Londra (Giulia Faloia) – Sale a 39 morti e 16 feriti, di cui 12 in codice rosso, il tragico bilancio in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto nella giornata di ieri, martedì 14 agosto.

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La notizia ha fatto il giro del mondo e occupa le prime pagine di diversi quotidiani europei.

Le ricerche dei corpi e di eventuali superstiti sono andate avanti tutti la notte e proseguiranno nelle prossime ore. Le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato sui due lati del Polcevera in cui ci concentrano le macerie e nel letto del torrente.

Per il governatore della Liguria Toti, però, “il bilancio delle

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vittime è sensibilmente superiore alle cifre fornite ieri sera. Quello definitivo verrà fornito quando i numeri saranno certi”. Ha poi aggiunto che: “per la maggior parte dei feriti secondo i medici ci sono buone speranze di salvezza. Nel frattempo si sta ancora scavando sotto il ponte, non tutte le zone sono state raggiunte, siamo al lavoro per trovare gli ancora numerosi dispersi”.

Al momento due delle tre aree di ricerca sono state bonificate: quella sul lato sinistro del fiume, dove ci sono i depositi dell’Amiu – l’azienda ambientale del Comune di Genova – e quella al centro del Polcevera, dove ci sono i resti di diversi mezzi pesanti e di auto schiacciate da un enorme pezzo di ponte conficcato nel terreno.

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Le ricerche invece continuano nella zona della ferrovia, sul lato destro del fiume, lungo il quale i vigili del fuoco stanno scavando attorno ai resti del pilone e nella zona accanto, dove sotto un pezzo di ponte crollato si è aperto una sorta di cratere con dei mezzi ancora all’interno.

Uno dei soccorritori ha dichiarato: “c’è il rischio che altre parti del ponte possano crollare, per questo motivo abbiamo sfollato le persone da tutti gli edifici circostanti”.

Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha invece aggiunto: “Al momento del crollo transitavano 30-35 autovetture e tre mezzi pesanti” ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.

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Per la Protezione civile “ora la priorità è cercare le eventuali persone che ancora sono sotto le macerie, ma subito dopo inizierà un’altra fase molto critica che è quella di rimuovere questa diga artificiale che si è creata nel torrente Polcevera, e che rappresenta un pericolo concreto per la città”.

Il direttore generale del Dipartimento, Agostino Miozzo, chiarisce che “i detriti vanno rimossi nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi, perché se dovessero arrivare delle precipitazioni importanti, che in questa zona non mancano, ci potrebbero essere dei rischi per la popolazione”.

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440 le persone costrette a lasciare la propria abitazione a seguito del crollo. Ma si stanno ancora valutando gli sgomberi, quindi il numero potrebbe aumentare, come riportato dal Comune di Genova. La Protezione Civile comunale ha fatto evacuare 11 palazzi e la situazione è sotto monitoraggio costante.

“Tutto il ponte Morandi andrà demolito con gravi ripercussioni al

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traffico e problemi per i cittadini e le aziende”. Lo ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi oggi pomeriggio a Genova, aggiungendo: “Un ponte del genere non crolla né per un fulmine, né per un temporale, vanno trovati i colpevoli”.