Londra (Roberta chiatti) – Boris Johnson dichiara che il Regno Unito è pronto per la fase due e dal 1 giugno si potranno riaprire le scuole.
L’ha annunciato dopo che altre 118 persone sono morte per coronavirus nel Regno Unito portando il bilancio dei decessi a 36.793 unità.
Dal prossimo lunedì quindi si verificherà una graduale riapertura delle scuole: dal primo giugno le primarie e dal 15 giugno le secondarie dopo che il Primo Ministro ha riconosciuto che non tutte le scuole sono capaci di ritornare a pieno regime dal primo giugno, aggiungendo che ulteriori dettagli verranno forniti nel corso dei prossimi giorni.
La decisione però è ritenuta “controversa” dall’opinione pubblica che non ne comprende il motivo, quando al tempo stesso è stato imposto, a chi rientra in UK da paesi esteri, di fare la quarantena di 14 giorni e se non la rispettano ricevono una multa di £1000,00.
Per questo motivo alcuni si chiedono: sarà sicuro far ritornare i bambini a scuola? La risposta del governo è si, perchè secondo i dati scientifici condivisi in conferenza, i bambini hanno un tasso di infezione da Covid-19 molto basso: hanno meno probabilità di prendere il virus e se vengono contagiati presentano un tasso di trasmissibilità davvero basso
In merito alle misure di sicurezza da attuare e far rispettare all’interno delle scuole Boris Johnson ha presentato le seguenti:
- Classi con pochi alunni
- Fare più pause pranzo per evitare assembramenti
- Pulizie condotte più frequentemente
- Permesso di trascorrere più ore all’aperto
- Accesso ai test sia per bambini che per i loro genitori
Secondo il governo, quindi, rispettando le misure sopracitate si garantirebbe il distanziamento sociale tra alunni e insegnanti evitando cosi anche la possibilità di contagio.
Tuttavia Johnson dichiara che l’allentamento della Fase 2 non significa piena libertà, anzi coloro che presentano sintomi di Coronavirus devono restare a casa. Infatti, nonostante in alcune città del Regno Unito, come Londra, si sia verificata una forte riduzione di persone in ospedale colpite dal virus cosi come il numero di decessi, il Paese non si illude anzi vuole far di tutto affinchè venga raggiunto l’obiettivo di diminuire il più possibile la velocità con cui si diffonde il virus in modo da far ritornare tutto alla normalità.
Per fare questo, Boris Johnson ha rassicurato che il governo è a stretto contatto con le autorità locali con le quali si vuole definire un piano per combattere il virus nel Paese.
Tuttavia il Primo Ministro scozzese, Nicola Sturgeon in un tweet ha invitato i suoi cittadini a restare in casa, per ora, escludendo la possibilità di riaprire scuole e negozi in Scozia.
1/3 Please stick to lockdown rules for now & not just because they are the rules – they remain the best way to protect yourself and your loved ones. Please stay at home except for essential purposes, stay 2 metres apart from others when you are out and don’t meet other households
— Nicola Sturgeon (@NicolaSturgeon) May 24, 2020
La conferenza stampa si è inoltre soffermata sulle probabili dimissioni di Dominic Cummings che durante la dura fase del lockdown è andato (con sintomi di coronavirus) insieme alla sua famiglia a Durham per recarsi dai suoi genitori che potevano offrire assistenza ai suoi figli.
Questo comportamento è stato ampiamente criticato dall’opinione pubblica, ma Johnson lo ha difeso invitando tutti a mettersi nei panni di un padre in difficoltà. Boris Johnson quindi ha appoggiato il suo consigliere affermando che in quel momento non aveva altra alternativa se non quella di recarsi per chiedere aiuto ai suoi genitori.
“Sotto ogni aspetto, ha agito in modo responsabile, legalmente e con integrità”, ha dichiarato Boris Johnson cercando di porre fine alla polemica.