Elisabetta Sanzo’ (Londra) – Boris Johnson:” L’UE pensa ancora che esista la possibilità che il parlamento blocchi la Brexit”. 

Il Primo Ministro con sarcasmo ridicolizza le speranze di un’Unione Europea che non e’ disposta a rinegoziare l’accordo fatto mesi fa con Theresa May, ed e’ per questo che Johnson ritiena che ci vorra’ un po di pazienza affinche’ si possano avverare le aspettative del Regno Unito, come l’annullamento del backstop irlandese. 

Il backstop, che ha lo scopo di evitare il ritorno di una dura frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord risulta ancora essere un grosso ostacolo nei colloqui sulla Brexit nella House of Commons. 

Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, dice che chi si oppone al backstop “non propone alternative realistiche”. Tusk risponde cosi al Primo Ministro che ritiene il backstop una mossa “antidemocratica”. 

Boris Johnson lo ha comunicato in una lettera inviata ieri sera al Presidente Tusk chiedendogli: “nessun controllo, nessuna infrastruttura al confine irlandese”; c’è persino l’ipotesi di “accettare un impegno giuridicamente vincolante in tal senso”.

La soluzione del backstop è, per Boris Johnson, indesiderabile poiché:

  •  il backstop blocca il Regno Unito vincolandolo in un unione commerciale;
  • L’’UE avrà leggi e regolamenti divergenti da quella del Regno Unito con le conseguenze più grave di creare problemi all’economia dell’Irlanda del Nord in numerose aree;
  • va ad indebolire quel delicato equilibrio raggiunto a Belfast con il Good Friday Agreement.

Non va, infatti, dimenticato che il confine aperto, così come è oggi,  “è il simbolo più tangibile del processo di pace”, iniziato nel 1998.

Ed e’ per questo che entrano in gioco gli american,  come il leader democratico del Senato Chuck Schumer che esorta la Gran Bretagna ad evitare un rigido confine irlandese prima di instaurare nuovi rapporti commerciali con gli USA.

Il Presidente Donald Trump, non e’ proprio d’accordo con il suo collega, dato che questa mattina, in una telefonata con Boris Johnson ha espresso la volontà di arrivare “rapidamente a un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Regno Unito”.

Tuttavia, prima di sancire nuovi rapporti con il resto del mondo, sono ancora molte le polemiche sulla figura di Boris Johnson al potere. Se da una parte c’e chi lo supporta, dall’altra c’e’ chi  non lo sopporta, perche’ preooccupati di una Brexit No deal. 

Infatti gli strascichi di allarmismo che l’operazione Yellowhammer ha rivelato continuano ad animare le forze dell’opposizione, come Jeremy Corbyn e la presidente del comitato Brexit, Hilary Benn, che chiedono a Michael Gove maggiori dettagli.

La fuga di notizie sui piani segreti del governo britannico ha delineato scenari apocalittici in caso di uscita senza accordo  sollevando timori in molte fasce della popolazione.

Il dossier  descrive, infatti, il rischio di periodi di scarsità di farmaci, cibo e perdite di lavoro. Gli stessi industriali, preoccupati, hanno scritto al segretario Michael Grove chiedendo rassicurazioni su una potenziale minaccia alla fornitura di carburante.

Il Primo Ministro Johnson, intanto, continua i suoi impegni e domani , infatti,  incontrerà, a Berlino, la cancelliera Merkel e giovedì, a Parigi, il presidente francese Macron, ai quali esporrà le preoccupazioni del Regno Unito sul “backstop” e futuri rapporti economici tra le nazioni dopo la Brexit.