Brexit: la May chiede rinvio al 30 giugno, le condizioni di Tusk

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Londra (Deborah Gianinetti) – A nove giorni dal salto nel vuoto conosciuto come “No deal Brexit”, Theresa May è arrivata alla conclusione che al Regno Unito serviranno altri tre mesi per prepararsi dignitosamente all’uscita dall’Unione europea.

30 giugno: è questa la data ideale che la premier ha proposto al Presidente del Consiglio europeo.

La May è convinta che ulteriori rassicurazioni riguardanti il backstop con il confine Irlandese sarebbero sufficienti per poter chiedere al Parlamento di votare nuovamente il suo accordo, questa volta con un esito positivo.

Questa, in realtà, sembra essere esattamente la stessa situazione dell’ultima tornata di voto, che aveva però portato alla May una sonora sconfitta. Un ottimismo quindi che sembra ingiustificato, o forse solo di facciata, nella speranza che i leader europei decidano coscienziosamente di crederci e accettare la sua proposta.

Ma c’è un altro problema: le elezioni europee del 23 maggio. Cosa farebbe a qual punto il Regno Unito, quale sarebbe il suo ruolo?

Intanto Tusk ha già risposto che è probabile che i 27 accettino il rinvio, ma a patto che settimana prossima il Parlamento britannico approvi l’accordo già stipulato con Bruxelles, anche se la data del 30 giugno “rimane una questione aperta” per una serie di problematiche legali e politiche.

“Se i leader approveranno le mie raccomandazioni e se ci sarà un voto positivo alla Camera dei comuni potremo formalizzare la decisione sulla proroga per procedura scritta” ha dichiarato.

Non ci resta che aspettare settimana prossima e vedere se finalmente la May riuscirà a mettere d’accordo entrambi i contendenti.

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