Londra ( Irene Chiaia) – Durante l’udienza tenutasi a Manchester alle 15.30 BST ( 16.30 GMT), il giudice Hayden ha nuovamente impedito il trasferimento del bambino presso la clinica romana del Bambin Gesù.
Viene rigettato, così, l’ultimo estremo appello di Tom e Kate che avevano sognato una via d’uscita da un incubo che dura da fin troppo tempo. Durante il processo l’avvocato Paul Diamond ( rappresentante della famiglia Evans) é stato ripetutamente beffeggiato dal magistrato, il quale, con grande freddezza, ha constatato che il viaggio verso la Civitas Dei avrebbe potuto essere fatale per il paziente.
La risposta del legale dei genitori del piccolo ha sottolineato la violazione dei diritti civili del paziente. Tuttavia, tali dichiarazioni sono state accolte con gran risentimento da Hayden che ha ribattuto sostenendo di non voler trasformare l’udienza in banale gossip.
Nel frattempo, a Liverpool, i sostenitori della famiglia Evans continuano a mostrare solidarietà e supporto morale alla famiglia del piccolo Alfie.
I giovanissimi genitori di Alfie Evans all’esterno dell’ospedale di Liverpool
I militanti del bambino non sono gli unici a radunarsi nei pressi dell’ospedale nelle ultime ore. Infatti sembrerebbe che un supplemento di forze speciali sia stato inviato proprio dalla polizia Britannica al fine di evitare nuovi tumulti. Effettivamente, l’Alder Hey Children’s Hospital é stato apparentemente blindato successivamente all’ultimo verdetto dell’ultima udienza. Lo scopo é stato proprio quello di isolare il nucleo famigliare degli Evans.
Nemmeno il padre spirituale del bambino ha potuto accedere alle stanze in cui si trova Alfie. Infatti Padre Gabriele é stato bruscamente allontanato dall’ospedale e non é più riuscito a mettersi in contatto con Tom e Kate da ieri. I due genitori sono stati successivamente perquisiti e confinati alle stanze della struttura.
Nel mentre la Chiesa Cattolica e la comunità Cristiana di Liverpool si stringono intorno alla famiglia Evans. Dopo l’ultimo verdetto del giudice Hayden, l’arcivescovo locale Malcolm McMahon ha dichiarato al The Tablet di aver contattato il Pontefice.
Il sacerdote ha espresso il suo supporto verso la famiglia del paziente e la sofferenza che tutta la comunità cattolica di Liverpool sta patendo in questi ultimi giorni. Tuttavia, l’arcivescovo ha comunicato a Papa Bergoglio e a ribadito al giornale che lo staff dell’Alder Hey ha comunque provato tutto ciò che era “umanamente possibile” per salvare la vita del piccolo.
Oggi, giovedì 26 Aprile, la speranza non é ancora perduta del tutto. Nelle ultime ore Roger Kiska, un avvocato del Christian Legal Centre ( lo studio legale che rappresenta la famiglia Evans) ha rilasciato nuove dichiarazioni a Radio 4. Il procuratore ha assicurato che la battaglia per la vita del piccolo Alfie non é ancora arrivata al termine. Infatti “ci sono altre opzioni da contemplare”.
Una delle eventuali possibilità consisterebbe proprio nel rilasciare Alfie al fine di continuare le cure presso la residenza degli Evans. Anche il padre del piccolo sostiene che il paziente non ha più alcuna necessità di terapie intensive. Infatti il bambino continua a respirare grazie a un supplemento di ossigeno ma per il resto rimane autonomo.
Alla nostra redazione e’ pervenuta questa lettera del Dr. Matteo Cerri sul caso Alfie che pubblichiamo per dovere di cronaca :
mi rivolgo alla Vostra sensibilità personale e al Vostro ruolo di rappresentanza di noi tutti cittadini italiani residenti all’estero.
Mi rivolgo a Voi quali persone che ho avuto il piacere di conoscere durante la recente campagna elettorale come individui sinceramente impegnati al di là delle idee o parti politiche.
Vi scrivo riportando il testo di una mia recente lettera indirizzata al nostro Console Generale di Londra. Testo adottato da altri cittadini ed associazioni, ma che sento fortemente e profondamente mio.
A questa azione mi preme anche far presente il mio intervento, in seno all’ITT (Institute for Travel and Tourism – la lobby politica del settore viaggi in UK, di cui sono Fellow Member italiano), affinché le nostre ingenti donazioni all’ospedale Alder Hey, nell’ordine di milioni di sterline negli anni passati, fossero temporaneamente sospese per questa vicenda. Alder Hey è un’eccellenza della sanità britannica ed in esso operano numerosi ricercatori italiani; sospendere le donazioni è purtroppo uno dei pochi gesti cui la stessa struttura potrebbe essere sensibile. Per questo mi sto operando.
Ritengo che in questa vicenda il nostro Paese abbia dimostrato un’umanità e sensibilità istituzionale unica e questo mi rende oltremodo grato e fiero. In ballo non c’è solo la vita di un bambino ora divenuto italiano, ma anche il pericoloso principio, in particolare in Common Law, che un tribunale possa decidere della vita di un essere umano strappandolo alla volontà dei propri genitori.
Per quanto sopra mi permetto di disturbarvi per chiedere, nei limiti del vostro mandato istituzionale a far rispettare il Nostro Paese e la Sua posizione e mi appello alla Vostra libertà di coscienza perché non si lasci intentata alcuna strada.
Vi ringrazio per la Vostra attenzione come cittadino, individuo e amico.
Il/La sottoscritto/a,……., nato/a a………… il………. e residente a………., Via………….., con la presente invia
URGENTISSIMA RICHIESTA DI INTERVENTO per il concittadino ALFIE JAMES EVANS
Al cittadino italiano Alfie Evans è stato sottratto volontariamente e premeditatamente il sostegno vitale dalla direzione dell’ospedale Alder Hey di Liverpool, al fine di determinarne il decesso. Il bambino, le cui condizioni cliniche sono state volutamente aggravate con l’abbandono di ogni presidio sanitario, è attualmente detenuto nello stesso ospedale insieme ai suoi genitori, ai quali si impedisce manu militari di uscire dall’edificio per metterlo in salvo. Si impedisce loro, inoltre, di ricevere cibo e acqua dall’esterno.
Tutto ciò costituisce una macroscopica violazione dei più elementari principi umanitari e di ragione; configura altresì, inequivocabilmente, un tentativo di omicidio aggravato dal costringimento fisico e dal sequestro di persona. Tentativo di omicidio che è autorizzato e incoraggiato dal potere giurisdizionale, nel silenzio delle autorità governative britanniche.
In ossequio ai doveri istituzionali e agli impegni normativi assunti con la sottoscrizione dei trattati internazionali, nonché agli obblighi derivanti dalle varie Dichiarazioni dei Diritti dell’Uomo, dalla Costituzione italiana e dalle Leggi italiane, il Governo della Repubblica ha il dovere morale, politico e giuridico di intervenire immediatamente in nome del popolo italiano che esso rappresenta.