Sky ipotizza dimissioni Cameron. Contrari all’Ue sono attorno al 51,5%. Farage, ora oso sognare Gb indipendente
Stefano F. Fugazzi (fondatore di ABC Economics) Il Regno Unito beffa i mercati e i bookmaker, che negli ultimi giorni davano quasi per certa la permanenza del Paese nell’Unione Europea, e si avvia verso la cosiddetta Brexit.
REFERENDUM CONSULTIVO
Il referendum tenutosi ieri 23 giugno era consultivo. Spetterà ora al parlamento di Westminster prendere atto dell’esito della consultazione, avviando le procedure per l’uscita con l’approvazione di una mozione parlamentare da presentare a Bruxelles.
Secondo quanto riportava mercoledì l’emittente britannica BBC, su 650 parlamentari ben 379 sono favorevoli alla permanenza nell’Ue mentre 158 sono per l’uscita e altri 113 “indecisi”.
L’USCITA EFFETTIVA TRA DUE ANNI
Ai sensi dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, il Regno Unito e l’UE hanno tempo due anni non solo per concordare i termini d’uscita, ma anche per raggiungere un accordo sulle future relazioni economiche e politiche.
NEL FUTURO DEL REGNO UNITO, UN’AREA DI LIBERO SCAMBIO CON L’UE
È probabile che il Regno Unito e l’UE formalizzino la separazione andando a costituire un’area di libero scambio (free trade area – FTA).
Sebbene un’area di libero scambio non garantisca l’accesso diretto al mercato unico europeo, è altrettanto vero che questo modello solitamente si traduce nella quasi totale assenza di barriere e dazi.
La realizzazione di un’area di libero scambio, inoltre, darebbe al Regno Unito la facoltà di limitare l’immigrazione e soprattutto di non contribuire al bilancio UE.
Per contro, il Regno Unito perderebbe l’accesso ai fondi UE mentre per la City di Londra diventerà più oneroso, sia in termini burocratici che economici, esportare i propri prodotti finanziari all’interno dell’UE.