Gaia Trionfera, una giovane promessa del violino internazionale

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by Rosita Pirulli

Gaia Trionfera affascina il pubblico internazionale con il suo migliore amico, il violino, il ‘fidanzato’ che non la tradirà mai e con cui esegue egregiamente brani musicali scritti da Maestri come Beethoven, Mozart, Strauss, Paganini e coloro che hanno lasciato importanti orme nel mondo musicale.

Figlia di una mamma pianista, da piccola alimenta un forte amore per la musica classica, che attualmente la spinge a studiare per 5/6 ore giornaliere, per presiedere, un giorno come solista, in prestigiosi teatri italiani ed esteri. Infatti, per raggiungerli al più presto, Gaia ha deciso di iniziare la sua carriera già da adesso, a soli sedici anni, organizzando tour e concerti che la vedono protagonista in giro per il mondo.

Ora, residente a Vienna da circa un anno e mezzo, uno dei suoi attuali e importanti palcoscenici è l’Ambasciata d’Italia, Palazzo Metternich, dove il 3 aprile si è eseguita come solo.

A differenza di molti giovani che guardano Londra come la città dei loro sogni, Gaia sceglie la capitale austriaca, solo per inseguire la sua insegnante, Dora Schwarzberg, da lei molto ammirata e con la quale trascorre gran parte del suo tempo.

In effetti, la sua dedizione musicale la vede molto occupata, alla quale si aggiungono gli impegni scolastici che interferiscono nella relazione tra lei e il violino. È richiesta una grande organizzazione giornaliera, per poter stare sempre al passo con i tempi, ed è una peculiarità che la distingue per un attimo da alcuni suoi coetanei.

Infatti, sembra non esserci mai tempo nella vita di Gaia, tutto scorre velocemente, ma in qualche modo la sua compagna, la musica, cerca di dilatarlo, come lei stessa ha confermato.

Suonare richiede impegno e costanza, ma per chi ha un amore profondo verso qualsiasi mestiere, il lavoro può non altro che trasformarsi in piacere.

Parlando su quelle che sono state e saranno le sue esperienze musicali, su London One Radio Gaia ha anche affrontato e spiegato temi che un mondo automatizzato come il nostro cerca di privarci, dando così una visione di ciò che parte dell’attuale generazione percepisce.