Londra – Laura Casagrande
Due notti fa si sono svolti gli Academy Awards. Come ogni cinefilo che si rispetti ho passato la notte in bianco per vederli in diretta.
Inutile dirvi qual era il film protagonista della serata: La La Land aveva conquistato 14 nomination e i pronostici lo davano per vincitore assoluto. Per quanto io sia una fan sfegatata di questo film, mi ero resa conto della qualità eccellente delle altre pellicole in gara, in particolare Arrival, film fantascientifico che affronta grandi temi filosofici e Hacksaw Ridge, storia del primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d’onore. Per questo motivo avevo orientato le mie speranze verso questi tre film. Fatta questa premessa, vediamo com’è andata…
Le cerimonia inizia a sorpresa con l’esibizione di Justin Timberlake che intona “Can’t stop the feeling”, brano nominato nella categoria miglior canzone. Con tanto di crew a seguito, Justin irrompe energicamente nel Dolby Theatre trasformandolo in una discoteca.
Passa subito la parola al presentatore della serata, Jimmy Kimmel che se la cava piuttosto bene con il discorso di apertura, al contrario dei suoi ultimi due predecessori. Come c’era da aspettarsi viene citato Trump in diversi momenti della serata. All’inizio il presentatore si rivolge a Meryl Streep chiamandola “the most overrated actress in Hollywood”, riferendosi implicitamente ad un tweet del presidente. In seguito si collega a twitter dal palco con il suo smartphone, tagga il profilo ufficiale di Trump e gli chiede se era sveglio e come mai non aveva ancora twittato nulla sulla serata degli Oscar.
Ma passiamo ai premi. Al terzo posto per numero di statuette ricevute ci sono Manchester by the Sea (miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale) e Hacksaw Ridge (miglior montaggio e miglior sonoro). Al secondo posto Moonlight (miglior film, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura non originale).
Al primo posto La La Land, film più premiato della serata, ma non così tanto come ci si aspettava. Vince l’Oscar per migliore regia a Damien Chazelle, migliore attrice Emma Stone, miglior colonna sonora, miglior canzone “City of Stars”, miglior fotografia e miglior scenografia.
Per quanto mi piaccia questo film rimango dell’idea che per la migliore regia doveva essere premiato Arrival, pellicola che invece se ne torna a casa a bocca asciutta, con una sola statuetta per il miglior montaggio sonoro.
Ecco, questo è il più grande scandalo degli Oscar 2017. Arrival è un film spettacolare! Porta avanti un genere geniale che unisce filosofia e fantascienza nello stesso lungometraggio. La regia e la sceneggiatura dovevano essere suoi di diritto, ma purtroppo non è andata così.
Per quanto riguarda invece le performance attoriali, meritatissimi sono i premi come miglior attrice a Emma Stone per La La Land e miglior attrice non protagonista a Viola Davis per Barriere. Hanno fatto entrambe un lavoro eccezionale.
I premi a miglior attore protagonista e non protagonista vanno rispettivamente a Casey Affleck per Manchester by the Sea e Mahershala Ali per Moonlight. A mio parere meno meritati delle performance femminili.
Altra soddisfazione è stata la premiazione di Zootropolis come miglior film d’animazione: pieno di significato e attualissimo in un epoca in cui la diversità viene ostacolata.
E a proposito di diversità ostacolate, il premio come miglior film straniero va a Il Cliente di Asghar Farhadi, regista iraniano, volutamente non presente, a causa della politica nazionalista del presidente Trump.
Trionfa anche un po’ di Italia con Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini che vincono la statuetta per il miglio trucco in Suicide Squad.
Erano le 5.50 di mattina. Ormai la cerimonia era finita, mancava solo il premio per il miglior film. A causa di una serata non così esaltante e una grande delusione per la mancanza di premi ad Arrival, mi stavo annoiando. Gli occhi ormai erano più chiusi che aperti, stavo solo aspettando il momento di spegnere la TV e andare a letto.
“…and the Oscar goes to La La Land”. Bene! Durante i ringraziamenti mi alzo, metto la tazza di caffè nel lavandino, cerco i telecomandi per spegnere. Un momento, c’è troppa confusione su quel palco, cosa sta succedendo? Leggo dal labiale di Emma Stone “Oh my God! Oh my God!”. Il produttore del film si avvicina al microfono: “There’s a mistake. Moonlight, you guys won Best Picture”. Sta scherzando. “This is not a joke. Moonlight won Best Picture”, e fa vedere la busta corretta. Non sta scherzando?
Che dire, uno scossone non da poco dopo una serata un po’ monotona. A questo verdetto finale si aggiunge ulteriore delusione dato che a me Moonlight non è piaciuto particolarmente. O meglio, ho visto del potenziale, ma molto frenato. Di certo non avrei pensato che sarebbe stato proprio lui a trionfare.
Dieci minuti dopo ero a letto con gli occhi sbarrati che guardavo il soffitto.