Londra (Roberta Chiatti) – Il 31 dicembre 2020 sarà l’ultimo giorno del periodo di transizione e della libera circolazione dei cittadini UE in Regno Unito. Turisti e lavoratori dovranno portare con sé visa e passaporto e le carte d’identità cartacee non saranno più accettate in aeroporto.
Dal 1 gennaio 2021, il Regno Unito sarà definitivamente fuori dall’Unione Europea e la vita per i futuri expats cambierà definitivamente. Se finora, in tutti questi anni, abbiamo assistito ad ondate migratorie di giovani studenti e non, con la speranza di realizzare un sogno o con il desiderio di “tentare l’estero” per trovare la propria strada, dal 2021 si porrà fine a questo scenario.
A tutti coloro che vorranno trasferirsi in Gran Bretagna, verrà richiesta una visa che si basa su un “sistema di 70 punti” i quali possono essere classificati in questo modo:
In poche parole, prima di atterrare sul suolo britannico, bisognerà accertarsi (nel proprio paese) di avere conferma di un posto di lavoro in UK, avere le giuste skills per adempiere ai compiti che richiederà l’azienda, parlare bene l’inglese e se non si dispone di una laurea, avere almeno un diploma di scuola superiore.
Chi fa eccezione?
L’eccezione alla regola sono gli addetti scientifici, come ricercatori, medici e infermieri e gli assistenti sociali perché ritenuti (soprattutto in questo periodo di pandemia), “key workers”, ovvero lavoratori essenziali per il progresso scientifico ed economico del Paese. Non a caso, per alcuni esperti, la Brexit è stata creata per attirare solo i migliori talenti provenienti da tutto il mondo, preparando cosi il Paese al processo di “rivoluzione digitale e scientifica” che si è già manifestata durante gli ultimi 3 mesi.
Perciò loro potranno entrare in Regno Unito senza presentare un’offerta di lavoro. In merito agli studenti, potranno continuare recarsi in UK senza problemi, ma dopo il percorso universitario avranno a disposizione solo 2 anni per trovare un impiego nel Paese. I turisti sono autorizzati ad un periodo di permanenza pari a 6 mesi.
Diciamo pure addio quindi a migliaia di futuri pizzaioli o camerieri italiani, perchè d’ora in poi il Regno Unito accetterà solo gente qualificata e punterà ad assumere nelle proprie aziende più personale “domestico” anziché stranieri, fornendo agli inglesi più possibilità di training, affinché il tasso di disoccupazione possa diminuire nel corso degli anni.