Raggi, aria nuova a Roma

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(arriva anche a Londra la notizia del primo sindaco donna a Roma)
Basterà? Chissà, intanto è un ottimo inizio Primo sindaco donna della città eterna, primo sindaco eletto per imporre una sterzata vigorosa allo status quo.

Virginia Raggi, la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle, ha umiliato il candidato del PD (supportato da altre 6 liste!) Roberto Giachetti prendendo il 67% delle preferenze al ballottaggio, dopo aver sorpreso gli esperti vincendo al primo turno con il 35%.
37enne, romana, brillante, ed estranea alle logiche dei poteri forti; insomma, una boccata d’aria fresca.

Iniziando qualche anno addietro con la conquista delle amministrazioni di piccoli comuni, il Movimento 5 Stelle ha portato in Parlamento alcune giovani figure che hanno dato lustro alla causa del movimento, nonostante il deficit di credibilità dei primi tempi con le estemporanee uscite del comico Beppe Grillo.


La conquista della capitale è il coronamento di un processo di crescita e maturazione di figure come Alessandro di Battista e Luigi di Maio, e arriva in un momento in cui la politica dei partiti tradizionali, anche quelli che hanno cercato un rinnovamento nei propri leader (vedi il deludente Presidente del Consiglio Matteo Renzi) non è riuscita a dare risposte concrete e convincenti ai tanti problemi che oggi vedono l’Italia in grave urgenza economica e sociale.

 

Ed è proprio l’attivismo e la dedizione dei due parlamentari, sempre in prima linea, capaci di arrivare alla gente con concetti e proposte semplici e di buon senso, la chiave di volta che ha scardinato la stantia proposta PDina e le vecchie logiche di partito, preparando la strada alla vittoria della Raggi a Roma.

Un voto di protesta? Un sindaco di rottura? Poco importa, lasciamo agli esperti dare definizioni e analizzare quello che oggettivamente, da ormai troppo tempo, si evidenziava come un necessario, non più prorogabile cambiamento.

Certo, non si può dire che il nuovo sindaco e la nuova amministrazione abbiano un compito semplice davanti a se. La Capitale è l’esemplificazione di quanto non funziona a livello nazionale, un micro-mondo fatto di scambi di favori tra politica e pseudo-imprenditoria che ha radici antiche, e che ha gettato la città nell’immobilità più assoluta.
Un sentimento di impossibilità, un senso di impotenza che mortifica il popolo romano che non è parte del ‘giro che conta’, che per poter andare avanti deve scendere a compromessi e prostrarsi al marciume regnante.

foto algheronewsitaly.com
Un sistema, quello che il Movimento 5 Stelle, e il nuovo sindaco di Roma, propongono di smantellare, che danneggia soprattutto le nuove generazioni, spesso ridotte all’apatia, o in molti casi ad emigrare, scoraggiandone ambizioni, iniziativa, speranza.

Chissà che il voto di Roma non sia il preludio di una nuova tendenza, che premia chi ha voglia di fare, chi si mette in gioco non per sete di potere ma per provare a cambiare registro, chi non s’inchina ai poteri forti, alle lobby, al vecchio sistema-Italia. Una tendenza che di questo passo rischia di propagarsi a macchia d’olio sulla scena politica nazionale, magari in tempo per le prossime politiche.

Solo il tempo potrà svelare le reali capacità di cambiamento del Sindaco Raggi. Per ora non si può negare che l’elezione della giovane Virginia costituisca un nuovo inizio, o perlomeno una sfida concreta al decrepito sistema fatto di collusioni e commistioni tra politica e malaffare che hanno gettato discredito internazionale sulla città.
Oggi, motivo sufficiente per festeggiare!

foto www.adnkronos

 

– https://murtasblog.wordpress.com