Londra ( Philip Baglini Olland) – E’ un periodo economico buio globale. E anche la Gran Bretagna e Londra sono messe in ginocchio dal Covid-19.  Un declino economico che non si vedeva da generazioni, dal dopo guerra.

E’ in questo momento che si vedra’ il governo “migliore” e la politica piu’ giusta per affrontare questa crisi economica.

Ci potrebbero volere 65miliardi di sterline di costi e 6 anni di duro lavoro politico per risanare l’emoragia economica causata dal Virus in UK, e sicuramente la Brexit non aiutera’ la Gran Bretagna in questo senso, visto che dal 31 dicembre l’UK sara’ definitivamente fuori l’EU e quindi sola ad affrontare il debito pubblico.

Nickie Aiken, MP per Cities of London e Westminster “Central London di solito è una delle prime a uscire dalle trappole della recessione, ma stavolta temo che sarà una delle ultime regioni a riprendersi, e questo è grave perché Londra è il motore dell’intera economia inglese.” Parole che fanno male solo a leggerle, ma reali, senza nessun rigiro di discorsi inutili come e’ tipico degli inglesi.

Nessuno nasconde la speranza e la determinazione inglese per uscire dalla crisi. Ma ora il dato di fatto e’ questo. Boris Johnson invita i cittadini a “tornare al più presto al lavoro, se possono.” Pero’ basti pensare che a Canary Wharf, il centro finanziario sono tornati al lavoro solo 7.000 impiegati dei 120.000.

Se le persone non girano, e non tornano al lavoro, non comprano, e attivita’ come, caffetterie, ristoranti, hotel, non producono e si ferma l’economia. Sondaggi recenti ripotanto che l’88% dei cittadini non e’ ancora sicura di prendere i mezzi pubblici almeno fino alla fine del 2020.

Drastici sono i dati del turimo, mai cosi bassi in Uk, che e’ sempre stata una delle mete preferite da tutti: Americani, Cinesi, Australiani e ovviamente Italiani. Ora il turismo ha subito un crollo del 75%. Tutto e’ fermo. Londra sembra per certi versi una citta’ fantasma. Nel centro di Londra circoli un milione di pendolari in meno al giorno, rispetto a pochi mesi fa.

Londra e’ sempre risorta da ogni crisi, da ogni attacco, basti pensare al terrorismo, ma questa e’ un’altra storia. Londra e’ forte, gli inglesi testardi, certo e’ che ora e’ come se fosse in coma profondo. Attaccata al filo della speranza, con una forbice tesa e presente che si chiama Brexit, che non fa sperare in niente di bello.

Gia’ pre-covid si diceva che la Brexit avrebbe frantumato l’economia e portato la Gran Bretagna in un baratro, ora con il covid la Brexit assume le sembianze della signora con la falce e cappuccio nero, pronta a dare il colpo definitivo.

La banca di Inghilterra

La Banca di Inghilterra ha avvertito che l’economia del Regno Unito rischia la peggiore recessione da trent’anni, con un crollo del prodotto interno lordo stimato del 14% nel 2020.

Speranze

La crisi e’ Globale. La cina notizia di oggi, e’ ripartita con un pil al 3,2%, una speranza per il resto del mondo? Forse. Il FMi ( fondo monetario internazionale) pero’ rallenta gli entusiasmi l’incertezza resta alta. Al G20 il Fondo chiede “sforzi collettivi”.

Non bisogna mai perdere la speranza e c’e’ la convizione che la Gran Bretagna trovera’ la forza per ritirarsi su, con quel suo orgoglio, che vale piu’ dell’oro.

Qui, in questo collasso mondiale, si vedranno le nazioni che veramente sono ricche, che veramente sono forti e hanno lavorato bene, hanno risorse nascoste e inventiva per risalire la montagna di una crisi dove tutti cercano di rimanere a galla ma molti sono gia’ affogati.

UK, Johnson punta sul commercio estero contro la crisi e la Brexit come opportunita’

ll Regno Unito punta la sua politica estera ad incrementare gli scambi e di una maggior sicurezza. Foreign Office e Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale (DFID) si fondono. Johnson ha detto piu’ volt: Dobbiamo mobilitare tutti i nostri asset politici e internazionali per salvaguardare i valori e gli interessi britannici all’estero

A settembre 2020 nascera’ da questa unione il Foreign, Commonwealth and Development Office FCDO) . In questo contesto, il miglior strumento possibile sara’  il nuovo dipartimento, incaricato di usare tutti gli strumenti dell’ influenza britannica, per cogliere le opportunità all’estero.

Il governo insiste che L’arma migliore sono gli scambi con l’estero e l’uscita dall’UE, contrariamente a quanto si pensi, li avvantaggera’, questo e’ la visione ( che per ora la visione positivia rimane confinata dentro la politica di Boris)

La Brexit, a quanto si pensi, sara’  un vantaggio per l’UK. In quanto avra’ le mani libere rispetto alle regole e ai vincoli imposti da Bruxelles per quanto riguarda gli accordi internazionali, i settori d’intervento e le quote a disposizione. Sia nelle relazioni con i paesi UE sia con gli altri. Non a caso, il governo Johnson ha stabilito anche che trade commissioner ricadranno sotto l’autorita’  degli ambasciatori all’estero. Di fatto, la Gran Bretagna tornera’  a negoziare su base bilaterale e vuole avere tutta la potenza di fuoco possibile.