Londra (Annamaria Santucci) Dal 2021, dopo la fine del periodo di transizione post Brexit, il Regno Unito si prepara a sbarrare gli ingressi ai lavoratori scarsamente qualificati e non a loro agio con la lingua inglese. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno Priti Patel, appena confermata nell’incarico.

Il nuovo regime si baserà sul modello a punti di tipo australiano ed è molto restrittivo per i lavoratori non specializzati, introducendo un visto di lavoro destinato ad essere concesso solo ai richiedenti – europei e non – che abbiano un minimo di 70 punti.

I punti verranno attribuiti soltanto a chi avrà già in mano offerte di lavoro da 25.600 sterline l’anno in su (anche se un “piano” salariale di 20.480 sterline sarà accettabile in casi di qualificazione per settori con carenza occupazionale), titoli di studio specifici (come Phd),  e conoscenza dell’inglese.

Dalle opposizioni si sono sollevate contestazioni in riferimento questa strategia, ritenuta eccessivamente scoraggiante per i migranti e più complessa di quella che vige in Australia. Il Labour ha chiesto di prevedere almeno delle eccezioni in settori strategici quali la sanità, dove i ruoli infermieristici sono coperti attualmente in buona parte da stranieri. Mentre i Liberaldemocratici hanno accusato il governo di “xenofobia”.

La Confindustria britannica, a nome degli imprenditori, ha da parte sua elogiato alcuni aspetti dell’annunciata riforma ma non senza riserve sui rischi di limitazione nel reperimento della forza lavoro da parte delle imprese. Patel ha però replicato che il mondo dell’impresa potrà contare ancora sugli oltre 3 milioni di cittadini Ue che già lavorano nel Regno che non saranno toccati dalle nuove regole e suggerendo alle aziende di attuare maggiore training per gli inglesi non altamente qualificati.

Dal documento di briefing di circa 10 pagine che delinea la nuova politica di immigrazione si apprende che  solo un piccolo numero di lavoratori altamente qualificati potrà entrare senza lavoro. La quota minima di 70 punti dovrà essere raggiunta sommando i punteggi ottenuti per ogni ambito richiesto dal governo britannico.

Nello schema riportato elaborato dalla BBC si fa l’esempio di un ricercatore universitario che potrebbe ottenere un visto di lavoro nel Regno Unito. I 70 risultano dalla somma dei 20 punti ottenuti dalla qualità dell’offerta lavorativa, dai 20 attribuiti alle competenze  dimostrate dal ricercatore, dai 10 punti per la conoscenza dell’inglese, e da altri 20 punti per la tipologia di ricerca che dovrà condurre, mentre in questo caso non sono stati attribuiti punti per lo stipendio iniziale perché sarà di 22.000 sterline.

Questo sistema entrerà in gioco nel momento in cui le aziende renderanno pubbliche le offerte di lavoro. L’obiettivo del Governo britannico è infatti quello di stoppare il flusso migratorio che faceva giungere persone dagli altri stati membri dell’UE in cerca di lavoro. Attraverso il nuovo schema a punti, la permanenza in UK sarà concessa solo a chi avrà ottenuto dall’ azienda il contratto di assunzione ancor prima di trasferirsi nel paese.

Differente sarà invece per quei lavoratori low-skilled che lavorano nell’ hospitality, camerieri o baristi, o nelle campagne per la raccolta stagionale di frutta e verdura. Il Governo fa sapere che in questo caso non verrà applicato lo schema a punti ma che comunque metterà un numero chiuso di accessi su base annua: 10.000 per i lavoratori stagionali in agricoltura, e 20.000 legati alla mobilità giovanile, che riguarda soprattutto quei ragazzi che scelgono Londra o altre grandi città del Regno Unito per migliorare l’inglese e allo stesso tempo autosostenersi lavorando nei ristoranti o pub.

Anche per gli studenti ci sono nuove regole: dovranno dimostrare di avere già un posto in una scuola, di saper parlare inglese e di avere adeguato supporto finanziario.

Non ci sarà invece alcun percorso per i lavoratori autonomi che arrivano nel Regno Unito, come idraulici o tecnici.

Accanto a questo sistema, il governo ha anche lanciato una corsia preferenziale illimitata per scienziati, ricercatori e matematici, che sostituisce il precedente sistema (Tier 1 – Exceptional Talent) ed è pensata per «attirare i talenti migliori del mondo». La segretaria dell’Interno, Priti Patel, ha dichiarato che il piano, nel suo complesso, «ridurrà il numero di immigrati nel Paese» e «servirà ad attirare i migliori, migliorando la nostra economia».

Novità anche per chi viaggia: nel testo si accenna al fatto che non servirà un visto per i turisti europei che viaggiano nel Regno Unito e intendono fermarsi meno di 6 mesi. La carta d’identità, però, non sarà più sufficiente per entrare nel Paese, in particolare per paesi come Francia e Italia, nel  tentativo di reprimere casi di entrate con carte d’identità contraffatte o rubate. In merito al regime per i turisti, comunque, il governo precisa che arriveranno presto disposizioni più precise da parte dell’Home Office.