Londra ( Leonardo Policella) Il caso e’ iniziato quando tre chili di orecchiette fatte a mano sono stati sequestrati dalla polizia municipale in un ristorante di corso Vittorio Emanuele a roma. Le orecchiette erano state fatte dalle signore che ogni giorno animano via dell’Arco Basso nella Bari Vecchia, facendo in casa e per strada le orecchiette.
Anche il famoso New York Times, con un lungo reportage pubblicato il 10 dicembre sulla prima pagina dell’edizione internazionale con il titolo “In Italy, a crime of pasta”, si e’ occupato del caso.
Le famose orecchiette di Bari, fatte in casa dalle donne anziane sono messe al bando e vietate, anzo sono un crimine. La questione e’ : la Tradizione da preservare o un mercato da regolare?
Ma come e’ possibile che un po’ di semola acqua e un po’ di sale sia un crimine? Chi non vuole piu’ le orechiette? Semplice l’Europa e la multi nazionali che vogliono imporre gusti standar e uccidere la tradizione della cucina piu’ buona del mondo, quella italiana.
Le belle signore di Bari che ogni mattina da anni prendono colini e tanta pazienza e iniziano a fare le orecchiette diventate meta turistica, folclore ma sopratuto storia e tradizione.
La pressione delle multi nazionali per eliminare i veri prodotti genuini
Tutto il mondo passa da Bari vecchia per vedere come si fanno le orecchiette e gustarne il sapore e la bonta’ esclusiva di alimenti “fatti in casa”. Fatti a mano, in casa, e quindi ritentuti dalle norme europee, senza controlli, senza certificati igienico-sanitari e quindi incriminate.
Ora, come si fa’ a dire che un prodotto fatto in casa non e’ igenico, buono, o deve essere certificato per essere venduto? Generazioni di famiglie, sono state cresciute con le orecchiette fatte in casa e mai nessuno ha avuto problemi di salute.
La certificazione igenico_ sanitarie, suonano come una scusa per togliere di mezzo la tradzione, o prodotti artigiani in piccola scala, per imporre la massiccia ondata di prodotti fatti con macchine automatizzate, e in certi casi con l’aggiunta di qualche sostanza chimica.
Non solo le Orecchiette, ma anche il famoso formaggio Sardo, con i vermi dentro, il casu fràzigu o casu martzu che l’Europa lo ha da sempre ritenuto fuori legge, uccidendo cosi’ la tradizione e la bonta’ di un formaggio unico al mondo, imponendo sul mercato, magari, formaggi dal gusto strano, e di dubbia lavorazione.
il casu fràzigu o casu martzu, non e’ altro che un normale formaggio con un mosca, la quale figliando produce insetti i quali si cibano del formaggio stesso per riprodursi, ma ne danno un gusto straordinario, con il quale molti pastori sardi sono cresciuti sani e forti.
L’Europa bandisce i prodotto che lei ritiene non conformia alle sue norme, pero’ intanto consente l’introduzione sul mercato di insetti secchi, larve secche che pare ora siano la nuova frontiera del cibo da sperimentare.
Spaghetti con larve di insetti secchi, e sugo di pomodoro. Poi una persona non si deve indignare!
L’Europa fa da padrona in casa, e sulle tavole delle nazioni, prende di mira l’Italia, aversario temibile dal punto di vista culinario e boccia o etichetta come crimini, cibi fatti in casa. Stessa cosa accade per l’aceto balsamico di Modena, mettendo sul mercato l’aceto della Germania, un gusto e odore che e’ tra il grasso di un modore e la benzina.
Se questa e’ l’Europa allora ha fatto bene il Regno Unito
Se questa e’ l’Europa, allora la Gran Bretagna ha fatto bene a volere a tutti i costi uscire. Se questa e’ l’Europa del futuro, e qualcosa mi dice che peggiorera’, allora ha fatto bene il Regno Unito ha divorsiare e riprendere il controllo del paese.
Cosa ne sara’ della storia del nostro paese che inizia dalle tavole italiane? Cosa ne sara’ delle ricette genuinee che hanno sfamato generazioni di contadini e operai in tutta italia? Ma stiamo scherzando?
Oggi le orecchiette, domani alcuni diritti di liberta’ nel nostro paese. La situazione veramente sta’ sfuggendo di mano all’Italia. Chi protegge le tradizione culinarie, che delineano il tratto di una nazione intera?
Cosa c’e’ di criminale?
Una dona, prende un po’ di semola, acqua, sale e inpasta, poi arrotola la pasta, la taglia con un coltelle, e con la punta di esso ariccia la pasta, quale crimine ha commesso? Quello del buon gusto? O quello che i prodotti fatti in casa, come una volta non spingerebbero piu’ a comprare prodotto suregelati, inscatolati, o frabbricati ad hoc delle multi nazionali?
Comunque cara Europa vergogna vi faccia.
Ecco la Storia ( di questo prodotto cosi’ scomodo per l’Europa…)
Le origini non sono da ricercarsi in Puglia, ma molto probabilmente nella zona provenzale francese, dove fin dal lontano Medioevo si produceva una pasta simile utilizzando il grano duro del sud della Francia.
Si trattava di una pasta molto spessa e a forma di dischi, incavata al centro mediante la pressione del dito pollice: questa forma particolare ne facilitava l’essiccazione, e quindi la conservazione per fronteggiare i periodi di carestia. Sembra anche che ne venissero imbarcate grandi quantità sulle navi che si accingevano ad affrontare lunghi viaggi.
In seguito, sarebbero state diffuse in tutta la Basilicata e la Puglia con il loro nome attuale dagli Angioini, dinastia che nel Duecento dominava le terre delle regioni. Secondo insigni studiosi di enogastronomia pugliese – ricordiamo qui solo il più autorevole – le orecchiette avrebbero avuto origine nel territorio di Sannicandro di Bari, durante la dominazione normanno-sveva, tra il XII e il XIII secolo.
È infatti possibile, in seguito all’atteggiamento di protezione nei confronti della comunità israelitica locale da parte dei normanno-svevi, la loro derivazione da alcune ricette della tradizione ebraica, come le orecchie di Haman – l’antagonista del libro di Esther – che ritroviamo, ad esempio, in alcuni dolci sefarditi oppure nelle croisettes, un tipo di pasta preparato nelle vallate occitane del Piemonte, lontana parente delle orecchiette di Sannicandro anche nella probabile influenza mediorientale.
La forma delle orecchiette alla pugliese nasce dallo strumento principale nella preparazione del prodotto, ossia il pollice, che conferisce una forma “a conchiglia” (a piccolo orecchio) alla pasta, più sottile nel centro a causa della pressione del dito nella parte centrale. Le cime di rapa invece sono il condimento più utilizzato, ma le orecchiette ben si legano anche al ragù rosso (orecchiette di dimensioni piccole) e ad altri tipi di verdure come broccoli o cavolfiori (orecchiette di dimensioni più grandi).
Ingredienti orecchiette con cime di rapa
- 300 gr. di orecchiette
- 1 kg. di cime di rapa
- 4 filetti di acciughe
- 4-5 cucchiai di olio extra vergine di oliva
- peperoncino, aglio, sale q.b.
Buon appetito Europa!