Londra (Rosita Dagh) – La Commissione europea rinuncia a qualsiasi idea di rinegoziazione Brexit. Il divorzio è stato già firmato a novembre e l’UE non intende tornare indietro, anzi si continuano a preparare procedure d’emergenza in caso di no-deal, ha detto poche ore fa un portavoce della Commissione.

Theresa May, però, promette di ottenere rassicurazioni legali da Bruxelles sul backstop irlandese: la polizza assicurativa per garantire che un arduo confine non si riformi sull’isola d’Irlanda.

A tal proposito, a pochi giorni dal verdetto finale, quando il parlamento inglese voterà per un Brexit deal o ‘no deal’, il Primo Ministro esorta i suoi colleghi a non lasciare che ‘la ricerca per la perfezione diventi il nemico del bene’. In un’ultima intervista su BBC, spiega che l’House of Commons è ancora divisa in diverse fazioni:

– coloro che ricercano una Brexit perfetta

– chi (facendo riferimento ai Labours) nega ogni proposta in Parlamento, scatenando un potenziale e prossimo caos

– chi invece vuole un secondo referendum per annullare la Brexit.

In risposta alla puntualizzazione di Theresa May, una lettera firmata da più di 200 parlamentari (sia conservatori, liberaldemocratici che laburisti), è stata presentata oggi per invitare l’intero governo a non lasciare che l’Inghilterra abbandoni l’UE senza un accordo, anche perché:

“Il principale mercato per queste esportazioni è stata l’Unione Europea” hanno aggiunto.

Il documento, scritto Caroline Spelman, Meriden, e da Jack Dromey, deputato di Birmingham Erdington, assume un ruolo significativo dato che proprio questo lunedi pomeriggio si darà il via al processo che guidera i parlamentari al voto finale: deal o no deal.

Dalle 17.30 alle 19.00 di quest’oggi, i membri del Parlamento, favorevoli alla Brexit, si incontreranno, fornendo martedì 8 gennaio le loro discussioni e aggiornamenti su un possibile ‘no deal’ mentre mercoledi 9 gennaio si riprenderà ciò che si era lasciato: il dibattito sul voto, il cui verdetto avverrà martedì 14 gennaio.

Credit: Skynews.co.uk

Deal o no deal, due Paesi europei, l’Italia e la Germania, hanno gia confermato che lo status dei cittadini britannici residenti nei loro territori resterà invariato. La Germania ha oggi aggiunto che gli inglesi in vista avranno tre mesi di diritti di soggiorno aggiuntivi, che possono essere estesi.

In tutto questo Theresa May persiste sull’idea che un no-deal significherebbe portare il Regno Unito in ‘un territorio inesplorato’ con ulteriori problemi su diversi settori, incluso quello sanitario.

Poche ore fa, infatti, dopo aver visitato un’ospedale di Liverpool, il Primo Ministro ha assicurato che se il governo non scarterà l’accordo da lei ideato, garantirà il servizio sanitario alle generazioni future.

Ulteriori aggiornamenti in vista saranno forniti qui di seguito


Londra – (Deborah Gianinetti) 15.33 BST – Il leader dei Labour Jeremy Corbyn ha in programma di chiedere se la May sia riuscitaad assicurarsi cambiamenti da parte dell’Ue per quanto riguarda l’accordo sulla Brexit dopo aver ritardato il voto del Parlamento. I laburisti sperano che il Primo ministro sia presente alla Camera dei comuni per rispondere, ma a quanto pare lei non ci sarà.
15.39 BST – Jeremy Corbin fa la sua prima domanda, pronto a rispondergli è il Segretario della Brexit Stephen Barclay. La May non è presente perché a Liverpool per lanciare il nuovo piano decennale del settore sanitario. Barclay dichiara che quando mercoledì ci si riunirà di nuovo per discutere della Brexit, il governo
“esporrà con chiarezza alla Camera cosa è stato raggiunto dallo scorso anno”.

15.44 BST – “A meno di tre mesi dalla scadenza, non ci si può più nascondere e non si può più scappare” dichiara Corbyn. Chiede poi alla May di presentarsi alla Camera dei comuni per dire ai parlamentari esattamente quali rassicurazioni legali abbia ricevuto dall’Unione europea rispetto al “Brexit backstop”.

15.49 BST – Corbyn ritiene che ci sia molta confusione rispetto a cosa la May stia chiedendo all’Unione europea. Esprime anche il timore che diversi ministri siano all’oscuro rispetto a quanto sia stato raggiunto dal Primo ministro Britannico perché in realtà “non c’è nulla da sapere”. Il leader laburista si chiede se la May scapperà davanti ad un voto che sembra destinarla alla sconfitta.

15.51 BST – Rispetto alle manovre del governo proposte per far fronte alla possibilità di un no deal, Corbyn dichiara che “il governo non sta prendendo in giro nessuno, questi preparativi caotici sono troppo miseri e troppo tardivi”.

15.54 BST – Il segretario della Brexit risponde che la posizione labourista nei confronti della Brexit è “intrisa di contraddizioni”. Barclay chiede a Corbyn cosa pensa realmente dell’uscita del Regno Unito dall’Ue, e se manterrà la
sua promessa di rispettare il voto popolare.

15.18 BST – Il Tory Ken Clarke descrive la data del 29 marzo per l’esecuzione della Brexit come arbitraria, e chiede una proroga per l’uscita del Regno Unito dalla Gran Bretagna.Barclay risponde che in realtà non si tratta di una data arbitraria, e sottolinea come sia stata votata dai parlamentari britannici.

16.04 BST – Il leader del Partito Nazionale Scozzese accusa la May di non essersi nemmeno disturbata di essere presente per rispondere alle domande sulla Brexit.
Dichiara come sia evidente che la strategia del Primo Ministro sia quella di “prendere tempo” per mettere pressione ai parlamentari e convincerli a sostenere il suo accordo. Invita poi Corbyn a unirsi alla campagna del suo partito per un nuovo referendum. Dichiara addirittura che la Brexit abbia fortificato la causa dell’indipendenza scozzese. Gli risponde duramente Barclay, sostenendo come il Partito Nazionale Scozzese chieda un nuovo referendum, ma non accetti il risultato di quello precedente.

16.18 BST – Il Segretario della Brexit assicura che il voto sull’accordo firmato da May e Ue  avverrà settimana prossima.

16.43 BST – La laburista Helen Goodman dichiara di aver ricevuto conferma dal Dipartimento dei Trasporti che l’alto funzionario abbia richiesto una istruzione ministeriale scritta. Si tratta istruzioni formali da parte dei ministri che chiedono al loro dipartimento di procedere con una proposta di spesa, nonostante l’obiezione del loro segretario permanente.
Ha chiesto: “Questo non dimostra che il no deal è un bluff?”. Barclay non nega che tale lettera sia stata scritta, e descrive il processo come “parte di normali controlli e bilanci” su un governo.