Londra (Valeria Piccioni) – Italia e Malta non accennano a porre fine al braccio di ferro riguardo la questione dei migranti recuperati a largo della Libia durante questo fine settimana: l’imbarcazione Aquarius che li ha recuperati continua a vagare nelle acque del Mediterraneo senza che le venga assegnato un porto dove poter attraccare.
Tra sabato e domenica, sono stati salvati da imbarcazioni precarie e gommoni instabili circa 629 persone: navi mercantili e motovedette della Guardia Costiera italiana si sono mobilitate per soccorrerle e molte di loro sono state radunate a bordo dell’ Aquarius della Ong Sos Méditerranée, l’organizzazione umanitaria europea finanziata interamente dalla popolazione solidale a livello globale e dall’appoggio della società civile. I migranti sono tuttora in stallo in mare senza destinazione poiché né Malta né l’Italia sono disposte a prendersi carico della tragica situazione.
Salvini lancia un ultimatum a Malta sottolineando l’indisponibilità ad accogliere la nave nei porti italiani: dopo aver scritto una lettera urgente indirizzata a La Valletta, capitale maltese, per comunicare che il loro è “il porto più sicuro per accogliere i 600 migranti”, il ministro degli Interni preme su Facebook «Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina.» al grido del cupo ashtag #chiudiamoiporti, che poco spazio lascia ad altre repliche.
D’altro canto l’ambasciatrice italiana a Malta Vanessa Frazier, intervistata dal The Post Internazionale, replica: «Lo sbarco deve avvenire in Libia, Tunisia o a Lampedusa perché il centro di coordinamento per il salvataggio di Malta non ha la competenza, e non è neanche l’autorità di coordinamento del soccorso: l’operazione SAR -Search And Rescue- nel Mediterraneo […] è avvenuta nella SAR libica coordinata dal centro RCC di Roma. Per cui è assolutamente escluso che i migranti debbano essere sbarcati a Malta. […] Malta non è del tutto contraria all’accoglienza dei migranti, ma è necessario che vengano rispettate le regole, sempre.» e a proposito di Salvini aggiunge «Siamo in linea con la questione migranti ma ha sbagliato: deve smetterla di fare dichiarazioni forti e provocatorie come questa».
Intanto Conte prende parte alla disputa dichiarando «Ho chiesto al premier maltese che si facesse carico almeno del soccorso umanitario delle persone in difficoltà che si trovano sull’Aquarius. Muscat non ha assicurato alcun intervento: si conferma l’ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell’Europa, a intervenire e a farsi carico dell’emergenza». A proposito del recente incontro con i leader del G7 aggiunge: «L’Italia si ritrova ad affrontare in totale solitudine l’emergenza immigrazione. Il problema è stato da me posto anche nel corso del G7 a tutti i partner europei in questi ultimi giorni dove ho anticipato che i flussi migratori devono essere gestiti in maniera condivisa».
Con il trascorrere delle ore sale la tensione tra i due Paesi. Persino l’Onu si espone sulla vicenda dichiarando tramite la portavoce Carlotta Sami «Il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo», mentre Medici Senza Frontiere posta su Facebook «Ancora una volta la politica degli stati europei è posta al di sopra delle vite delle persone.».
Nella serata di ieri il premier Conte ha inviato due motovedette con medici per portare aiuto ai migranti a bordo dell’Aquarius, ma le dritte ufficiali, come riporta la pagina ufficiale di Facebook di Medici Senza frontiere aggiornata a due ore fa, rimane quella di mantenere Aquarius a 35 miglia nautiche dall’Italia e a 27 da Malta. È ancora la pagina di MSF a postare non meno di mezz’ora fa «Le condizioni mediche delle 629 persone a bordo sono per ora stabili ma l’inutile ritardo dello sbarco in un #portosicuro mette a rischio i più vulnerabili: 7 donne incinte, 15 con gravi ustioni chimiche, diversi pazienti con sindrome da annegamento e ipotermia.».
Un’imbarcazione senza bandiera né patria, in diretta mondiale sugli schermi di una platea di Ponzi Pilati, vaga attualmente nel Mare di Nessuno: a bordo, il gravoso peso di preziose vite umane. E delle nostre coscienze.