Italy Made Me: i premi ai talenti della ricerca italiana in UK

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Di Valentina Celi

Il 7 Luglio 2016, l’Ambasciata d’Italia a Londra ha ospitato l’evento finale di “Italy Made Me”, un premio appositamente creato per dare riconoscimento all’impegno ed al talento dei ricercatori formatisi in Italia, ma che lavorano o collaborano con le istituzioni accademiche britanniche.

Nella suggestiva cornice della Residenza dell’Ambasciatore d’Italia si è tenuta l’assegnazione del prestigioso premio “Italy Made Me”, ideato al fine di esaltare i talenti italiani in ambito scientifico, e volto a sottolineare la sempre più proficua collaborazione fra il mondo accademico italiano e quello britannico.

La serata comincia con l’introduzione di Sua Eccellenza l’Ambasciatore d’Italia Pasquale Terracciano, il quale nel suo discorso non manca di rimarcare come le specificità del sistema educativo e della forma mentis italiane riescano a formare dei giovani talenti della ricerca che vengono apprezzati in tutto il mondo, ma in particolare in Gran Bretagna, in cui il numero di ricercatori e studiosi italiani è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni.
L’Ambasciatore fa poi riferimento al tristemente noto voto che ha espresso la volontà del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea, e che purtroppo influirà notevolmente sull’entità dei fondi destinati alla ricerca, affermando che, nonostante la situazione avversa, sicuramente i nostri compatrioti impegnati in attività scientifiche in Gran Bretagna non vedranno per questo limitati il rispetto ed il riconoscimento che competono loro.

La premiazione entra poi nel vivo con il conferimento dei premi ai migliori esponenti dei tre settori prescelti, Social Science, Fisica ed Ingegneria e Life Science:

Social Science: Stefania Tognin (ricerca che collega Anatomia neurologica col rischio di psicosi), Caterina Tarlazzi (ricerca sulla Logica del XII secolo) e la Dr. Giuditta Fontana (ricerca sociologica riguardo la politica)

Fisica ed Ingegneria: Claudio Angione e Annalisa Occhipinti (ricerche sui metodi computazionali legati alle bioscienze)

Life Science: Nicola De Maio (ricerca sull’evoluzione della storia del genoma) e Domenica Jacobazzi (ricerca sulle cellule staminali)

Ai nostri microfoni poi si sono fermati anche la Presidentessa de “Il Circolo”, Daniela McBride, il Prof. Antonio Guarino, Direttore dell’AISUK, associazione dei ricercatori italiani in UK ed il responsabile scientifico dell’Ambasciata Italiana, Prof. Roberto Di Lauro, i quali hanno voluto mettere in luce quanto sia importante finanziare e premiare la ricerca, soprattutto ora che con i risvolti della Brexit si teme una limitazione del movimento degli Europei in UK, che potrebbero rallentare i numerosi progetti già attivi in Gran Bretagna.

Da questa giornata possiamo dunque cogliere un messaggio d’unione, in un periodo in cui anche il Regno Unito stesso si dimostra molto diviso: la scienza è e deve essere al servizio di tutti per far sì che il progresso non subisca battute d’arresto, ma progredisca il più velocemente possibile, e per far questo non ci si deve soffermare sulle differenze culturali, bensì sulle capacità individuali, spendibili per far fruttare il lavoro dei teams internazionali.