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Londra – Mirianna la Grasta

Oggi il primo ministro britannico Theresa May ha annunciato di voler anticipare le elezioni al prossimo 8 giugno.

“In questo momento storico a livello nazionale il Paese è unito, ma Westminster no”. Queste le parole di un primo ministro preoccupato dal comportamento degli altri partiti britannici: i Laburisti minacciano di votare contro l’accordo Brexit raggiunto con l’Unione Europea, i Liberal Democratici vogliono intralciare gli affari parlamentari, il Partito Nazionale Scozzese ha detto di voler votare contro la legge che permette alla Gran Bretagna lasciare l’UE.

Theresa May ritiene che sia assolutamente necessario anticipare le elezioni per evitare che i partiti contro la Brexit continuino ad indebolire il Governo “con i loro giochi”. Durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina dinanzi al numero 10 di Downing Street, la May ha affermato che la Gran Bretagna ha bisogno di un governo stabile che possa garantire certezza e sicurezza in vista dei negoziati di Bruxelles.

Domani, 19 Aprile 2017, la premier presenterà una mozione alla Camera dei Comuni per l’anticipo delle elezioni. Il provvedimento richiede una maggioranza dei due terzi per essere approvato, e la May dice di poter già contare sul supporto dei propri parlamentari e del leader laburista Jeremy Corbyn, che ha dichiarato: “Non vediamo l’ora di sostenere il popolo britannico”.

Ma la Brexit è solo una delle motivazioni che hanno spinto il primo ministro a chiedere che le elezioni fossero anticipate di ben tre anni.

In primo luogo, con una nuova elezione, la premier vorrebbe assicurarsi un mandato diretto dagli elettori britannici. Infatti, sia come primo ministro che come leader del partito Conservatore, la May non ha mai ricevuto un mandato democratico dai propri elettori. Ha preso il posto di David Cameron a seguito delle sue dimissioni, ed è stata nominata leader del suo partito dopo che tutti gli altri candidati conservatori avevano rinunciato alla carica.

I sondaggi effettuati da YouGov, Pollsters e ComRes, inoltre, mostrano la May in netto vantaggio rispetto al Partito Laburista, e indicano che il supporto dei cittadini britannici al neo-premier non è affatto calato.

Ciò che Theresa May ha invece omesso è che molti parlamentari Conservatori non condividono molti aspetti della sua politica, come la mossa per reintrodurre le selezioni all’interno della scuola secondaria. Per lei, quindi, vincere le elezioni significherebbe guadagnare l’autorità che le manca al momento: il popolo voterebbe per il suo manifesto, un programma politico attualmente ostacolato da molti Tories.