L’economia reale dopo il referendum: Intervista all’imprenditore Maurizio Bragagni

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Di Valentina Celi

Londra –  Dopo la vittoria della Brexit moltissimi imprenditori europei hanno temuto il peggio per i propri affari correnti e futuri. Abbiamo incontrato l’imprenditore Maurizio Bragagni di Tratos per capire cosa succederà di qui a due anni al settore dell’economia reale.

Maurizio Bragagni non si lascia trasportare dall’ondata emozionale che invece sembra aver coinvolto la maggior parte dei nostri connazionali e concittadini europei che fanno affari nel Regno Unito.

L’imprenditore si dimostra saldo nelle certezze, seppur conscio dei rischi che un simile processo di cambiamento potrebbe portare con sé; egli fa un’analisi molto chiara e lucida sul potenziale che ha l’economia britannica, e soprattutto vuole mettere in luce le notevoli differenze che intercorrono fra l’economia reale, ossia quella legata alla produzione manifatturiera ed all’erogazione di servizi, e la finanza speculativa, ossia quella che si interessa di investimenti e movimenti di capitale.

Bragagli tenta di placare gli animi dei connazionali, esprimendo un notevole ottimismo nelle condizioni lavorative degli imprenditori locali, dicendo: “Chi produce in Inghilterra non ha grandi rischi”, mentre in merito alla questione economica, fa delle necessarie distinzioni, affermando: “Io, come gli altri, continuo a produrre, non è che le mie fabbriche si siano fermate.

Gli ordini continuano a venire, i clienti continuano ad essere incontrati, quindi, cosa sta succedendo? I 3 miliardi persi il 24 Giugno erano soldi virtuali, la grande finanza ha speculato, finendo col fare un buon servizio a nessuno. L’economia reale continua a girare.

Noi siamo un’azienda di produttori, a noi non è cambiato nulla. […] Tutto questo scandalo finanziario è basato sul fatto che comunque non è successo niente ancora, perché non sappiamo quali siano i termini con cui si esce (dall’Unione).”

Interrogandosi sul perchè la Gran Bretagna abbia finito con lo scegliere l’Out, si dà vita ad una riflessione sul voto in sé, e sul giornalismo sensazionalistico, che sta contribuendo a creare un clima di tensione e divisione nella società, ingigantendo gli sporadici episodi xenofobi: “É stato un voto molto emozionale, un voto contro l’austerità portata avanti dal governo britannico; l’elemento fondamentale però è stata la campagna infuocata, soprattutto riguardo l’immigrazione, hanno esasperato gli animi. Sicuramente il governo interverrà seriamente e fortemente, come sempre la stampa sta esagerando degli atteggiamenti inconcepibili.”

Non sono mancate delle considerazioni proprio nell’ambito della crisi dell’immigrazione di provenienza extracomunitaria, che l’Europa sembra non riuscire ad arginare, ma che al tempo stesso dovrebbe far riflettere sui traguardi che l’Unione Europea ha saputo raggiungere fin dalla sua formazione:L’Europa nasce da due grandi principi:la libertà di movimento delle merci e delle persone, e da un’idea di libertà. Durante la Brexit solo una cosa è stata detta che io ritengo completamente falsa: che la pace in Europa è stata data dalla Nato. Ma il muro di Berlino è caduto grazie all’Europa, grazie agli immigrati: guardate quanta gente continua ad attrarre l’idea di libertà dell’Europa, come un faro.”

L’Europa deve fronteggiare la crisi dei migranti, intervenendo per riportare la pace nelle loro zone d’origine.” Tornando a parlare della situazione di tensione venutasi a creare fra Unione Europea e Regno Unito, l’imprenditore ha espresso la sua opinione su cosa si augura che succeda durante i negoziati, non mancando di rassicurare la comunità italiana, che continua ancora a dubitare dei risultati a cui si perverrà:

“A tutti gli Italiani io dico: la Gran Bretagna è un grande Paese, l’Europa è una grande comunità, ed in questo momento si vede chi è più grande; e chi è più grande sia anche più magnanimo. […] Si può e si deve ragionare insieme; si deve ottenere la giusta misura per la Gran Bretagna.”

Bragagni inoltre si è espresso sulla politica europea e sulle scelte da compiere, portando sempre avanti il rispetto e gli ideali comuni, anche in momenti non facili come questi; pur definendosi un europeista convinto, non ha esitato a porre delle critiche costruttive circa il modus operandi adottato recentemente dalle istituzioni europee nei confronti della Gran Bretagna: “A me non è piaciuto assolutamente come sono stati ricevuti ieri i deputati britannici al Parlamento europeo, lo considero un atteggiamento sbagliato. […] In questo momento quello che serve è la calma: stiamo parlando del fatto che un Paese liberamente, democraticamente ha deciso di uscire; allo stesso tempo, gli altri membri devono consentirgli di uscire, e ritrovare le proprie origini”.

Bragagni infine sottolinea un certo parallelismo fra il voto emozionale che ha portato i britannici a scegliere la Brexit, ed il nostrano appuntamento alle urne, che non mancherà di accendere gli animi e le polemiche, sia nella tribuna politica, sia nell’opinione pubblica, esortando ad agire attraverso il voto, piuttosto che a lamentarsi della mala gestione degli affari pubblici: “Anche noi Italiani fra poco saremo chiamati al voto sulla riforma costituzionale, a dichiarare che Paese vogliamo… Si dice che la politica non è importante, ma poi arrivano delle decisioni come questa e la politica cambia tutto! Quindi andiamo a votare e decidiamo il Paese che vogliamo.”

 


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