Londra (di Annamaria Santucci) Dal 1° Febbraio il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea. A oltre tre anni e mezzo dalla vittoria del ‘leave’ al referendum del 2016, e dopo 47 anni di storia comune, il Regno Unito ha lasciato definitivamente l’Unione per diventare un paese terzo.
L’Unione è diventata più piccola, con 66 milioni di cittadini in meno, passando così a 446 milioni, e perdendo il 5,5% del suo territorio.

Il Regno Unito non avrà più eurodeputati e non parteciperà più ai vertici della UE, ma fino alla fine del 2020 sarà obbligato a versare contributi al bilancio europeo e seguirne le direttive, anche se non ha più voce in capitolo nella loro formulazione.
Poco cambierà però nell’immediato, poiché il Regno Unito inizierà un periodo di transizione, che il premier Johnson si è impegnato a non prorogare oltre il 2020.

La maggior parte delle leggi dell’Unione – compresa la libera circolazione delle persone – continuerà infatti ad essere in vigore fino alla fine di dicembre, quando il Regno Unito ha intenzione di raggiungere un accordo di libero scambio permanente con l’UE.

Bruxelles ha però espresso cautela: nel caso non si raggiungano accordi soddisfacenti sui tanti dossier aperti, le porte del mercato unico per il Regno rimarranno chiuse e le relazioni con Londra seguiranno gli standard dell’Organizzazione mondiale del
commercio, senza condizioni di favore.

Il vero cambiamento arriverà invece a fine anno: dal 1° Gennaio 2021 non ci sarà più la libera circolazione
ma entrerà in vigore un regime di immigrazione per gli europei che arrivano nel Regno Unito.

In base all’accordo di divorzio, tutti gli espatriati già registrati come residenti fino al 30 giugno 2021
manterranno gli attuali diritti.
Gli europei che vivono in Gran Bretagna devono quindi registrarsi al Settlement Scheme utilizzando
l’apposita App, recandosi agli sportelli o collegandosi al computer di casa. Chi risiede nel paese da più di 5
anni può ottenere la residenza permanente (Settle Status), mentre a chi vi risiede da meno verrà
riconosciuto un permesso temporaneo (Pre-Settle Status), e solo dopo che siano trascorsi i cinque anni
potrà chiedere la residenza permanente.
Gli italiani devono inoltre iscriversi all’AIRE al fine di poter dimostrare di essere residenti nello Stato.