Intervista con il giornalista Federico Gatti, corrispondente Mediaset per il Regno Unito.
Federico Gatti è un giornalista televisivo originario di Milano. Trasferitosi a Londra ha studiato giornalismo e ha lavorato come giornalista d’inchiesta. Si è definito un giornalista ‘’freelance’’ ovvero indipendente; la sua attività principale è fare il corrispondente Mediaset, ma due volte a settimana si occupa del network italiano riguardante svariate tematiche, come la moda, politica, arte, economia. Inoltre lavora per i media inglesi in tutti i documentari che comprendono l’Italia come Channel4 e National Geographic.
Dopo la Brexit, Londra sarà ancora una meta ambita per chi si vuole affermare nel mondo del lavoro?
‘’Pare come se il governo britannico non si muovesse sulle basi di un’agenda vera e propria, quasi come se ci fosse la volontà di tenere le cose all’oscuro. A causa della campagna politica della Brexit sembra come che tutte le varie pulsioni xenofobe e contrarie all’integrazione siano venute a galla e da qui i vari casi di discriminazione soprattutto negli ultimi mesi nei confronti dei cittadini europei. Un cittadino dell’UE viene in Inghilterra in cerca di un lavoro ricevendo un grande benvenuto, ma in realtà si tratta di un’accoglienza fittizia.
E’ una sorta di self-preservation society: l’attitudine inglese di mantenere la propria identità nelle posizioni che contano.
Prima della Brexit questo era chiaro a pochi, ma adesso questo aspetto è divenuto lampante. Se questo è un fenomeno che continuerà ci saranno meno occasioni in futuro rispetto a quante ce ne siano in questo momento qui in Inghilterra.’’
Cosa consiglieresti a degli studenti che vorrebbero proseguire gli studi a Londra, sarà ancora conveniente viverci?
‘’Adesso è ancora più conveniente poiché la sterlina si è abbassata di molto, quindi si hanno più opportunità di ottenere un alloggio più economico. Se state facendo un percorso prettamente scientifico, è difficile prevedere cosa succederà. Sarà determinante capire se la volontà del governo sarà quella di continuare a dare fondi britannici nei vari progetti o se decideranno di finanziare solo quelli decisi da loro. Così però si creerà un vuoto all’interno delle università; infatti Oxford e Cambridge vogliono aprire una sede in Francia in modo da continuare ad attirare studenti. In Inghilterra il campo della ricerca va per la maggiore, gli inglesi punteranno sulla tecnologia, poiché tra trent’anni avrà i suoi privilegi. Io consiglio di venire, sarà più difficile, meno gratificante a livello personale poiché vi sentirete non bene accolti come altri ragazzi in passato, però è una città che restituisce tutti i sacrifici ed è una sensazione che appaga.
Come mai sei venuto qui a Londra per continuare i tuoi studi?
“Finiti gli studi, e con la forte crisi in Italia, mi accorsi che avevo bisogno di altro. Milano sicuramente non è una piccola città, però quando ci vivi per 25 anni, incominci a pensare che tutto sommato non sia cosi grande. Ho fatto tre application per tre università a Londra. Ho lavorato con WikiLeaks, un‘associazione che prende file top secret, li elabora e li distribuisce ai giornali da delle fonti anonime. In seguito il Tg5 è venuto a intervistarmi poiché ero l’unico italiano a far parte di questa struttura. Finito questa esperienza sono andato a Roma, dove ho incontrato un famoso giornalista che mi ha presentato al direttore del Tg5, il quale qualche mese dopo mi ha chiamato per iniziare a lavorare per loro, prima come producer, durante il royal wedding, per poi diventare un loro corrispondente.”
Pensi sia conveniente venire a studiare a Londra per quanto riguarda il campo della ricerca scientifica?
‘’Si, ma proprio nel settore della ricerca io aspetterei poiché non si sa come possa proseguire la situazione. Di primo acchito consiglierei di venire poiché non è un anno sprecato, considerando che le competenze che si guadagnano saranno fondamentali per la vita.’’
“Qual è la situazione attuale dell’agenzia del farmaco? E quale sarà il suo futuro dopo l’attuazione della Brexit?”
“La sede dell’agenzia verrà spostata, e vi sono numerosi Paesi che vi concorrono per “accaparrarsi” la sede futura. Tra questi i più importanti sono l’Italia con Milano, l’Olanda con Amsterdam e la Germania con Francoforte. Sala, sindaco di Milano, è stato più volte qui a Londra, e ha cercato di convincere a trasferire l’agenzia del farmaco a Milano, mettendo a disposizione il “Pirellone”. Per il capoluogo lombardo, centro tra i più importanti nella produzione farmaceutica, sarebbe un importante vantaggio in senso economico con benefici in termini di occupazione. Tuttavia, non credo che l’agenzia verrà spostata a Milano, anche se lo spero.”
“La Gran Bretagna ha fatto una scelta sbagliata nel decidere di separarsi dall’Unione Europea?”
“Sì, questo è un danno anche per l’Unione Europea, in quanto non vuole che altri Paesi si separino proprio come la Gran Bretagna. L’UE vuole punire il Regno unito per la scelta presa ma d’altro canto vuole mantenere dei rapporti specialmente dal punto di vista economico.”
“C’è una differenza tra la sanità italiana e quella britannica?”
“L’Italia possiede il miglior sistema sanitario per la sua preparazione accademica a differenza dell’Inghilterra, il cui sistema è prettamente automatizzato e depersonalizzato.”
“Come funzionano i fondi europei per la ricerca e qual è stata la tua attività in merito?”
“Mi sono occupato di fondi strutturali europei per un’inchiesta per la BBC. Si esegue un bando ogni cinque anni, mandando la richiesta a Bruxelles ed in base al budget e alla qualità del progetto, questi vengono distribuiti. Solitamente tali somme vengono versate presso strutture contenenti laboratori, in quanto la legge non prevede l’assegnazione di elevate somme di denaro a singoli individui.
Federico Gatti si è poi soffermato sull’utilizzo sbagliato che è stato fatto durante la campagna pro-Brexit riguardo il problema dell’elevato flusso migratorio che sta caratterizzando la Gran Bretagna ed l’Unione Europea in questi ultimi anni. Infatti, secondo il giornalista, la campagna referendaria ha sfruttato la paura del “diverso” e dell’eccessivo aumento di popolazione straniera sul territorio, pubblicando spesso notizie false come l’imminente arrivo di tre milioni di turchi nel Regno Unito.
Gatti continua affermando: “Questo è un medioevo ideologico, figlio del fatto che si è creato un benessere eccessivo in un luogo circoscritto, mentre se fosse stato distribuito in maniera più uniforme, i fenomeni migratori non sarebbero stati così elevati. Si sta subendo un ritorno al nazionalismo. Sentimenti di xenofobia e razzismo da tempo celati ora stanno tornando a galla. Dall’essere aperta, l’opinione pubblica si è chiusa anche fomentata dalla stampa di fazione, quella meno trasparente.
Tornando sulla vicenda Brexit, sui negoziati del divorzio che si tengono a Bruxelles, Gatti conclude dicendo: “Secondo me, non concretizzeranno niente prima del 2021.”

*Intervista realizzata dai ragazzi dell’Istituto “Elena di Savoia-Pietro Calamandrei di Bari.
Foto via: westernspring