Londra (Milena Galasso) Terminate le visite e gli interventi, il prof Minelli – che si occupa da sempre di immunologia clinica e igiene generale e applicata – condivide il suo pensiero sull’opposizione binaria della reazione al nuovo coronavirus.

Da una parte c’è il Superman, il soggetto iperimmune a prescindere, il cui sistema immunitario – ammesso che possa essere sfiorato dal virus – potrà ricevere dal virus un solletico più o meno superficiale, perché tanto quel soggetto mai si ammalerà di covid-19. Sono soggetti immuni per definizione.

A questa categoria – di assoluti imbecilli – il prof Minelli consiglia prudenza.

“Vorrei dire a questi imbecilli che il pericolo è ancora di fronte a noi, in mezzo a noi, in loro.” In loro il virus potrebbe essere entrato, potrebbe aver generato una malattia pressoché asintomatica che però non esclude che da loro possa essere trasferito ad altri soggetti.

Dall’altro canto invece abbiamo i terrorizzati, soggetti che oppongono all’azione critica del virus una sensazione crescente di paura invalidante. A questa paura contrappongono come scudo una resistenza passiva che si trasforma in concetti del tipo “barrichiamoci in casa”.

“A queste persone vorrei dire che esiste un altro concetto, la resilienza. Il virus è resiliente nel senso che riesce a superare quelle resistenze per diventare più aggressivo.”

La parola chiave è resilienza.

Impariamo dal virus e rilanciamo con forza contro di lui la nostra sfida. Ci deve appartenere, oggi più che mai, la capacità di superare e vincere senza alienazioni l’inedita difficoltà di un evento del tutto inatteso e inaudito.