Londra (Philip Baglini Olland) – Non sono nè il primo nè l’ultimo, lo so bene, ma visto che in redazione arrivano molte domande su come viene il vaccino, ho deciso di raccontare, per dovere giornalistico e di cronaca la mia esperienza personale.

Non devo convincere nessuno, ognuno ha la propria intelligenza per capire cosa fare e se fare:

“Nella mattina di Sabato 13 febbraio, ricevo sul cellulare una messaggio:

” Dear Mr Philip Baglini Olland your GP has invited you to book your Covid-19 vaccination. Please the link book yout vaccination time […]”

Clicco al sito, scelgo l’orario e subito mi arriva sul cellulare la prenotazione per oggi alle 9.50am a Oval con l’indirizzo. Tempo per fare tutto questo: meno di un minuto al cellulare.

Mi presento poco prima delle 9.50, trovo una fila di persone che scorre piuttosto veloce. C’è un volontario che ripetutamente a memoria ripete una filastrocca monotona ma efficace: “Good morning welcome to NHS vaccine service, stay in the queue” e poi aggiunge di riempire un modulo e avverte di mantenere la distanza di due metri tra gli altri.

Un altro volontario dietro lui con la “pistola” misura la temperatura. Me l’ha  appoggiata sul polso così come ha fatto con tutti.

Il tempo di finire la compilazione del modulo con dati personali e mi ritrovo in una stanza piena di gente, ma silenziosa, gente che si alza e gente che si sedeva in un moto perpetuo, dinamico, ritmato, da catena di montaggio.

Arriva il mio turno. Mi metto seduto, il medico di colore, molto cordiale mi spiega in poche parole che tipo di vaccino mi sta iniettando (il Pfizer), e che devo ritornare dopo 12 settimane per fare il secondo (circa tre mesi).

Non faccio in tempo a dire “thank you so much” che mi dice: “Done, have a good day”.  L’ago fine e impercettibile ai sensi del corpo.

Da un altro volontario vengo messo in una stanza con altre persone seduto per 15 minuti a distanza di due metri dagli altri, mi viene offerto acqua, caffè o tè. Poi mi viene dato un foglio dove c’è tutto spiegato, ancora una volta sul tipo di vaccino iniettato, quali conseguenze ha (potrebbe fare un po’ male sulla parte dove è avvenuta l’iniezione,  un po’ di indolenzimento, ma può capitare raramente). 

Una persona a voce alta ci dice che se abbiamo bisogno di spiegazioni in merito, lei è un dottore ed è a disposizione. Alcuni presenti gli fanno delle domande, del tipo: “Possiamo andare al lavoro? C’è il rischio che possa contrarre il covid-19 anche se ho fatto ora il primo vaccino? Che differenze ci sono tra i vari vaccini?”

La dottoressa ha risposto alle domande per tutti e non solo per chi l’aveva fatta, sembra di essere un aula universitari.

Passato il quarto d’ora, fuori tutti, e avanti i prossimi. Sono tornato al lavoro tranquillo e sereno, mi fido della scienza, ne ho fatto parte per un periodo della mia vita. Ammetto che è il mio primo vaccino della mia vita (per fortuna o sfortuna).

Ho deciso di farlo (potevo anche rifiutare), ma ho l’ho fatto, perché questa pandemia è una cosa seria, una cosa reale, ho pensato a tutte le persone che sono morte, senza una piccola speranza. Mi sono documentato molto su come il vaccino funziona nel nostro corpo, su come agisce all’eventuale attacco del Covid e come reagisce il corpo. E suggerisco di farlo a tutti, di capire come viene fatto il vaccino e come funziona, a prescindere se uno lo vuole fare o non fare.

L’ho fatto per un dovere etico e morale verso la mia persona e verso anche gli altri. Questa è la mia semplice idea, contestabile o no.

Dopo il secondo vaccino, tra tre mesi, poi potrò scegliere se vaccinarmi ogni anno (per le varianti o no) come mi è stato detto stamani al centro vaccini. Ma questo ci penserò in futuro.

Se dovessi dare un voto all’efficienza del servizio darei 30 e lode.

Alcune domande pervenute in redazione risponde il Dr Giampaolo Martinelli dell St Bartholomew’s Hospital di Londra. Qui ne riportiamo due, successivamente daremo una trasmissione radiofonica a London ONE radio più specifica.

Il Vaccino quanto dura nel corpo?

L’effetto degli anticorpi si protrae fino a 6 mesi con un declino dal terzo mese
Comunque specialmente per il vaccino a RNA dovrebbe essere coinvolta immunità legata ad altre componenti cellulari.
La seconda dose è fondamentale per sviluppare un’immunità più duratura.
Probabilmente sarà necessario vaccinarsi ogni anno con vaccini “updated” che tengono di conto le varianti.

Il vaccino fa male alle donne incinte? O meglio può fare male al feto?

Non ci sono dati perché non ci sono studi. Ma non si sono riscontrati al momento problemi. In ogni caso il vaccino viene fatto attualmente alle donne incinte sulla base di rischio verso beneficio. Abbiamo avuto diverse donne incinte severamente malate di Covid e alcune purtroppo decedute.

Qui riportiamo il modulo di spiegazioni che viene rilasciato dopo aver fatto il vaccino:

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