Brexit: ecco dove siamo arrivati

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Londra (Deborah Gianinetti) – A poche ore dalla presentazione in Parlamento del famoso piano B per la Brexit, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su quello che è successo fino ad ora.

Il 15 gennaio i parlamentari britannici hanno rifiutato l’accordo firmato da Theresa May e da Bruxelles per l’Uscita dall’Unione europea, con una sconfitta catastrofica per il primo ministro destinata a entrare nei libri di storia.

Subito dopo tale risultato, Corbyn ha spiazzato i suoi colleghi laburisti chiedendo di andare immediatamente a nuove elezioni, sperando di poter creare un nuovo esecutivo che riuscisse a riaprire i negoziati con l’Ue per cercare un accordo più favorevole.

Un annuncio forse inaspettato, dal momento che molti si auguravano invece la proposta di un nuovo referendum, che potrebbe effettivamente portare ad un ribaltamento del risultato precedente.

L’Unione europea si è sempre dimostrata irremovibile nei confronti dell’accordo già firmato, tanto che è arrivata a proporre agli Stati membri 14 linee guida nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere un deal, con le quali i 27 avrebbero le spalle coperte.

L’Ue sembrava però avere aperto uno spiraglio di speranza nei giorni scorsi, quando si è profilata la possibilità di una revisione dei punti riguardanti i confini con l’Irlanda, uno dei motivi principali per cui il Parlamento britannico ha riufiutato l’accordo in maniera così netta.

Proposta, però, bocciata sul nascere da Dublino: il governo irlandese ha infatti fatto sapere di ritenersi parte integrante dei 27 Paesi membri, che i negoziati avvengono come gruppo coeso e compatto, e non come individualità indipendenti.

Un nuovo passo indietro, quindi, che fa tornare tutto al punto di partenza.

Theresa May è sopravvissuta alla mozione di sfiducia votata in Parlamento il giorno successivo la sua disfatta. Con un margine sottilissimo è riuscita a tenere in mano le redini del Paese, assumendosi il compito di preparare un piano B per evitare l’uscita dall’Unione europea senza accordo. Un’ipotesi che nessuno ai piani alti si auspica, ma che ancora non si può del tutto escludere.

Sarebbe un salto nel buio epocale, una mossa dalle conseguenze totalmente inaspettate.