Londra ( Philip Olland) – La camera dei comuni, boccia l’emendamento su un nuovo referendum bis con (334 contrari e 85 favorevoli). E l’Europa concede una proroga.
Una soluzione che non e’ una soluzione.
Nulla di fatto alla fine, tutto rimandato. Con 412 “sì” e 202 “no”, a una mozione che dà mandato a Theresa May di chiedere all’Ue un rinvio “breve” della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno.
L’obiettivo è di riproporre intanto per la terza volta al voto di ratifica del Parlamento l’accordo di divorzio raggiunto con Bruxelles a novembre e già bocciato due volte. Voto in programma per la settima prossima.
Se anche nel terzo voto (da tenersi entro mercoledì) sull’accordo Londra-Bruxelles il piano della May dovesse essere nuovamente bocciato, allora il governo chiederà in ogni caso il rinvio della Brexit, ma i termini saranno in quel caso nelle mani dell’Ue. La premier ha avvertito che in questa eventualità il rinvio potrebbe essere di oltre tre mesi.
Non è passato nemmeno l’emendamento promosso dal leader laburista Jeremy Corbyn per bloccare di fatto il tentativo della premier Theresa May di ripresentare una terza volta al voto del Parlamento la settimana prossima il suo di accordo di divorzio dall’Ue dopo una doppia bocciatura.
Insomma, se c’era prima il caos ora lo e’ ancora di piu’. Dubbi e incertezze scivolano oltre la data stabilita, e forse ancora oltre. Dagli USA arriva anche il commento del presidente Trump che ha attaccato la May per il modo in cui la premier britannica ha gestito i negoziati sulla Brexit. “Non ha ascoltato i miei consigli”, sottolineato come gli Stati Uniti vogliono rimanere fuori dai negoziati sull’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.
Tutto rimandato nelle mani del futuro, un futuro incerto, che fa pensare sempre di piu’ alla soliuzione peggiore di un No_Deal.