Da chi vengono gestiti i soldi dei contributi per la stampa all’estero? E perche’ solo ai cartacei?

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Poca chiarezza nel COMI.IT.ES di Londra e qualche conflitto di interesse.

 Questa è una storia, e come tante storie forse lascia il tempo che trova… o forse trova nel tempo le fondamenta di verità nascoste. philip Baglini Olland

Londra ( philip Baglini Olland)- Scrivo questo articolo consapevole che mi farò dei nemici, ma la mia etica di uomo e di giornalista mi impone di portare in evidenza delle “irregolarità”, o presunte tali, del COMI.IT.ES di Londra, ma non solo anche altri COMI.IT.ES sparsi per il mondo.

Premetto che non ho nulla contro le persone che fanno parte del comitato degli italiani all’estero, tutti amici di vecchia data, tutte brave persone, fino a prova contraria.

Per chi ancora non lo sapesse il l COM.IT.ES (Comitato degli Italiani all’Estero) è un organo elettivo che rappresenta le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari, con i quali collaborano per individuare le necessità di natura sociale, culturale e civile della collettività italiana. Il COM.IT.ES della Circoscrizione consolare di Londra è composto da 18 membri i quali restano in carica cinque anni e non percepiscono remunerazione per la loro attività.

Logo del comites di ~Londra
Logo del comites di ~Londra

Premesso questo, possiamo sintetizzare che il COMI.IT.ES, è un aiuto per tutti i cittadini italiani all’estero, fino a poco tempo fa non tutti ne conoscevano l’esistenza, per molti era solo inutile organo ruba soldi, soldi pubblici che venivano dall’Italia.

Soldi che dovrebbero, essere messi a disposizione a tutti gli italiani residenti all’estero, per sostenere attività in supporto alla comunità, in questo caso a Londra.

Noi come magazine e unica radio italiana a Londra, ci occupammo già del COMI.IT.ES, a seguito di varie segnalazioni pervenute in redazione, sulle varie irregolarità nella gestione dei contributi. In sostanza i soldi che arrivavano al COMI.IT.ES non venivano poi investiti nelle attività per gli italiani. Ma andiamo per odine.

Ricordo una telefonata con il vecchio Presidente del COMI.IT.ES di allora Girolamo Cancilla, riguardo ai contributi per i giornali all’estero, presidente eletto per due volte consecutive, quindi alla presidenza del COMI.IT.ES di Londra per 10 anni. In sintesi, cercavo di capire come funzionavano le cose per avere dei contributi per il magazine Italoeuropeo attivo dal 1998.

Presentai la domanda lecita, ma mi accorsi subito che nel sistema c’era una crepa, un`incongruenza, ancora irrisolta.

Purtroppo fino a poco tempo fa, non si è potuto monitorare nel dettaglio dove fossero andati a finire i molti soldi che dall’Italia arrivavano e sparivano, non esisteva un sito del vecchi o COMI.IT.ES, ne una pagina FB, ne tanto meno i bilanci pubblicati, che per legge dovevano essere presentati ogni anno. I soldi arrivavano e di colpo sparivano.

I contributi per anni erano stati dati solo alle solite persone (testate giornalistiche) negando cosi la possibilità ad altri di recepire i contributi. Questo fatto probabilmente è stato legato al fatto che solo due testate giornalistiche erano in formato cartaceo, oppure per scarsa informazione “voluta o non voluta” verso gli italiani o altre testate.

Facemmo una trasmissione radio, ma qualcuno mi disse (al telefono con numero sconosciuto) che era meglio finirla li e non andare oltre, anche perchè di li a poco, tutto l’esecutivo del vecchio COMI.IT.ES sarebbe stato rinnovato e ci sarebbe stata maggiore trasparenza.

Fatte le nuove elezioni nel 2015 qualcosa, in apparenza, sembrava essere cambiata. Ora, per lo meno, esiste un sito dove possiamo vedere anche i bilanci, (che poi siano discutibili questo è un altro discorso), ma almeno si possono leggere le cifre e dove vengono spese, o almeno dove dovrebbero essere spese.

Il nuovo presidente del COMI.IT.ES di Londra è Pietro Molle, una persona con la quale si parla bene ed è  aperta al dibattito e alle critiche, certo, forse si porta dietro una eredità di una storia di un COMI.IT.ES trasandato e impoverito da un buco economico di  circa 5.000 sterline, che in due anni Molle ha dovuto cercare di colmare e forse ancora qualcosa da fare senz`altro c`è.

Ancora arrivano dei soldi dall’Italia verso il COMI.IT.ES di Londra, spesso solo per finanziare solo i loro progetti, e non altri, anche qui dovremmo capire meglio il perchè, e comunque spesso questi soldi che arrivano si perdono nelle carte e burocrazia, tanto che per molte persone se interessate a sapere qualcosa in merito, viene difficile ricostruire la traccia dei soldi e dove vengono impiegati. Naturalmente il comitato mi risponderebbe ci sono i bilanci, certo non si discutono, sempre che rispecchino la realtà.

Il Comites di Londra al laovoro – OLYMPUS DIGITAL CAMERA foto Salvato Mancuso dal  sito comites Londra.

Facciamo un passo indietro, torniamo a contributi per supportare la stampa all’estero. Io pensavo che il supporto della stampa all’estero fosse per tutti e non per una ristretta cerchia di testate cartacee, e se si va a vedere nel dettaglio sono sempre le solite.

Ma questo purtroppo, non riguarda solo il COMI.IT.ES di Londra, anzi quello è un “santo” se paragonato ad altre realtà dei vari COMI.IT.ES sparsi nel mondo.

Esiste una legge per i contributi per le pubblicazioni, giornali, magazine all’estero, e ne possono beneficiare,  le imprese editrici di periodici italiani editi e diffusi all’estero e di periodici editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero, [Art. 26 legge n. 416/1981 – D.P.R. n. 48/1983 ] e per chi e’ interessato puo’ andare a questo [link della presidenza del governo]

In un ottimo servizio fatto da [REC] di Antonella Cignarale, su rai3, capiamo meglio che spesso i giornali che prendono i contributi all’estero nemmeno si conosco. Ogni anno la presidenza del consiglio dei Ministri stanzia due milioni di euro per sostenere la stampa italiana all’estero. Ma spesso questi fondi non vanno ai giornali ma a sostenere altre associazioni, club calcistici etc.. come il caso evidenziato nel servizio, che fa il focus su un giornale italiano –il corriere degli italiani-  in svizzera che ha ricevuto 104mila euro, e pare pure un giornale inutile ed introvabile.

Ma allora cosa c’è dietro o chi c’è dietro? E perchè ancora queste realtà editoriali continuano ad esistere? Qui entriamo dentro una rete di tante parole e di omertà, chiedere è inutile, ma pensare è possibile ed è lecito, visto che sono soldi pubblici.

Possiamo pensare che i giornali siano solo una facciata per nascondere delle attività “illecite” o lecite ma di dubbia appartenenza. Spesso, come per lavarsi la coscienza, dietro ci sono organizzazioni religiose, a scopo no profit, ma alla fine si scopre che poi tanto no profit non sono.

Possiamo pensare che questi soldi vanno nella pancia già grassa di qualcuno, ma di chi non lo sapremo mai. Forse partiti? Forse privati.

Si puo’ pensare che il Governo non fa bene il proprio lavoro, dovrebbe monitorare di piu’, e cosi’ anche i nostri ben amati COMI.IT.ES da dove passa tutto.

Sia chiaro questi fatti non accadono nel COMI.IT.ES di Londra, almeno per quello che ne sappiamo. Il finanziamento della stampa italiana all’estero veniva dato e viene dato alle due realtà giornalistiche su carta stampata esistenti per gli italiani a Londra da anni : “Londra Sera” di Tommaso Bruccoleri e “La notizia” di Salvatore Mancuso (SMPhotoNews) , “vecchie” glorie rispettabilissime di un giornalismo sincero verso la comunità italiana, di cui stimo molto le persone, meno i contenuti dei loro giornali, ma è  anche vero che loro hanno aperto la strada del giornalismo a Londra stiamo parlando di circa 40 anni fa e per questo li rispettero` sempre.

Qui ci sono due tabelle per vedere i soldi che hanno ricevuto le testate giornalistiche all’estero, anche quelle citate : [tabella 1] e [tabella 2]

Senza entrare troppo nella complessa rete di commi e articoli, (che potete divertirvi da soli ai link riportati, ed intraprendere un viaggio senza ritorno nel solito formalismo italiano), quello che alla fine  interessa è sapere che, c’è una legge, e dei soldi che dall’Italia vengono messi a disposizione per finanziare i giornali all’estero, e che per beneficiare di essi dobbiamo presentare un bando al  COMI.IT.ES, che propone a chi vanno questi contributi, anche se la parola definitiva aspetta al Consolato, ma il piu’ delle volte sottoscrive quello che il COMI.IT.ES suggerisce.

Ma come sapete, dove c’è una legge dietro si nasconde l’inganno.

Questi contributi per anni sono stati dati solo per giornali cartacei, quindi la domanda è  restrittiva per le pubblicazioni on line.

Questo è un male perchè oggi tutta l’informazione viene fatta On-line, piu’ diretta e veloce. Cambiare la legge? Cambiare la procedura sarebbe la cosa piu’ intelligente, ma pare che sia impossibile.

Ho chiamato il ministero, e dopo avermi ascoltato una bella canzone di attesa al telefono, e piu’ volte, mi hanno risposto che la legge è vecchia e dovrebbero farne una nuova, pero’ per ora non si cambia. Sbagliero` io a pensare male ma ho capito tra le righe che non vogliono cambiarla.

Sotto l’epoca di Cancilla provammo con la nostra redazione on line a presentare la domanda per i contributi, spinti anche dal Consolato che ci dava almeno una speranza.

La domanda fu bocciata. Motivo? L’esecutivo del COMI.IT.ES di allora, non capi’ cosa fosse una pubblicazione Online, e la domanda era incompleta, perchè  in alcuni punti dei moduli non erano stati completati.

Fatto presente che avevo già detto che nei punti in esame non potevamo completare domande quali : Quante copie cartacee fate? Che misure ha il vostro giornale? Domande inutili per un magazine on line. Facemmo presente che la procedura era obsoleta, la commissione alzo` le mani : “non è colpa nostra ma della legge”.

QUALCHE CONFLITTO

I soldi andarono sempre alle solite testate cartacce storiche, “Londra Sera” di e “La notizia” . Oggi, i contributi per la stampa all’estero ( a Londra) li prende solo la pubblicazione -La Notizia-, quindi tutto “regolare”, peccato che qui si apre un conflitto di interesse, perchè Salvatore Mancuso fa parte del COMI.IT.ES, ed essendo ora  l’unico che fa il cartaceo a Londra (Londra Sera si è persa nella corsa, e  non ha ricevuto i contributi quest’anno) i soldi vanno a lui, o meglio alla sua testata che stampa circa 2mila copie, ogni due mesi prendendo una cifra che si aggira sulle 3mila euro, ovviamente, se non prendesse altri contributi da associazioni varie, e pubblicità, non riuscirebbe a stampare solo con i soldi dei contributi, ma questo puo’ essere lecito, anche perchè  tutto sommato fa’ un buon servizio alla comunità, e Mancuso è una persona che si è data sempre da fare.

Anche quest’anno li ha ripresi, se andiamo a vedere la pagina facebook del  COMI.IT.ES di Londra di Maggio 2017  troviamo nell’ ordine del giorno al terzo posto :

  • Parere su richiesta contributi ministeriali da SMPhotoNews e Londra Sera.
  • Vi dico che Londra sera non prenderà i contributi  perchè  ha presentato la domanda tardi, e quindi, vanno alla pubblicazione la notizia ancora.

Ma in fondo come detto è un giornale che copre una fetta di quella comunità italiana del passato che ancora vuole la versione cartacea, e questo ci puo’ stare.

Quello che non capimmo all’epoca e che ancora oggi non capisco, perché non venga cambiata la legge in modo tale che la torta possa essere distribuita anche ad altre con pubblicazioni, piu’ “ fresche”, non togliendo nulla a quelle cartacee. Ma in fondo la colpa non è del COMI.IT.ES ma della legge che ancora non è fatta per le pubblicazioni on line, questo mi viene detto da oltre 5 anni, come contentino.

Probabilmente ci staranno lavorando, forse, almeno hanno l’intenzione, forse, ma ad oggi nulla e’ uscito, nulla si trova in merito.

Non stiamo qui a piangere per qualche soldo, (che forse un giorno se il sistema si rinnova prenderemo), le nostre attività sono sotto gli occhi di tutti che, ogni giorno ci ascoltano in radio o ci leggono, e vengono autofinanziate e sponsorizzate da privati e non dai soldi dei contribuenti italiani, sono qui per spazzare via la polvere che da anni affonda la verità.

Il COMI.IT.ES è anche un`interfaccia (o dovrebbe esserlo) tra le istituzioni di Roma e di Londra (Consolato) e potrebbe e dovrebbe evidenziare la cosa, lottare per essa come un diritto per chi fa anche pubblicazioni on line che non sono meno delle versioni cartacee, anzi sono piu’ immediate, e raggiungono un maggior numero di lettori. Il nuovo presidente Molle, si sta battendo molto, ma ancora senza risultato, apprezziamo l’impegno e le parole, quando diventeranno fatti, lo inviteremo a cena.

Che il COMI.IT.ES di Londra versione aggiornata

Che il COMI.IT.ES di Londra versione aggiornata, faccia piu’ del vecchio è  evidente, anche se alcuni dei costituenti del vecchio sono rimasti nel nuovo, zavorrando forse iniziative e proposte nuove, fatto sta che a me sembra una minestra riscaldata, e che le impressioni che qualcosa di non corretto o di sotterfugi ancora ci siano.

Non me ne voglia il presidente Molle che stimo molto, o altri rappresentanti tra cui l`Avv. Gaglione o Luigi Bille, Luigi Reale [vedi qui la lista dei nomi dell’esecutivo Comites di Londra] che nonostante alcune frizioni interne loro, si battono comunque per far cambiare qualcosa, e che rispetto per le loro idee e impegni, e professionalità, ma spesso i risultati di questo COMI.IT.ES non corrispondono alle parole o agli impegni dati o promessi.

E questo un po’ scoraggia, per chi come noi ha bisogno di fondi, e non siamo i soli, anzi i giornali on line in Europa e nel mondo sono molti e molto piu’ letti dei cartacei ormai, e sicuramente piu’ di quel corriere degli italiani in Svizzera.

Quindi perchè non cambiare la legge? Per dare contributi anche alle testate on line, cercando ovviamente di capire quali sono quelle serie che danno un reale contributo alla comunità e alla corretta informazione? Misteri politici o di qualche loggia.

Ci sono testate giornalistiche on line che vengono finanziate dai partiti, ma questa è un’altra storia che meriterebbe un editoriale lungo sei colonne e non verremo a capo di nulla comunque.

Oggi l’informazione sia giornalistica che radiofonica, è on line sfido chiunque a dirmi il contrario, quindi perchè ancora tanta incapacità intuitiva da parte del Goveno? Perchè non rinnovare la legge ed aprire anche a finanziamenti per le edizioni on line, qualunque esse siano? Certamente monitorando il tutto con le dovute cautele, come per esempio, chi ha il cartaceo e prende i contributi per esso non potrà prenderlo anche per la versione on line e viceversa.

Altrimenti quelle lamentele che ci vennero in redazione avvalorano di piu’ la tesi, le persone non ci vedono chiaro, noi per primi, è giusto che la gente sappi dove e come vengono investiti i soldi che poi sono i soldi degli italiani, dei nostri genitori, dei nostri nonni.

Sul sito del COMI.IT.ES di Londra ci sono i bilanci, di cui ringraziamo l’impegno, ma anche li ci sono numeri e cifre molto discutibili.

So che al COMI.IT.ES sono stati dati dal Ministero degli Affari Esteri circa 11.000 euro circa 9.000 sterline, (il comitato ne aveva chiesti molti di piu’), dove saranno investi? Confidando nell’esecutivo e nel loro presidente, persona ragionevole e corretta (o almeno ci prova) sono sicuro che troveremo risposta nelle loro riunioni a cui è  possibile assistere e parlare solo alla fine.

Pero’ ad oggi, sono quasi certo che i bilanci del COMI.IT.ES tornino, o si fanno tornare in qualche modo. Sono convinto del fatto che dall’Italia i soldi arrivano, ma sono già destinati a pochi prescelti.

Forse la parte teorica dei COMI.IT.ES sparsi in tutto il mondo è in buona fede, poi però il COMI.IT.ES è fatto da persone, ed è qui ci portiamo dietro la nostra italianità, quella delle raccomandazioni, quella delle strette di mano, delle botte sulla spalla, quella come si dice dell’ ”aum aum”, quell’Italia insomma dietro la falsa maschera di un buonismo trova alla fine sempre le sue vittime. Una parte di Italia che c’è ma non va raccontata, quella che se si racconta ti fanno chiudere bottega.

A me andava di raccontarla, consapevole che mi faro’ dei nemici, e che mi arriveranno forse delle querele, ma come si dice, “meglio un giorno da leoni che cento da pecora”, anzi, vi dico la verità: non mi sento ne leone ne pecora, solo una persona che vuole fare il proprio dovere, e che vorrebbe un’Italia migliore anche all’estero.