Londra (Gianmaria Recanatini) Theresa May in un intervista al tabloid The Sun scopre le carte sul tavolo avviato per la trattativa per la fuoiuscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
“Il mondo intero sta aspettando per Brexit ” – rivelando come i leader dell’UE si stiano predisponendo un good trade deal per entrambi le parti in causa. Il Premier ha parlato al quotidiano britannico prima della presentazione del Great Repeal Bill – la proposta di legge che abrogherà la legislazione dell’Unione europea a favore delle legislazioni del Regno Unito – definendola il primo grande passo del parlamento inglese verso la scissione.
“Il più grande giorno per Brexit”, poiché darà la possibilità alla gente di “vedere il processo con chiarezza e a cosa noi stiamo puntando”. La May ha inoltre reso noto che ha ricevuto riscontri positivi, benché in privato, dai capi di Stato dei 27 paesi membri; in netta discordanza con i “commenti ruvidi” della Commissione europea e dei deputati a Bruxelles. Prestando particolare attenzione alle relazioni bilaterali future con Francia, Belgio e i Paesi Bassi, in quanto paesi fisicamente più vicini al Regno Unito e quindi maggiormente coinvolti in materia di libera circolazione di merci e di cittadini.
Il PM ha anche rivelato quanto sia stata colpita dai segnali incoraggianti ricevuti dalla in primis dalla Cina e dagli Stati Uniti, al fine di forgiare una nuova partnership con una Gran Bretagna indipendente e il suo nuovo futuro sul palcoscenico globale. Tanto che le maggiori economie del mondo “ci spingono a farci avanti”, ha detto il PM. La May ha aggiunto: “Quello che vedo è certamente un crescente interesse per ciò che sarà il nostro futuro rapporto sul commercio.
“Poiché ciò riguarda le aziende in Francia, le aziende in Belgio, Paesi Bassi. “Se si guarda alle cose come stanno , le critiche che ci sono state rivolte provengono dalla Commissione europea e dal Parlamento, al contrario di coloro che invece guardano maggiormente gli interessi delle imprese e della comunità maniera più amplia.
“Non si tratta solo di portare a compimento il voto del referendum, bensì di affrontare fiduciosi il futuro che ci attende e di farlo cooperando con il resto del mondo”. Il PM ha aggiunto: “Brexit non è un processo. È un’opportunità.” “Al di fuori dell’UE possiamo essere agili, possiamo essere innovativi. Senza i vincoli dell’UE possiamo stipulare trattati con altre nazioni e cogliere le opportunità che questo ha da offrirci”.
Di fatto il 1 Luglio alla Camera dei Comuni britannica la scarna agenda biennale messa nero su bianco nel discorso affidato alla voce della regina una settimana fa, incassò il via libera di 323 deputati contro 309: uno scarto di giustezza di 14 voti. La premier e i suoi cantarono vittoria, forse per nascondere il sospiro di sollievo. Mentre il leader del Labour, Jeremy Corbyn, e gli altri alfieri dell’opposizione infieriscono su un esecutivo “rattoppato”. Pronosticandone, e più ancora auspicandone, la fine prematura. Ma tant’é. L’accord
o fra i Conservatori e i 10 parlamentari della destra unionista nordirlandese del Dup, vitale per restituire al partito della May la maggioranza perduta alle urne, regge. Certo è che la May sembra essere davvero un osso duro, combattendo contemporaneamente su più fronti, sia in patria che in Europa, cercando di affidare i suo messaggio al The Sun di “Keep calm and Theresa’ll handle that”.
Tuttavia sta volta non c’è la Luftwaffe a sorvolare i cieli uggiosi di Londra, il nemico è invisibile, meno “rumoroso” e molteplice , ma comunque potenzialmente devastante anche per la più antica democrazia europea .