che non è ancora ben chiaro ai più, è perché la consacrazione di uno dei registi più acuti e sensibili degli ultimi tempi, non sia ancora giunta potentemente all’altare dei grandi. Sarà la volta buona per “Wiener – dog“? Il nuovo film del regista statunitense sembra avere tutte le carte in regola per meritarsi il nickname di masterpiece.
Dopo il debutto ufficiale al recente Sundance Film Festival infatti, “Wiener – dog” ha intrapreso il suo fortunato cammino verso il successo.
La storia, strutturata in un’antologia distinta in quattro parti, utilizza l’escamotage del peregrinaggio dell’animale, per raccontare la vita dei sui padroni. Nello sviluppo del film l’attenzione del regista, inizialmente focalizzata sulle sorti del cane, viene spostata su quella degli uomini il cui denominatore comune è la depressione.
I personaggi, come in un palcoscenico, si alternano, e così le loro vite inesorabilmete intrecciate a quelle del cane: il bambino sopravvisuto al cancro, la giovane donna dalla vita incompiuta, il professore devastato dalla frustrazione del suo insuccesso e l’anziana donna abbandonata alla sua solitudine. I quattro protagonisti, portano in scena l’egoismo e le debolezze tipiche dell’essere umano, propenso a soddisfare la dipendenza da un bisogno e mai a godere semplicemente della compagnia del fido amico.
“Il cane è un cane”, dice la madre al bambino depresso, come a sottintendere che non può provare emozioni. Sullo sfondo lo sguardo e il silenzio di Wiener che impotente assiste alla sorte che i suoi padroni hanno deciso per lui, fino al momento in cui, anche se per pochi attimi, si abbandona all’irresistibile scoperta della libertà.
Charlie Tahan, Greta Gerwig, Zosia Manet, Ellen Burstyn e Danny DeVito donano ai loro personaggi un tocco di irresistibile genialità interpretativa.

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Wiener – Dog Key phrase of the film: “The dog…
Review By Katya Marletta The fact that critics have noticed the bravura of…READ MORE